Cinema

“Paradise, una nuova vita” per due siciliani in Friuli

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[vc_row][vc_column][vc_column_text]Che ci fanno due siciliani, chiamati entrambi Calogero, in un paese sperduto delle montagne, al confine tra il Friuli Venezia Giulia e la Slovenia?

Black commedy

Una delle immagini che colpisce di più, di questa black commedy, uscita da poco in sala, dal titolo: “Paradise – una nuova vita”, opera prima del regista triestino Davide Del Degan, è proprio quella di uno dei due protagonisti, il minuto e infreddolito Vincenzo Nemolato, che se ne sta solo, in mezzo alla neve, con un carretto siciliano a vendere granite. Quel quadro, nella terra del sole, avrebbe un senso, ma qui ha il sapore della nostalgia e nello stesso tempo del dolore.

Le storie

Le storie dei due Calogero si intrecciano proprio fuori dalla “Trinacria”, rappresentata da un puzzle, appeso al muro, dal quale si stacca un frammento alla volta, come a volere metaforicamente rappresentare una terra che cade a pezzi. I due conterranei conducono una vita solitaria, dormono nello stesso pianerottolo di un residence a Sauris, in incognito, il primo testimone di giustizia e l’altro pentito di mafia. Scoprono per caso il piacere di integrarsi con la comunità locale, con i soli uomini che ballano lo Schuhplattler, la tradizionale danza bavarese che si fa battendo con le mani le scarpe e il corpo.

“Io qui posso essere quello che voglio”

C’è un momento in cui il killer dice al giovane Calogero:“Io qui posso essere quello che voglio”, come a volere ricominciare una nuova vita. Il più debole, pensa che lui fosse lì per vendicarsi, ma la condanna si era trasformata in opportunità per abbandonare la vita criminale e collaborare con la giustizia. Non diventano proprio amici, ma compagni di una strana e coincidente avventura. Vincenzo Nemolato e Giovanni Calcagno sono perfetti nei ruoli scelti dal regista Davide Del Degan, autore quest’ultimo di diversi e interessanti cortometraggi, con un documentario, L’ultima spiaggia, apprezzato a Cannes nel 2016.

Il film lo ha scritto assieme a Andrea Magnani che lo produce, mentre la Fandango lo distribuisce. Nemolato lo avevamo apprezzato in teatro, nella serie Gomorra e nel bel film di Pietro Marcello Martin Eden. Nel cast anche due attori palermitani, la bella e brava Selene Caramazza e Sergio Vespertino.

Chi è Giovanni Calcagno?

Il coprotagonista Giovanni Calcagno, ha sulle spalle tanto teatro, cinema e televisione. Orgoglioso di essere nato a Paternò, questo straordinario “gigante” non solo per le capacità artistiche, ma anche per la sua altezza, classe 1971, quando può, torna sempre in Sicilia; il suo “buen retiro”, è una piccola casa di campagna isolata, alle pendici dell’Etna, dove, lontano dai riflettori e dai tappeti rossi, indossa gli stivali da agricoltore, lavora la terra e raccoglie le olive. Accanto a lui la compagna di sempre, la regista veneta Alessandra Pescetta, insegna al Centro sperimentale di cinematografia di Milano; per tenere salde le radici con la Sicilia hanno fondato insieme “La Casa dei santi”, un luogo di alta valenza antropologica, che si rifà alle antiche tradizioni dei cantastorie.

Un narratore di storie

Sì perché Calcagno ama definirsi un narratore di storie. Ha un’anima dolce e nobile, fortemente impegnato nello studio dei classici, è un’intellettuale atipico, assomiglia molto all’indimenticabile “pueta” di Bagheria, Ignazio Buttitta. Il cinema e la televisione gli hanno sempre riservato ruoli da cattivo, nella serie televisiva americana prodotta dal colosso HBO, “Rome” per la regia di Michael Apted, Calcagno interpreta il ruolo di Vercingetorige, il capo carismatico che riuscì a unire le bellicose tribù galliche contro le legioni di Cesare. E poi Il primo Natale di Ficarra e Picone, anche qui capo dei ribelli e il Traditore di Marco Bellocchio dove interpreta il boss di Cinisi, Tanto Badalamenti, solo per citare gli ultimi film di successo. E poi tanto teatro e tv. Adesso sta girando una fiction nel ragusano; la sua grande passione per il teatro non lo abbandona mai; anche per pochi spettatori, causa emergenza Covid, continua a rappresentare ultimi lavori, Straniero di Sicilia, Gilgamesch, La canzone di Orlando. Ovunque riscuote successo. La Sicilia dell’arte e delle tradizioni è fiera di lui

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