Connect with us

Cultura

Il cristiano lettera di Cristo che tutti possono leggere

Published

on

L’Arcivescovo di Catania, Mons Luigi Renna nel Messaggio per la Quaresima promuove una raccolta speciale per le popolazioni della Turchia e della Siria colpite del terremoto

Ad un anno dall’ingresso nell’Arcidiocesi di Catania, Mons Luigi Renna, nel messaggio all’inizio della Quaresima traccia il percorso da seguire con la preghiera, il digiuno e la carità.

Invita a pregare con il Vangelo in mano, dando ascolto alla Parola di Dio; a “digiunare dai social per ascoltare di più e meglio l’altro”, a  convertire il digiuno in carità verso chi soffre e come segno comunitario della diocesi ha invitato le Parrocchie a promuovere una raccolta speciale per le popolazioni della Siria e della Turchia, colpite dal tragico terremoto.

Con attenzione pastorale ha raccomandato: “Non manchi in questi quaranta giorni, in ogni casa un “salvadanaio” per i poveri, accanto ad un angolo nel quale sia richiamata la preghiera, con un Crocifisso e la Bibbia aperta sulla Parola della liturgia del giorno”.

Sono questi i segni e i gesti suggeriti per dare testimonianza e credibilità all’essere cristiani, impegnati quest’anno a “scrivere una lettera di particolare rilievo che è la sinodalità delle nostre comunità.”

Il riferimento alle parole di San Paolo “Voi siete una lettera di Cristo composta da noi, scritta non con inchiostro, ma con lo Spirito del Dio vivente, non su tavole di pietra, ma sulle tavole di carne dei vostri cuori» trova un’articolata spiegazione e sollecita raccomandazione ad essere testimoni credibili, impegnati nel sociale e nella carità,  “da cittadini onesti”, essere nel mondo come diceva Madre Teresa di Calcutta  “piccola matita di Dio”  per scrivere “con l’inchiostro dello Spirito Santo” una lettera  di vita vera,  imparando anche  a  “saper scrivere dritto su righe storte”, come spesso il contesto sociale appare  e, così facendo il cristiano diventa autore del “quinto vangelo”, scritto con lo stile sapiente della carità , capace di allargare la casa della speranza  attraverso la testimonianza dei valori della fede nella vita  quotidiana.

Nell’augurio per un buon cammino quaresimale a tutti  Mons Renna ha scritto: “Lo Spirito Santo “riprenda” a scrivere sulle pagine bianche della nostra disponibilità; chi annuncia il Vangelo in ogni vocazione a cui Di lo ha chiamato ne sia un fedele redattore; che nessun “rigo” dei nostri giorni rimanga vuoto, perché priveremmo il mondo di testimonianza, della luce pasquale, quella che il Risorto è venuto a far brillare e di cui gli occhi dell’umanità hanno bisogno!”

In preparazione al festival della Comunicazione, che nel mese di maggio avrà Catania come centro di promozione nazionale, l’impegno ad essere “redattori” e artigiani del bene, stimola tutti e ciascuno a percorrere il cammino sinodale che ha come meta il volto di una chiesa senza rughe.

Giuseppe Adernò

 

Mons. Luigi Renna (Arcivescovo di Catania)

Il cristiano, lettera di Cristo che tutti possono leggere

Carissimi fratelli e sorelle della Chiesa di Catania,

all’inizio del Tempo quaresimale che ci preparerà alla celebrazione della Pasqua, centro dell’anno liturgico e della vita cristiana, vi raggiungo con queste parole che San Paolo apostolo rivolse ai cristiani di Corinto:

«È noto infatti che voi siete una lettera di Cristo composta da noi, scritta non con inchiostro, ma con lo Spirito del Dio vivente, non su tavole di pietra, ma sulle tavole di carne dei vostri cuori» (2Cor 3,3).

Perché questo brano all’inizio della Quaresima? Perché possiamo avere chiaro il punto d’arrivo dell’invito che accompagna il rito delle imposizione delle ceneri: “Convertiti e credi al Vangelo!” Ogni anno la Quaresima torna a ricordarci la necessità della conversione perché l’unico fine della nostra vita di battezzati è conformarci al Vangelo di Cristo!

