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Turismo in Italia. Bisognerà attendere il 2023?

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Un drammatico calo, in termini di presenze turistiche e fatturato, che potrebbe protrarsi fino al 2023.

Questa la sintesi di uno studio, contenuto nel Bollettino dell’Ufficio Studi ENIT che ha monitorato le conseguenze a breve termine della pandemia del Coronavirus sul turismo. Uno studio che ha toccato vari aspetti. Dal monitoraggio degli arrivi aeroportuali all’impatto economico potenziale del Covid-19. E ancora, dalle intenzioni di vacanza e prenotazioni in Italia dalla Germania, Francia, UK e USA alle prenotazioni di turisti italiani. Oltre, ovviamente, al monitoraggio delle prenotazioni proveniente dai Tour Operator Stranieri e dalle OTA. E che conclude con una analisi qualitativa e quantitativa relativa alla immagine del “sentiment” verso il nostro paese, presente sui social network.

Impietoso il dato degli arrivi aeroportuali internazionali, comparando il primo trimestre 2020 a quello del 2019, per via di un calo di circa il 48%. Calo che, osservando le previsioni legate al lockdown dei nostri aeroporti (-96,8% nel solo mese di Marzo) viene ipotizzato – su base annuale – in un -65% totale e con perdite di 130 sui 200 milioni di passeggeri stimati. Un calo di fatturato di almeno il 50% per i gestori aeroportuali e quantificabile in circa 1,6 miliardi di euro.

Calano i turisti internazionali e, di conseguenza, la loro capacità di spesa. Una contrazione di spesa turistica, in entrate dall’estero, di quasi 20 miliardi di euro nel 2020 rispetto al livello del 2019. E, rimanendo in termini quantitativi, un calo di 102 milioni di presenze turistiche nel 2020 rispetto al 2019, con maggiore penalizzazione per le località “stagionali” (considerando la limitazione dei viaggi da maggio a fine agosto). Uno scenario negativo, che stima la riduzione dei pernottamenti internazionali nel 2020, tra il -43% e il -72% rispetto ai volumi del 2019.

Lo studio considera poi diversi possibili scenari, a seconda del blocco. Quello definito di “Base 1” (blocco fino a Giugno 2020 e conseguenze negative fino ad Ottobre 2020), l’ipotesi “Sopra le aspettative di base (blocco di soli 3 mesi e impatto negativo fino ad Agosto 2020) e per finire lo scenario definito “Sotto le aspettative di base” (blocco fino a 7 mesi e conseguenti negative fino alla fine del 2020). Tre scenari che dipingono chiaramente un futuro a tinte fosche ed un recupero possibile dei livelli di turismo del 2019, non prima del 2023.

Quattro anni, per una possibile ripresa dell’industria turistica ai numeri Pre-Covid-19. Uno scenario difficile da comprendere, per i non addetti ai lavori. Ma evidente dall’inizio, per chi è abituato a programmare con largo anticipo ed a prevedere le conseguenze temporali nel turismo, anche a seguito delle più “ordinarie” emergenze. Pochi dubbi che la stagione in corso possa considerarsi archiviata, quindi, e che occorrano misure straordinarie per fare ripartire il settore. L’unica consolazione – tornando allo studio ENIT – riguarda il “sentiment” positivo del nostro paese sui social, con 162 milioni di interazioni nell’ultimo mese. Un unico, flebile, segno di speranza per il lifestyle Italiano.

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