Editoriali

Il villaggio intergenerazionale. Un progetto europeo

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“Intergenerational Housing Projects, è il nome in inglese che è stato dato al progetto ammesso al finanziamento dal Fondo di Innovazione sociale del Dipartimento della Funzione pubblica. In un unico edificio giovani, famiglie con bambini e anziani potranno vivere insieme. L’idea è del Comune di Perugia, in collaborazione con il Consorzio Abn A&B Network Sociale e la Human Foundation Do&Think Tank; insieme realizzeranno un villaggio intergenerazionale nel quale sperimentare un nuovo modello di welfare fondato sulla convivenza tra differenti generazioni. Sembra quasi scontato, di fatto quasi tutti i condomini presentano una eterogeneità di popolazione,  ma questo progetto va oltre. Lo ha spiegato l’assessore del comune di Perugia al quotidiano on line dell’Umbria: ”Il progetto, classificandosi quarto su 32 proposte candidate, prevede – come ha spiegato l’assessore Cicchi – il recupero  la valorizzazione di un immobile, in cui giovani, famiglie e anziani possano sperimentare una convivenza facilitata, in grado di produrre un impatto sociale positivo sulla comunità e una conseguente riduzione della spesa a carico dei servizi sociali e delle aziende sanitarie. I primi 150mila euro saranno destinati allo studio di fattibilità e pianificazione esecutiva, mentre complessivamente, le risorse destinate agli interventi ammessi in tutta Italia sono 21 milioni 250mila euro, a cui si aggiungono oltre 3 milioni per gli studi di fattibilità. Il tema dell’abitare inclusivo ormai si fa strada in maniera sempre più pressate ormai da diverso tempo; amministratori e rappresentanti del mondo del welfare si interrogano su questa condizione necessaria a garantire una vita autonoma e indipendente, con attenzione mirata ai giovani, e agli anziani anche  con problemi di salute o di disabilità. Gli esperti infatti sono da tempo impegnati nella progettazione inclusiva per l’accessibilità, la salute, il benessere e la sicurezza dei luoghi dell’abitare, con l’obiettivo di concorrere a soddisfare specifiche esigenze d’uso attraverso forme e tecnologie avanzate per la composizione di spazi, la realizzazione di oggetti e l’organizzazione di servizi. In questa direzione l’iniziativa del ministero andrebbe colta al volo da tutti quei comuni che, e sono ormai tutti, si sono visti decurtare grandi somme dai capitoli dedicati alle attività sociali. E’ chiaro che i progetti e i finanziamenti vanno cercati ecco perché occorrono figure professionali che possa offrire la loro consulenza a tutte quelle amministrazioni pubbliche costrette ogni giorno a dovere fronteggiare, come uno tsunami, migliaia di richieste da parte di una popolazione che vive ormai ai margini della povertà.

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