Editoriali

Ragusa solidale!

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C’è una città con la sua provincia, Ragusa, che negli ultimi giorni ha fatto molto palare di se in termini positivi, rispetto ad alcuni dati fortemente negativi. Nell’edizione 2015 della ricerca del quotidiano Il Sole 24 Ore sulla qualità della vita nelle province italiane, la Sicilia è fanalino di coda, con otto province su nove oltre il novantesimo posto sui 110 della lista. Palermo al 106esimo posto e perde undici posizioni, Catania ne guadagna quattro, Enna sale di otto posizioni, mentre Agrigento ne guadagna dieci. Ma le città siciliane continuano a restare agli ultimi posti in Italia per qualità della vita. Ma se c’è un luogo in Sicilia che coniuga perfettamente le sei aree tematiche prese come indicatori e cioè: tenore di vita, affari e lavoro, servizi, popolazione, ordine pubblico e tempo libero, questo è Ragusa,  che si è posizionata al 78esimo posto. Da queste parti proviene il nuovo arcivescovo di Palermo  e proprio Ragusa, con i suoi panificatori si è fatta molto apprezzare in termini di solidarietà. «Abbiamo accolto di buon grado le parole del pontefice – ha dichiarato al Giornale di Sicilia Salvatore Criscione, presidente dell’associazione di volontariato Vo.Cri – che invitava la chiesa ad aprire le porte ai poveri della città. Così abbiamo deciso di ospitare una famiglia di tunisini, con cinque persone, che vivevano all’interno di un garage in pessime condizioni igienico sanitarie, all’interno della nostra struttura. Abbiamo ritagliato, all’interno dei nostri locali, al primo piano, un confortevole alloggio per ospitare questa famiglia in attesa di trovare una soluzione migliore». Ma le associazioni ragusane hanno fatto di più, in questo natale, che verrà ricordato male per la crescente crisi economica: è stato distribuito il pane gratuitamente. Così le porte del centro di prima accoglienza «Sant’Angela Merici», di via Ecce Homo, nel centro storico di Ragusa superiore, si sono spalancate per offrire aiuto ai poveri.  Una povertà che non ha avuto colore o nazionalità: 127 famiglie italiane, 48 di nazionalità albanese, 70 rumene, 19 provenienti dalla Tunisia, 13 dalla Polonia, 17 dal Marocco, 7 dall’Algeria, 3 dall’Iraq e 4 dall’Eritrea. Una catena del buon samaritano che ha coinvolto 20 panifici che hanno donato il pane del giorno prima e 40 volontari che si sono occupati, dal lunedì al sabato, della raccolta e distribuzione. Forse questa notizia non sarà da prima pagina ma per molte famiglie il pane significa “sopravvivenza”.
Buon 2016!

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