Le tre opere quaresimali hanno questo senso e San Pietro Crisologo ci dice con efficacia come sono tra loro connesse:

«Tre sono le cose, tre, o fratelli, per cui sta salda la fede, perdura la devozione, resta la virtù: la preghiera, il digiuno, la misericordia. Ciò per cui la preghiera bussa, lo ottiene il digiuno, lo riceve la misericordia. Queste tre cose, preghiera, digiuno, misericordia, sono una cosa sola, e ricevono vita l’una dall’altra. Il digiuno è l’anima della preghiera e la misericordia la vita del digiuno. Nessuno le divida, perché non riescono a stare separate. Colui che ne ha solamente una o non le ha tutte e tre insieme, non ha niente. Perciò chi prega, digiuni. Chi digiuna abbia misericordia. Chi nel domandare desidera di essere esaudito, esaudisca chi gli rivolge domanda».

Non perdiamo di vista, cari fratelli e sorelle, il senso di un cammino che ogni anno torna a rigenerare la nostra vita di fede. Ciascuno si applichi a “tenere insieme” preghiera, digiuno, carità personalmente, in famiglia, nella comunità. Diamo più tempo all’ascolto della Parola, come Maria a Betania ai piedi di Gesù; partecipiamo più frequentemente all’Eucarestia; meditiamo la Passione del Signore con il pio esercizio della Via Crucis. Ma anche digiuniamo dai social per ascoltare di più e meglio l’altro. Asteniamoci da tutto ciò che provoca spreco di cibo o che, pur necessario al nostro sostentamento, può essere condiviso con i tanti poveri che ci interpellano. In modo particolare, nel Mercoledì delle Ceneri, ci sentiremo chiamati alla condivisione con le popolazioni di Turchia e di Siria colpite dal terremoto: la colletta del primo giorno di Quaresima sarà per loro, e così il nostro digiuno diventerà fecondo di carità. Ma non manchi in questi quaranta giorni, in ogni casa un “salvadanaio” per i poveri, accanto ad un angolo nel quale sia richiamata la preghiera, con un Crocifisso e la Bibbia aperta sulla Parola della liturgia del giorno.

Perché tutto questo? Per rendere più nitide la lettera di Cristo che è ciascuno di noi. San Paolo, scrivendo ai Corinzi voleva ricordare loro che la prova della bontà del suo ministero erano loro con la testimonianza, paragonata d una lettera. L’autore di quella “lettera-che- è- la- nostra- vita” è Cristo, che scrive sul “foglio” della nostra storia con l’inchiostro dello Spirito Santo. L’apostolo è solo colui che compone la lettera (san Paolo usa il verbo diakoneo, che indica il servizio di chi agisce sotto dettatura), ma chi scrive nella nostra vita è Dio con il Suo Spirito. Pensiamo alla nostra esistenza così: ogni giorno una parola, una frase, fatte dalle nostre azioni, dai nostri sacrifici. Ma anche dagli errori che vorremmo cancellare, o dagli spazi vuoti in cui non permettiamo a quel grande “Scrittore” che è lo Spirito Santo, possa lasciare la sua traccia di bene. A volte quell’inchiostro risulta sbiadito, a causa del peccato: le nostre incoerenze, le chiusure a Dio e a quelli che dovremmo considerare fratelli. La Quaresima torna per ridare splendore alla buona testimonianza cristiana, alla nitidezza della fede, della carità, della speranza, delle azioni umili che ogni giorno compongono stupende storie, quelle che uno scrittore contemporaneo ha chiamato “il quinto evangelio”, quello che ciascuno scrive con la sua vita (Mario Pomilio). Digiuno, preghiera e carità ci permettono di “riconsegnare la penna” allo Spirito Santo, perché continui a scrivere Lui.

