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Arianna Scinardo

Il delfino non sorride e il cocker non è triste

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Per chi va fiero dell’insostituibile intesa che lo lega al proprio amico a quattro zampe. Per chi è convinto di avere una chiave di lettura infallibile della natura e delle specie di animali che la popolano.

Per chi, semplicemente, vuole togliersi qualche curiosità, oggi alla libreria Feltrinelli di via Farini (alle 18) è in programma la presentazione del libro «Piccoli equivoci tra noi animali – Siamo sicuri di capirci con le altre specie?».

Il volumetto, edito da Zanichelli per la collana «Chiavi di lettura», porta la firma della biologa, scrittrice e scientificofficer dell’Associazione Italiana per la ricerca sul cancro Lisa Vozza, milanese la cui famiglia ha origini parmigiane, e di Giorgio Vallortigara, neuroetologo e docente di neuroscienze all’Università di Trento. Abbiamo fatto qualche domanda all’autrice.

Come nasce l’idea di scrivere un libro sugli equivoci fra diverse specie?

«L’idea è nata da una serie di conversazioni che ho avuto con Giorgio Vallortigara, neuroetologo coautore del libro. Lui per mestiere studia il comportamento degli animali, ma tutti noi per natura ne siamo molto attratti; siamo spesso portati ad immaginarci che cosa pensino, cosa provino e non è raro che su questo tema si arrivi spesso a conclusioni prive di senso. Noi pure siamo animali, con le altre specie condividiamo una lunga evoluzione, ma guardare ai loro comportamenti riferendoci alla nostra esperienza (d’altra parte l’unica che abbiamo) è tanto naturale quanto sbagliato».

Antropomorfismo: dell’uomo si parla a un certo punto come di una «macchina un po’ egocentrica». Ci spieghi meglio.

«Si tratta di un atteggiamento inconsapevole, naturale. Fare riferimento alla propria esperienza è normale, ma questo porta, appunto, a far sì che si creino degli equivoci».

Ad esempio? Ci anticipi alcune delle tante curiosità contenute nel volume.

«Il koala abbracciato al tronco che abbiamo scelto per la copertina, ad esempio, tende a suscitare in noi un’idea di tenerezza e pigrizia. In realtà, è stato dimostrato, è semplicemente un modo che l’animale ha per rinfrescarsi: dal contatto con l’albero trova refrigerio dai 40 gradi all’ombra. Oppure il delfino, un animale che ci risulta particolarmente simpatico anche perché sembra sorridere. In realtà la sua espressione è immutabile, semplicemente perché non ha i muscoli facciali con cui esternare le emozioni. Siamo assuefatti dalle nostre, di espressioni, e tendiamo e vederle anche dove non ci sono. Alcuni cani, come i cocker, per via di quegli occhi in giù ci appaiono tristi e malinconici, ma non è affatto così».

Crede che questo «egocentrismo» abbia a che fare in un certo modo con il rapporto che lega l’uomo all’ambiente in genere (non solo alle specie che lo popolano)?

«Siamo un animale di successo, abbiamo sviluppato la capacità di asservire a noi un certo tipo di risorse, ma questo, in fondo, ci accomuna alle altre specie: l’istinto evolutivo di accaparrarsi risorse è comune a tutti».

Se talvolta noi capiamo poco gli animali, gli animali (per lo meno alcuni) sembrano capire meglio noi…

«Sapere cosa passi veramente nel cervello di un animale è difficile, ma di certo alcune specie, in particolar modo quelle domestiche che da tempo vivono vicine agli esseri umani, hanno sviluppato un modo di interpretarci. In che modo lo facciano è difficile dirlo. Un gruppo di scienziati cognitivi dell’Università di medicina veterinaria di Vienna ha dimostrato che i cani sanno discriminare fra facce di persone felici o arrabbiate. Proprio questo, tuttavia, può in realtà essere all’origine di un ulteriore equivoco, come l’idea che i cani sentano misteriosamente l’umore dei padroni. In realtà hanno semplicemente imparato a riconoscere la faccia allegra o triste e ad associarla a determinate conseguenze. Faccia triste? Oggi niente passeggiata».

