Editoriali
Il peso della responsabilità
Quando pensiamo e ci riferiamo ai valori di un tempo siamo proprio sicuri che questi siano ancora attuali? Se per esempio chiediamo ai nostri figli minorenni e adolescenti maggiore senso di responsabilità, noi adulti siamo proprio sicuri di essere responsabili? Come possiamo pensare allora che i nostri giovani maturino rispetto e disciplina se osservando il mondo degli adulti deducono che siamo in gran parte irresponsabili? Forse pensandoci su la famiglia è tale se c’è armonia fra i componenti, rispetto dei ruoli; un luogo cioè che non venga dominato dalla rabbia e dalla indifferenza e dall’assoluta assenza di dialogo. E qui ritorna il concetto di responsabilità, spalmata su tutti grandi e piccoli. Qualche giorno fa ho letto un post su facebook da parte di una mamma che si riferiva alla “pedagogia dell’obbedienza” convinta che oggi non può più funzionare. Per lei è necessaria la “pedagogia della responsabilità”. Probabilmente ha ragione; imporre ai ragazzi dei ragionamenti, che passano da diktat assoluti oggi non funziona più. In alcune scuole del nord Italia, stanno sperimentando nuove esperienze genitori – figli, attraverso degli incontri mirati. A Ferrara, in una scuola superiore, si è parlato di educazione civica digitale; la formazione è stata rivolta ai genitori per insegnare loro in che mondo vivono i loro figli e soprattutto spiegare le opportunità e i rischi di un mondo digitalmente interconnesso. L’attenzione da parte dei genitori è stata massima perché hanno scelto spontaneamente di ascoltare, seguire e partecipare. Cosa ben diversa i figli. Da qui l’idea di farli partecipare spontaneamente senza obbligarli. Ai ragazzi gli insegnanti non devono insegnare l’obbedienza, ma la responsabilità attraverso qualcosa di diverso dalla lezione classica, in una sola parola “suggestionarli”. Si tratta di un mix di informazioni che, se raccontate bene e nel modo giusto, vanno dritte all’obiettivo, che è la mente dei ragazzi, che deve a sua volta inghiottirle, memorizzarle ed elaborarle per diventare ragionamento critico e quindi responsabilità. Quanto sarebbe bello potere sperimentare con i ragazzi adolescenti la possibilità di raccontare il mondo, dimostrando che essi ne sanno veramente poco e che magari possono anche trovarsi in occasioni di vita dove possano tirare fuori dal cassetto dei ricordi gli insegnamenti veri ed efficaci. Nessuna obbedienza quindi ma soltanto responsabilità!