Editoriali
Il primato dei siciliani all’estero, valore da difendere
La Sicilia, con oltre 798 mila iscrizioni, è la regione con la comunità più numerosa di residenti all’estero. E’ quanto emerge dal nuovo “Rapporto italiani nel mondo” della Fondazione Migrantes della Conferenza episcopale italiana presentato pochi giorni fa. “È vero che l’Italia sta vivendo da poco più di un decennio una nuova stagione migratoria, ma le conseguenze di questo percorso sono apparse, in tutta la loro evidenza, nell’ultimo quinquennio aggravando una strada che l’Italia sta pericolosamente percorrendo velocemente e a senso unico, caratterizzata da svuotamento e spopolamento, dove alle partenze non corrispondono i ritorni, è scritto dal Rapporto di Migrantes. Se, peraltro, a lasciare l’Italia inesorabilmente sono i giovani nel pieno della loro vitalità personale e creatività professionale, è su questi che si deve concentrare l’attenzione e l’azione. Urgono analisi e politiche finalizzate a un cambiamento di rotta nell’interesse dell’Italia tutta, dei suoi sempre più numerosi anziani che restano e dei suoi territori sempre più abbandonati e deserti. Uno studio e un impegno che devono essere costruiti con consapevolezza e professionalità, non calati dall’alto, aggiungono i ricercatori che hanno redatto il rapporto, ma rispondenti a un sistema di indicatori che consenta di valutare l’impatto che un’idea o una proposta di legge ha sulle diverse generazioni della popolazione soprattutto, nel caso specifico dell’Italia, sui giovani già fortemente impoveriti e colpiti dai divari esistenti all’interno del Paese e nel confronto con le altre realtà europee ed extraeuropee”. Nel dettaglio, al 1 gennaio 2021, la comunità strutturale dei connazionali residenti all’estero è costituita da 5.652.080 unità, il 9,5% degli oltre 59,2 milioni di italiani residenti in Italia. Mentre l’Italia ha perso quasi 384 mila residenti sul suo territorio (dato Istat), ne ha guadagnati 166 mila all’estero (dato Aire): un aumento di presenza all’estero del 3% nell’ultimo anno. Ampio spazio è dedicato anche ai rientri e ai cambiamenti legati alla crisi pandemica che sembra aver penalizzato fortemente il Sud e i giovani. “Se i rientri pre-Covid-19 hanno visto il Nord, e la Lombardia in primis, come territorio maggiormente considerato durante l’emergenza sanitaria, è il Sud che ha accolto la maggior parte dei giovani di ritorno”, – si legge nel rapporto. Il protagonismo del Meridione, per gli autori del rapporto, è la risultante di due elementi: “Innanzitutto, è l’effetto di un ritorno dovuto non a opportunità di lavoro ma a questioni emergenziali e, in secondo luogo, è la conseguenza dell’introduzione di un’agevolazione potenziata che passa dal 70% al 90% nel caso in cui la residenza viene trasferita dall’estero in un territorio del Sud Italia. Altro dato messo in luce dagli studi di Gruppo Controesodo è relativo al fatto che la pandemia ha incentivato il rientro dei lavoratori autonomi, dei ricercatori e dei soggetti privi di un’occupazione. La quota di chi, invece, si trova all’estero come lavoratore dipendente è diminuita fortemente”.