Si parla anche del grado di coscienza degli animali?

«Quella della coscienza è uno delle più complesse tematiche della scienza moderna. Ancora oggi non abbiamo idea di cosa sia in noi umani e di dove si trovi nel cervello. Partendo da questa constatazione è difficile dire in che misura appartenga anche alle altre specie».

«Piccoli equivoci tra noi animali- Siamo sicuri di capirci con le altre specie?» di Lisa Vozza e Giorgio Vallortigara Zanichelli, pag. 225, euro 13,90

Margherita Portelli (La Voce di Parma)

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Arianna Scinardo

Braga e Bossi autori delle musiche de: “L’abbaglio”

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L’ABBAGLIO – Michele Braga ed Emanuele Bossi firmano la colonna sonora del film di Roberto Ando’

Prossimamente sarà disponibile in digitale la colonna sonora originale, a firma di Michele Braga ed Emanuele BossiI, di “L’ABBAGLIO” (edita da Edizioni Curci), il nuovo film di Roberto Andò, che arriva nelle sale italiane dal 16 gennaio distribuito da 01 Distribution.

L’Abbaglio” si colloca sul crinale di due mondi musicali ben distinti: da un lato, l’attesa di un destino epico che deve compiersi nella spedizione dei Mille; dall’altro, il tono meno serio e a tratti divertente incarnato dai due disertori che, loro malgrado, finiranno per aiutare il generale Orsini nell’impresa. Sullo sfondo, la Sicilia con tutte le sue meraviglie e contraddizioni musicali, a fare da cornice.

«Oltre ad esserci ispirati alla musica propria del periodo (e quindi chi altri se non Verdi!), abbiamo cercato una “voce narrante” originale, che legasse il racconto senza essere di parte, cercando un’epicità laica, senza celebrazioni – dichiarano Michele Braga ed Emanuele Bossi – Poter scrivere musica per grande orchestra, eseguirla e registrarla in uno dei luoghi simbolo della musica in Italia (la sala Petrassi dell’Auditorium Parco della Musica – Ennio Morricone) è stata una rara opportunità che ci ha lusingato e che abbiamo colto con entusiasmo».

L’Abbaglio” di Roberto Andò è una produzione TRAMP LTD e BIBI FILM con RAI CINEMA e MEDUSA FILM, in collaborazione con Netflix. Nel film gli attori, Toni Servillo, Salvo Ficarra e Valentino Picone.

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Arianna Scinardo

Il gioco della verità

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A ridosso dell’anniversario della scomparsa di Mariangela Melato, l’11 gennaio 2013, Rai Cultura propone, l’episodio a lei dedicato della serie “Illuminate”, prodotta da Anele, che racconta le storie di quattro eccellenze femminili italiane, in onda venerdì 10 gennaio 2025 alle 23.10 su Rai Storia. In “Mariangela Melato. Il Gioco della Verità” diretto da Marco Spagnoli, Elena Sofia Ricci andrà nel posto dove, negli anni ’80, incontrò per la prima volta la grande attrice milanese, una cantina nel Quartiere Monti di Roma, un piccolo teatro off che Mariangela, già famosa, frequentava in mezzo a giovani attori, facendo con loro il gioco della verità.

Elena Sofia Ricci

Da qui partirà Elena Sofia Ricci per scoprire qualcosa di più su una delle più grandi attrici di sempre, insieme alle persone che l’hanno conosciuta bene, continuando quel gioco della verità che aveva iniziato con lei, e cercando di carpire da ciascuno il proprio pezzo di verità su Mariangela.