Quest’anno siamo chiamati a scrivere una lettera di particolare rilievo che è la sinodalità delle nostre comunità. A che punto siamo nell’ascolto dello Spirito e dei fratelli? L’iniziativa principale in tutte le parrocchie sia l’ascolto sinodale: vivere almeno due incontri, quello con le famiglie (magari con i genitori dei ragazzi della catechesi o con i membri adulti delle parrocchie; come anche con gli adulti più lontani) e con i giovani, per chiedere loro: “Come vivi la fede? Cosa chiedi alla comunità cristiana?” Sento il bisogno di “leggere questa lettera” con voi, il frutto dell’ascolto del popolo di Dio e mi aspetto che ogni comunità parrocchiale, il 30 maggio, al pellegrinaggio al Santuario Mariano di Mompileri, arrivi con questa testimonianza, questa lettera scritta dalla sinodalità, dalla narrazione, che ci permetta di fare il punto del nostro cammino e ripartire, nella luce pasquale e sotto lo sguardo di Maria.

San Paolo al versetto 2 dello stesso capitolo scrive che questa lettera è “conosciuta e letta da tutti gli uomini” (cfr. 2Cor 3,2): queste parole ci richiamano al senso della testimonianza cristiana da cittadini onesti. Cosa leggono gli altri quando vedono la mia vita? Vi scorgono la presenza, l’accoglienza e la misericordia di Cristo? Vi leggono la forza del Signore Gesù che nel deserto ha saputo vincere le tentazioni che gli proponeva il maligno, ossia l’ingordigia, il potere, l’idolatria che si sostituiscono a Dio? La nostra testimonianza nelle città cresca, e sia quella di cristiani coerenti, onesti, amanti del bene comune. Per questo motivo le mie catechesi quaresimali in Cattedrale, dalla I alla IV settimana, saranno sul tema:“Da Babele a Geusalemme: costruire la città dell’uomo a misura d’uomo”.

BUON CAMMINO QUARESIMALE A TUTTI!

Lo Spirito Santo “riprenda” a scrivere sulle pagine bianche della nostra disponibilità; chi annuncia il Vangelo in ogni vocazione a cui Di lo ha chiamato ne sia un fedele redattore; che nessun “rigo” dei nostri giorni rimanga vuoto, perché priveremmo il mondo di testimonianza, della luce pasquale, quella che il Risorto è venuto a far brillare e di cui gli occhi dell’umanità hanno bisogno!

Continue Reading
Click to comment

Leave a Reply

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Cultura

In Campania il Secondo Raduno Nazionale

Published

on

Caiazzo, una cittadina in provincia di Caserta ospiterà dal 5 al 7 marzo il Secondo Raduno Nazionale dei Consigli Comunali dei Ragazzi. 50 ragazzi sindaci, di cui 14 della Sicilia, con la fascia tricolore,   il primo scambio di esperienze e di socializzazione dei progetti. Nell’occasione avverrà la consegna al Comune di Caiazzo del Trofeo del CCR,  presentato dal comune di Morrovalle, in provincia di Macerata, dove ha avuto luogo lo scorso anno il primo raduno nazionale, ricordando i 35 anni dell’avvio in Italia del progetto didattico nel 1989. Il Progetto del Consiglio Comunale dei Ragazzi ha avuto origine in Francia a Schiltigheim in Alsazia, nel 1979.

La seconda giornata è dedicata allo studio delle tematiche proposte formando gruppi misti di ragazzi di diverse scuole e regioni, Nel pomeriggio è prevista la visita alla città di Caiazzo, con la collaborazione dei volontari della Pro Loco e così i ragazzi avranno l’opportunità di conoscere nuove realtà con tradizioni e culture diverse.

La cerimonia ufficiale del Raduno, che ha ricevuto il Patrocinio del Senato della Repubblica e della Camera dei Deputati, si svolgerà a Caserta presso il complesso monumentale di San Leucio e saranno i ragazzi stessi che presenteranno le loro idee e proposte di rinnovamento sociale e ambientale alle Autorità civili, scolastiche e religiose.

