Religione
Successo per il seminario sulla Dottrina sociale della Chiesa
“La fede cristiana sorgente di valori per la vita sociale e politica” è stato il tema del seminario organizzato dal parroco di sant’Anna, a Enna Bassa, don Franco Greco, che ha visto la partecipazione di un numeroso pubblico, che ha molto apprezzato la relazione dell’ennese Vincenzo Di Natale. 49 anni, Di Natale è considerato, in ambito regionale, uno dei principali professionisti della formazione, che ha ottenuto i migliori risultati durante il corso biennale, organizzato in Vaticano, per il conseguimento del diploma in Dottrina sociale della Chiesa. “La DSC si deve considerare uno strumento prezioso da conoscere, da studiare, da interrogare, da sviluppare e soprattutto da non imbalsamare”. La Dottrina Sociale contiene un patrimonio di riflessioni e di speranze in grado di orientare le persone e di conservarle libere. Occorre coraggio, un pensiero e la forza della fede per stare dentro il sociale, il politico, l’amministrativo guidati da una coscienza che metta al centro la dignità della persona umana, il bene comune, il principio di sussidiarietà e di solidarietà. “Con il Concilio Vaticano II, dice Di Natale, viene ribadito il ruolo dei laici, i quali devono sempre più assumere il dovere di conoscere e capire; ma per “capire” e “responsabilizzarsi” la parola chiave è: “Formazione”, spirituale e culturale, intesa come acquisizione di strumenti di lettura della realtà. A noi non servono “brave persone”, ma “persone brave”. A noi serve questo laicato e, per averlo, dobbiamo organizzarci appunto con la formazione. Sono decenni che i Vescovi dicono che la DSC deve costituire parte integrante dei cammini formativi di associazioni, movimenti e gruppi. La conseguenza è l’analfabetismo sui temi della solidarietà, sussidiarietà, bene comune, stato sociale, diritti e doveri. Questo determina, presso i cattolici, una debolezza culturale, e alla fine, come ultima conseguenza, una insignificanza politica. L’uomo raggiunge la propria perfezione non in isolamento dagli altri, ma in comunità. L’egoismo che ci spinge a cercare il proprio bene a scapito del bene del prossimo, viene superato attraverso la ricerca del “bene comune”. Il bene comune è un bene della società come tale, un bene nostro e non soltanto mio, né soltanto tuo. Il principio del bene comune ricorda che la persona può trovare il suo compimento nel “suo essere <<con>> e <<per>> gli altri. Tutti noi abbiamo la responsabilità di operare per il bene comune ed il diritto di beneficiarne, ma è compito primario della comunità politica promuoverlo e difenderlo”. La relazione si è conclusa con un riferimento alla legge di liberalizzazione dell’apertura dei negozi la domenica, che ha creato un conflitto di opinioni: “se il valore di riferimento significa creare profitto, ha concluso il professionista, i negozi dovrebbero restare aperti; se il valore di riferimento è la persona allora i negozi la domenica dovrebbero stare chiusi, perché la domenica è il giorno in cui si recuperano delle relazioni interpersonali.