Editoriali

“Quale mondo lasceremo ai nostri figli?

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“Quale mondo lasceremo ai nostri figli? Quali figli lasceremo a questo mondo? Mi ha molto colpito questo doppio titolo che ha voluto dare il vescovo di Ivrea, Edoardo Aldo Cerrato, nella sua lettera pastorale. La denuncia del pastore della chiesa piemontese  si può tranquillamente estendere a tutte le parrocchie d’Italia e riguarda il progressivo impoverimento delle chiese in termini di presenze di giovani. Sono loro che oggi hanno perso i punti di riferimento a causa del cambiamento profondo maturato negli ultimi decenni nella società. Un dato emblematico è la decisione di molte coppie di non battezzare i figli. In Sicilia ancora la percentuali rimangono alte ma nelle chiese del nord Italia le conferenze episcopali stanno seriamente interrogandosi sulle cause. Secondo il prelato di Ivrea, è necessario “camminare con i giovani, stare al loro passo. Bisogna uscire dai vecchi schemi preconfezionati per incontrarli lì dove sono, adeguandosi ai loro tempi e ai loro ritmi. Bisogna prenderli sul serio nella loro fatica a decifrare la realtà in cui vivono” Come farlo? Va bene anche l’approccio sui social network – ha sottolineato Cerrato – ma fermiamoci per strada, cerchiamo di interagire con loro, puntiamo sull’associazionismo. È questo lo sforzo a cui siamo chiamati come pastori in un epoca in cui i giovani non hanno più punti di riferimenti nella famiglia e nella scuola. Ho potuto verificare il grande zelo pastorale dei sacerdoti ed il bene che viene fatto nelle parrocchie – ha spiegato Cerrato, che ha aggiunto – ma ho trovato anche problemi seri come quello dei giovani, impegnati in piccola percentuale, ma assenti in grande maggioranza dalla vita della chiesa dalla quale tendono ad allontanarsi dopo la cresima o addirittura non sono cresimati e ormai in molti casi neppure battezzati”. E se da un lato le chiese si impoveriscono sempre di più della presenza dei giovani, dall’altro cresce la media di parroci anziani. Dunque la forbice “giovani – anziani” esiste anche nella chiesa oltre che nella società. Avvicinare i ragazzi ad un cammino di spiritualità non è semplice, ma probabilmente le famiglie potrebbero aiutare molto i religiosi ad accogliere meglio e di più.

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