La presentazione del messaggio finale ed il rinnovo corale della formula di giuramento segnerà l’avvio verso un nuovo cammino, nella prospettiva del terzo Raduno che, dopo le Marche e la Campania, nel 2006  sarà celebrato in Lombardia.

La visita alle seterie del Belvedere di San Leucio farà percorrere ai ragazzi un interessante percorso di archeologia industriale: attraverso le sale con strumenti per la produzione e lavorazione della seta, e l’ampia sala con telai in legno perfettamente funzionanti e poi ancora gli appartamenti reali della Reggia di Caserta.

Positiva conclusione del Raduno nazionale, sarà una tappa a Roma per la celebrazione del Giubileo dei Ragazzi sindaci presso la Basilica Santa Maria Maggiore. Il viaggio in treno con la “Freccia rossa” sarà per tanti ragazzi un’originale esperienza, come pure il passaggio della Porta Santa di una delle quattro basiliche papali.

Nel viaggio di ritorno i 100 ragazzi siciliani visiteranno le Grotte di Pertosa e l’Abbazia di Padula.

Partecipano al Raduno i ragazzi delle scuole: Cavour e Brancati di Catania; Pitagora di Misterbianco; Motta S Anastasia. Madre Teresa di Calcutta di Belpasso, Giuffrida -La Mela di Adrano, Paolo Vasta di Acireale.  Giuseppe Fava di Mascalucia, Ist. Mercede di Sant’Agata Li Battiati, Campus Don Bosco di Tremestieri, Macherione di Calatabiano, Verga di Scordia, e dell’Istituto scolastico di San Filippo del Mela in provincia di Messina.

Giuseppe Adernò

Continue Reading

Cultura

A lezione di educazione civica

Published

on

Le delegazioni di 10 Consigli Comunali dei Ragazzi, guidate dai Ragazzi Sindaci delle scuole:  “Parini”, “De Roberto”, “San Giovanni Bosco” di Catania ; “Padre Pio” e “Leonardo Sciascia” di Misterbianco, “Giovanni Paolo II” di Paino Tavola, ; “Mamma Provvidenza” di Paternò, “De Amicis” di Tremestieri Etneo, ”Dusmet” di Nicolosi e “Macherione” di Calatabiano , hanno partecipato alla speciale lezione di Educazione Civica dettata dall’Arcivescovo Mons, Luigi Renna.

I cinquanta ragazzi, accolti nel Salone dei Vescovi, hanno presentato le attività e le iniziative promosse nelle singole realtà scolastiche e l’Arcivescovo ha dialogato con magistrale attenzione pedagogica trattando i temi della politica, come “ricerca del bene comune”; dell’ecologia, custodia del creato e  della raccolta differenziata come segno di cooperazione alla “costruzione della Casa comune” .

Il progettare una scuola bella, pulita, ordinata e rispondere alle esigenze degli studenti è il compito del “Consiglio Comunale dei Ragazzi”, che non è un gioco, ma un apprendimento diretto e concreto di cittadinanza attiva e responsabile.

L’esperienza del voto, vissuta a scuola, per l’elezione del Sindaco dei Ragazzi e del Consiglio Comunale della scuola -piccola città, costituisce una palestra attiva di democrazia partecipativa, facendo acquisire il diritto e il dovere di votare, anche per evitare il diffondersi dell’astensionismo.

L’Arcivescovo, che ha offerto dei dolci ha ragazzi, e speciale Sant’Agata di Avvenire, ha accompagnato i ragazzi nel salone Sant’Agata, spiegando le scritte della Sacra Alleanza dei Popoli e facendo una lezione di storia sulla dimensione europea e sul senso civico.

Giuseppe Adernò

 

Continue Reading

Cultura

Comunicare la disabilità, prima la persona

Published

on

a, nel corso dell’incontro di formazione per giornalisti e docenti educatori sul tema “Comunicare la disabilità- Prima la Persona”.

Promosso dall’UCSI (Unione Cattolica Stampa Italiana) con il patrocinio dell’Ordine dei Giornalisti che ha concesso i crediti formativi per i giornalisti.  l’incontro, coordinato da Salvo Di Salvo, segretario nazionale Ucsi e Tesoriere dell’Ordine dei Giornalisti, ha avuto una qualificata partecipazione ed il coinvolgimento degli studenti del Convitto Cutelli.

