Editoriali
Lo shock dei rincari!
Dopo il covid ci mancava la batosta del caro benzina. Il grido d’allarme lanciato dalle associazioni di commercianti si fa sempre più forte. Il presidente di Federconsumatori di Palermo Lillo Vizzini, a un cronista di Repubblica ha dichiarato: “…ogni famiglia siciliana dovrebbe non mangiare per un mese e mezzo per far quadrare i conti; il prezzo del metano è già raddoppiato rispetto all’inizio del 2021, la benzina a dicembre era a 1,70 euro al litro, adesso a 2,25. Forse non ci pensiamo più, ma significa 4.500 lire al litro. Lo avremmo mai immaginato?”. Neanche i distributori di carburante senza marchio, le cosiddette “pompe bianche” possono risolvere il problema: “In Sicilia sono poche ma soprattutto non possono sfuggire né alle accise, né al rincaro del barile di petrolio. Il risparmio c’è ma è molto limitato, fra 10 e 20 centesimi. Le ripercussioni della guerra si aggiungono in Sicilia a un tasso di inflazione cresciuto più che nella media nazionale. Al nostro sportello – racconta Vizzini – abbiamo ogni giorno il polso di una situazione drammatica. La gente è disperata, chi pagava 70 euro di gas a bolletta adesso ne paga 200. Lo stesso per quelle dell’energia elettrica. Ci sono famiglie che non sanno come pagare senza ricorrere alle rateizzazioni ma anche tante piccole botteghe in difficoltà. Pochi giorni fa la titolare di una rivendita di polli allo spiedo aveva le lacrime agli occhi. Per questo noi come associazione abbiamo fatto un appello alle aziende che forniscono luce e gas, soprattutto quelle locali di potere offrire maggiore elasticità di pagamento ai clienti”. I costi delle materie prime sono tutti aumentati, le famiglie si ritrovano così sempre meno soldi in tasca, e quindi evitano di spendere anche per andare a mangiare una pizza. Sembra proprio una beffa avere riportato la Sicilia in zona bianca ma manca quella liquidità necessaria anche per soddisfare i bisogni primari. Mi hanno molto colpito le parole della titolare di un ristorante: In 22 anni che faccio questo lavoro non ho mai visto un periodo simile; non mi sono mai lamentata nemmeno in pandemia ma questi rincari ci mettono a dura prova. Faccio un esempio: per colpa degli scioperi il pesce non si trova o si trova a prezzi aumentati del 45%, e non è niente in confronto alla pasta trafilata al bronzo che in pochi mesi è salita del 400%. Durante la settimana ci sono pochi clienti, mentre nel fine settimana ci si riunisce a tavola e gli affari risalgono un pò, ma è dura, molto. La gente non ne può davvero più”