Editoriali

Più morti che nati

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Eccolo puntuale e inesorabile l’ultimo rapporto Svimez che fa ancora una volta registrare dati da paura, con una Sicilia che continua a impoverirsi, con un aumento del 40% di famiglie povere nell’ultimo anno. Più morti che nati. Nel 2013 al Sud i decessi hanno superato le nascite, confermando il trend già in atto dall’anno precedente. Un fenomeno così grave si era verificato solo nel 1867 e nel 1918 cioè alla fine di due guerre, la terza guerra d’Indipendenza e la prima Guerra Mondiale: “Il Sud – sottolinea lo Svimez – sarà interessato nei prossimi anni da un stravolgimento demografico, uno tsunami dalle conseguenze imprevedibili, destinato a perdere 4,2 milioni di abitanti nei prossimi 50 anni, arrivando così a pesare per il 27% sul totale nazionale a fronte dell’attuale 34,3%”. Lavora una giovane donna su cinque. Appena il 21,6% delle donne sotto i 34 anni è occupata contro il 43,0% del centro nord e una media nazionale del 34,7%. Il confronto con la media dell’unione europea è impietoso. Le famiglie più povere sono cresciute oltre due volte e mezzo. Secondo il rapporto, sono aumentate le famiglie in stato di ‘deprivazione materiale severa’, cioè che non riescono, ad esempio, a pagare l’affitto o il mutuo, fare una vacanza di una settimana una volta l’anno fuori casa, pagare il riscaldamento, fronteggiare spese inaspettate, e che magari non hanno l’automobile, la lavatrice, il telefono, la TV, e fanno fatica a fare un pasto di carne o pesce ogni due giorni. o al 2007. In cinque anni sono andati perduti oltre mezzo milione di posti di lavoro. Negli ultimi venti anni sono emigrate dal Sud circa 2,7 milioni di persone. Solo nel 2011 si sono trasferiti dal Mezzogiorno al Centro-Nord circa 114 mila abitanti. Principalmente in Lombardia, che ha accolto nel 2011 in media quasi un migrante su quattro (seguita dal Lazio). Ma tra la destinazioni finali c’è anche l’estero: nel 2011 i cittadini italiani trasferiti oltre il confine sono stati circa 50mila, 10mila in più rispetto al 2010 e in decisa crescita rispetto a dieci anni fa, quando erano 34mila. Solo nel primo trimestre 2013 il Sud ha perso 166mila posti di lavoro rispetto all’anno precedente scendendo sotto la soglia dei 6 milioni. Non accadeva dal 1977. Siamo in guerra o siamo tornati ai tempi della guerra?

 

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