Editoriali
Il ritiro sociale dei giovani
Dalle colonne di questo giornale ce ne siamo occupati diverse volte, ci riferiamo al fenomeno “Hikikomori”, meglio conosciuto come “ritiro sociale dei giovani”. Identificato per la prima volta negli anni ‘80 in Giappone, si tratta di un disagio che grava fortemente su molte famiglie che improvvisamente perdono attivamente un loro membro, il quale decide volontariamente di chiudersi nella propria stanza, cessando all’improvviso di avere ogni contatto con il mondo esterno, se non attraverso un computer collegato alla rete. Per la prima volta in Sicilia, al Teatro Politeama di Palermo si è svolta la prima giornata di sensibilizzazione su questo fenomeno, purtroppo ancora poco conosciuto, ma in forte crescita a causa anche dell’emergenza sanitaria. Tra le testimonianze più toccanti quella di Gioacchino Cappelli, figlio dell’attrice catanese Lucia Sardo, l’indimenticabile Felicia Impastato nel film “I Cento passi” di Marco Tullio Giordana. Seduta tra il pubblico, la Sardo non è stata solo testimonial artistica ma come mamma ha aderito all’associazione, insieme a tante altre e a tanti padri che condividono esperienze di ritiro sociale dei propri figli. Gioacchino, giovane Hikikomori uscito dopo 12 anni di chiusura dalla propria stanza, ha scritto uno spettacolo teatrale che simula la storia di un ragazzo che non ha più voglia di crescere. A seguito delle delusioni causate dal migliore amico, dalla fidanzata, dai compagni, dai genitori decide semplicemente di trascurarsi isolandosi dal mondo, giocando con i video game. Un’esperienza questa comune a molti adolescenti; l’associazione Hikikomori Italia Genitori, nata nel 2017, in Sicilia ha ottenuto il mese scorso, la firma di un importante protocollo con l’ufficio scolastico regionale che consente ai giovani Hikikomori di studiare con modalità diverse dalla presenza in classe, ma anche di formare insegnanti e personale a riconoscere i segnali d’allarme e a dare aiuto prima che si isolino. L’obiettivo è anche e soprattutto quello di spiegare ai genitori come aiutare il proprio figlio a uscire dall’isolamento. Prima l’età interessata era dai 14 anni in su, adesso si è ulteriormente abbassata anche arrivando anche agli 11. L’associazione stima che in Italia siano 100 mila i soggetti Hikikomori, in Sicilia le famiglie attive sono 80 ma il fenomeno rimane sommerso per la ritrosia a parlarne. Da qui la scelta di realizzare numerose iniziative di sensibilizzazione. C’è anche un aspetto sanitario da non trascurare; tra i primi segnali la fatica di andare a scuola, fastidi fisici come mal di testa, mal di pancia, senso di nausea oltre che psicologici.