Tra i numerosi testimoni che daranno un prezioso contributo al racconto di questa grande icona del cinema e del teatro italiano, la sorella Anna Melato, Renzo Arbore, Pupi Avati, Gabriele Lavia, Massimo Ranieri, Lina Wertmüller, Luca Barbareschi, Annabella Cerliani, Felice Laudadio, Giampiero Solari, Renato Scarpa e l’amica e assistente Giovanna Guida. Il docu-film “Mariangela Melato. Il Gioco della Verità” è scritto da Marco Dell’Omo con la collaborazione di Marco Spagnoli e diretto da Marco Spagnoli.

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Arianna Scinardo

Cineclub Scienza a Roma dal 15 gennaio

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Dal 15 gennaio al 9 aprile 2025 al Teatro Palladium di Roma, con “Cineclub Scienza – Al Cinema con i Ricercatori e le Ricercatrici”, la scienza incontra il grande schermo per esplorare i temi cruciali della contemporaneità: cambiamenti climatici, biodiversità, intelligenza artificiale e conflitti ambientali raccontati attraverso quattro proiezioni cinematografiche, seguite da dialoghi con ricercatori, esperti e moderatori d’eccezione per un nuovo format che sul palco del teatro dell’Università Roma Tre prosegue l’indagine sul presente attraverso il confronto tra discipline, arti e linguaggi.

Questioni centrali nel dibattito pubblico, come la crisi climatica, il rapporto uomo-natura e le implicazioni etiche delle nuove tecnologie, vengono affrontate attraverso alcune delle pellicole più significative degli ultimi anni, con una visione multidisciplinare che – oltre alle proiezioni – vede in dialogo scienziati e pubblico per decodificare, attraverso la lente della ricerca, le ansie e le speranze del presente.

I film

Si parte il 15 gennaio 2025, ore 19:45 con “The Imitation Game“, pellicola del 2014 di Morten Tyldum, la storia del matematico Alan Turing che durante la Seconda Guerra Mondiale decifrò il codice Enigma: un equilibrio tra scienza, politica e dilemmi morali che interroga anche il presente. Fino a che punto può spingersi il potere scientifico? Ospiti: Mario De Caro (Roma Tre), Matteo Santandrea (Roma Tre), Roberta Vigni (ISPRA),moderatore il giornalista Marco Gisotti.

Si prosegue il 12 febbraio 2025 con una riflessione su conflitti ambientali, attivismo e resistenza, dove la natura diventa protagonista di una battaglia globale per il futuro: “La donna elettrica“, diretto da Benedikt Erlingsson nel 2018. Ospiti: Avv. Paola Bevere, Valeria Frittelloni (ISPRA), Prof. Giacomo Ravesi (Roma Tre), moderatore il giornalista Stefano Liberti.

Il 12 marzo “Il male non e siste“, un film del 2023 diretto da Ryūsuke Hamaguchi, ci offre uno spaccato sulle relazioni umane e naturali: nel bosco di Mizubiki, l’arrivo di una multinazionale minaccia l’equilibrio di una piccola comunità. Ospiti: Prof.ssa Ivelise Perniola (Roma Tre), Lorenzo Ciccarese (ISPRA), moderatore Giulio Carcani (ISPRA).

Il sale della Terra“, un film diretto da Wim Wenders e da Juliano Ribeiro Salgado, in programma il 9 aprile 2025, chiude Cineclub Scienza offrendo l’emozionante ritratto del fotografo Sebastiao Salgado che, in quarant’anni di lavoro, ha raccontato la bellezza del mondo e la sua distruzione ad opera dell’uomo. Ospiti: Edwige Pezzulli (INAF), Daniele Spizzichino (ISPRA), Prof. Elio Ugenti (Roma Tre).

Cineclub Scienza – Al Cinema con i Ricercatori e le Ricercatrici è un’iniziativa di ISPRA – Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale in collaborazione con il Dipartimento di Filosofia, Comunicazione e Spettacolo di Roma Tre e Fondazione Teatro Palladium, con il contributo del Network Nazionale Biodiversità e il patrocinio morale del Ministero dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica.

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