Società
Unità di strada CRI, al servizio dei poveri della città
Successivamente ci raggiunge anche un altro volontario esperto, Angelo Scribano. Dal centro di preparazione di pasti caldi imbarchiamo voluminose casse termiche color nocciola con all’interno, confezionati, un primo, un secondo e un frutto. Alcuni bar della città contribuiscono dimostrando grande generosità; nel vederci arrivare ci fanno trovare grandi ceste con tutto ciò che è avanzato dalla giornata: pizzette, panini, cornetti. Un esempio che molti ristoratori dovrebbero seguire. Finita la fase di approvvigionamento inizia il giro, come una sorta di google maps, c’è una tabella di marcia da seguire dove portare un pasto caldo a chi materialmente vive per strada. Non ci sono soltanto i clochard, ma anche le prostitute nigeriane. Tutti accorrono quando vedono arrivare il furgone bianco con l’emblema di croce rossa. Tutti si mettono rigorosamente in fila e attendono il loro turno per ritirare, dalle mani dei volontari, il sacchetto con i viveri e una bottiglia d’acqua. Il numero degli assistiti cresce ogni sera ed è difficile fare una previsione di pasti da distribuire. Quella sera avremmo voluto aiutare più persone ma il furgone in poche ore si è svuotato. La stazione ferroviaria Nortarbartolo e quella centrale sono quelle con il maggiore numero di poveri. Ognuno ha una storia alle spalle, c’è anche il disoccupato cinquantenne che ha perso il lavoro e che nessuno vuole più riassumere. I loro occhi sono tristi cercano uno sguardo amico che possa dare loro anche un frammento di felicità. Il rituale vuole una foto ricordo del gruppo che ha fatto il servizio e alla fine si ritorna stremati ma con una sensazione di pienezza come una sorta di grande abbuffata, non di cibo ma di solidarietà e umanità. E’ difficile spiegarlo a parole, puoi solo viverlo se scegli di stare in Croce Rossa.