Editoriali
Sicilia rialzati e corri! Pronti per la visita del papa
Correre forte, in avanti, senza paura. Più veloci degli adulti, superando il loro passo timoroso. Correre perché il cuore batte all’impazzata, non perché non si ha mai tempo per le troppe cose da fare. Correre verso le periferie, per costruire un’umanità fraterna, perché il mondo ha bisogno di fratellanza. Ai 50mila giovani italiani che si sono dati appuntamento al Circo Massimo a Roma lo scorso mese di agosto, il Papa ha chiesto di correre forte, con passi più veloci di quelli degli adulti, come ha fatto Giovanni andando verso il sepolcro vuoto di Gesù. La visita del Santo Padre a Piazza Armerina prima e a Palermo poi non può che prendere spunto da questo invito a correre. Giovanni è il discepolo che si precipita nel sepolcro per scoprire il mistero; ha grinta e tanta energia certamente perché è più giovane, ma anche perché non ha mai smesso di sperare. Insieme a lui il Papa ha citato come esempio il Santo di cui ha scelto di portare il nome: Francesco d’Assisi, un giovane che, sognando in grande, ha cambiato la storia dell’Italia. “La Chiesa senza testimonianza è soltanto fumo” ha detto il Papa e poi rivolgendosi ai giovani ha detto ancora una volta di non avere paura del futuro. La visita del papa stimola nuovi interrogativi, primo fra tutti: quanto bisogno c’è di rialzarsi e correre? Fissare nuovi traguardi e tentare sempre di raggiungerli; la corsa come rimedio alla rassegnazione, allo sconforto, alla solitudine di migliaia di giovani che prendono la triste decisione di lasciare la famiglia d’origine ed emigrare all’estero. La presenza del papa in Sicilia e in particolare nell’entroterra siciliano è un faro che illumina i tanti percorsi bui di una adolescenza ormai inghiottita dal nichilismo. Il candore della sua veste bianca spiccherà in mezzo alle popolazioni vessate sempre più dalla crisi economica che sbatte, inesorabilmente, questa martoriata terra, agli ultimi posti in termini di occupazione giovanile. Il papa passa fra la folla come a volere illuminare le menti, ridare speranza ai giovani e invitarli anche in questa occasione a non fermarsi, ma correre. Non importa se gli adulti bloccheranno la corsa direttamente o indirettamente, sicuramente il passo dei giovani sarà più lungo, coraggioso e probabilmente meno timoroso.