Editoriali

Il volto delle donne in fuga!

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Un terribile fatto di cronaca ha scosso nei giorni scorsi una piccola comunità campana, l’ennesimo femminicidio per mano di un criminale che era stato lasciato qualche mese fa dalla fidanzata, Anna Borsa, 30 anni, e che si è vendicato, sparandole un colpo alla testa nella parruccheria dove lei lavorava. “Sognavamo una famiglia ma alla fine mi hai tolto la vita, scriveva sui social l’assassino e invece la vita l’ha tolta lui a questa bellissima ragazza. Mi hanno molto colpito le parole del parroco della chiesa dell’Immacolata di Pontecagnano, Don Antonio Pisapia, che ha voluto ricordare le parole del santo padre pronunciate durante l’omelia della messa celebrata in San Pietro nella Solennità della madre di Dio: “Quanta violenza c’è nei confronti delle donne! Basta! Ferire una donna è oltraggiare Dio, che da una donna ha preso l’umanità, non da un angelo, non direttamente: da una donna. Come da una donna, la Chiesa donna, prende l’umanità dei figli”; il Pontefice ha esortato il mondo a impegnarsi per promuovere le madri e proteggere le donne. Come non riflettere su queste parole e volgere il pensiero sull’attualità, sulle migliaia di donne e bambini protagonisti, in questi giorni di guerra tra Russia e Ucraina, di un esodo dalle proporzioni bibliche. I telegiornali ci mostrano i loro volti e ritorna di nuovo la riflessione di papa Francesco di inizio anno sulle mamme: ”Quanto amore c’è nei loro occhi, che mentre piangono sanno infondere motivi per sperare! Il loro è uno sguardo consapevole, senza illusioni, eppure al di là del dolore e dei problemi offre una prospettiva più ampia, quella della cura, dell’amore che rigenera speranza. Questo fanno le madri: sanno superare ostacoli e conflitti, sanno infondere pace. Così riescono a trasformare le avversità in opportunità di rinascita e in opportunità di crescita. Lo fanno perché sanno custodire. Le madri sanno custodire, sanno tenere insieme i fili della vita, tutti. C’è bisogno di gente in grado di tessere fili di comunione, che contrastino i troppi fili spinati delle divisioni. E questo le madri sanno farlo”. Probabilmente il santo padre non avrebbe immaginato, due mesi fa, che questo suo discorso oggi è più che mai vivo, modellandosi plasticamente a ciò che sta avvenendo nei territori di guerra, con l’aggravante che giungono sempre più notizie di violenze e stupri. Ecco cosa ha dichiarato il ministro degli Esteri di Kiev, Dmytro Kuleba: “Non solo trattative ai tavoli e bombardamenti, la guerra in Ucraina sta rapidamente degenerando, accanendosi soprattutto sui più deboli. Come in ogni conflitto armato, quando la violenza diventa cieca e brutale, ad essere più esposte alla crudeltà sono inevitabilmente le donne. Facili prede di stupri e sevizie, le donne ucraine rischiano di trasformarsi rapidamente in vittime di una violenza non raccontata, invisibili e abbandonate al loro dramma personale. Troppo spesso, infatti, l’abuso sessuale viene considerato soltanto un effetto collaterale della guerra in cui lo stupro di guerra tende ad assumere i connotati di una nuova, atroce normalità”.

 

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