La centralità della Persona nella comunicazione e nelle relazioni è stato il filo conduttore degli interventi. Il dott. Antonino Prestipino, neuropsichiatra, volontario dell’ANFASS (Associazione Nazionale Famiglie di Persone con disabilità) ha percorso l’iter evolutivo del lessico che ha accompagnato e guidato la sensibilità sociale verso le persone con disabilità, da “portatore di handicap” ad “handicappato”, posi “disabile”, quindi “soggetto in situazione di handicap o con disabilità” e secondo le indicazioni della Convenzione ONU del 2009: “persona con disabilità

La graduale trasformazione di terminologia, caratterizzata dalla procedura di certificazione, prima secondo le indicazioni del documento OMS ICDH-80  e nel 2021con   la tabella ICF  (classificazione internazionale del funzionamento)  è stata illustrata dal dott. Giuseppe Maria Rapisarda , medico legale.  giornalista pubblicista e collaboratore della rivista “Catania medica”, spiegando la definizione de concetto salute: “condizione di benessere fisico e psichico dovuta a uno stato di perfetta funzionalità dell’organismo” ed il passaggio dal modello medico a quello  bio-psico-sociale.

Gli aspetti pedagogici dell’integrazione scolastica e dell’inclusione sociale sono stati illustrati dal prof. Corrado Muscarà, docente di didattica e pedagogia speciale dell’Università di Catania. La specializzazione dei docenti di sostegno attraverso il TFA (Tirocinio Formativo Attivo) ha apportato un radicale cambiamento nell’approccio pedagogico e didattico, nel processo di relazione e di attenzione alla persona.

Commentando alcune pagine del libro di Marco Pozza “Alla fine è sempre all’improvviso” il dott. Enzo Caruso, vice presidente della sezione UCSI e animatore dell’Associazione Talassemia dell’Ospedale Garibaldi, ha ricordato la preziosa opera di cultura sociale del Prof. Nino Leocata e nel dare centralità alla dignità persona ha analizzato l’espressione “Io non sono il mio errore… né la mia malattia”, mettendo in luce la dignità della persona che nella sua originalità e unicità non dovrà essere etichettata e di conseguenza discriminata come, purtroppo, avviene  sulla scia della “cultura dello scarto”.

L’intervento conclusivo del preside Giuseppe Adernò, “Sempre al centro e prima la Persona” ha indirizzato l’attenzione su alcune prassi, atteggiamenti e stili comunicativi nei confronti delle persone con disabilità. Gentilezza, attenzione, rispetto, valorizzazione della persona sono le caratteristiche del “giornalista inclusivo” che nell’esercizio della professione tende a trasformare in “normale” ciò e è speciale e rendere “speciale”   l’attenzione  alla normalità ; infatti, “il diverso ci fa sentire diversi e, contrariamene a quanto si pensi, è questo che non si riesce ad accettare“

L’abolizione nel linguaggio comune dei termini “handicappato” “menomato”, “down”, autistico” “non vedente”, “non udente” l’uso della parola “disabile” come sostantivo, sono espressione del cambiamento di mentalità nella direzione di una specifica attenzione alla persona, alla sua dignità di creatura, uomo, donna che trasforma in capacità le personali potenzialità, rendendole prima abilità e poi competenze, mettendole a servizio della costruzione del bene comune.

Sono state preziose le testimonianze di Milena Nicotra, dell’Associazione Talassemia dell’Ospedale Garibaldi e di due giornalisti in carrozzina: Carmelo Barcella e Maurilio Vaccaro, i quali hanno trasmesso tanta vitalità ed energia nella gioia di vivere e di contribuire al benessere sociale. Le testimonianze personali dei due campioni nei giochi paraolimpici, il loro sorriso, espressione della gioia di vivere, hanno tracciato un solco nella sensibilità personale dell’attento pubblico e degli studenti.

Continue Reading

In Tendenza