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Palermo: the day after tomorrow

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Non mi stranizzo più delle bombe d’acqua nel 2020, anzi ce ne saranno di peggiori: abituiamoci a questo tipo di piogge tropicali, sono le conseguenze del male che abbiamo procurato all’ambiente e del cambiamento climatico che, in parte, ne segue, e con il quale dobbiamo fare i conti.

Non mi stranizzo neppure dei mancati lavori di manutenzione che, spesso, proseguono a rilento perché la macchina amministrativa è molto burocratizzata, poco snella, per niente veloce. Amministrare poi una città come Palermo non è facile, ma non di certo per la vastità territoriale, quanto più per la vastità e profonda diversità strutturale, architettonica, idrogeologica e ancora culturale, sociale, economica della gente che ci vive; quartieri diversi, atteggiamenti diversi, senso civico diverso, emergenze diverse.

Palermo è una città metropolitana che vive in costante emergenza, da tutti i punti di vista. Tante le emergenze che andrebbero risolte tutte insieme. Il Sindaco Orlando e la sua squadra di assessori non sono i soli responsabili di quanto avvenuto. Responsabili a Palermo, città in cui il senso civico è solo un’espressione da dizionario, lo si è tutti: a partire da coloro che sono rimasti intrappolati nelle auto e pochi minuti dopo registravano dirette facebook per puntare il dito verso il “compagno di maggioranza” o il primo cittadino. Quando si siede in consiglio comunale, voglio ricordare ad alcuni delfini, si è responsabili tanto in maggioranza quanto all’opposizione. Occorre rimboccarsi le maniche e cooperare, invece di aggredirsi vicendevolmente.

Responsabili sono quelli che i sottopassaggi li abitano giornalmente, son quelli che ci passano giornalmente e che li riempiono costantemente di “munnizza”: pacchi di sigarette, fazzoletti, cartacce, lattine, bottiglie. Questa munnizza non rientra nella manutenzione ordinaria, né straordinaria ma dovrebbe rientrare nell’ordinaria cura della città che abitiamo. Tragedie come queste debbono farci riflettere sulla necessità di adottare nuove e urgenti strategie di prevenzione e di pianificazione del territorio, specie in quelli devastati da speculazioni selvagge, debbono far acquisire uno spiccato senso civico a chi ancora non lo possiede, debbono responsabilizzare il compagno di opposizione che siede in consiglio comunale. Ce lo impone il mutamento climatico e la responsabilità del ruolo di chi amministra.

Ciò che invece mi lascia attonito è quel tipo di sciacallaggio politico e comunicativo; viviamo in una società di sciacalli: narratori di fake news che hanno scritto di due bambini morti annegati in Viale Regione Siciliana. Per alcuni oggi vi è la necessità di spettacolarizzare la notizia, di renderla drammatica come se di per sé il termine “bomba d’acqua” o le immagini di macchine sommerse dal fango già non lo siano. Molti narratori di notizie oggi sono affetti da infodemia.

Mi infastidiscono quei politici ambiziosi e assetati di potere come Matteo Salvini che ieri l’altro approfittava di questa tragedia per puntare ancora una volta il dito contro Orlando e, soprattutto, contro gli immigrati che giornalmente affogano davvero nel mare di fronte le nostre abitazioni; politici nostrani, alla pari dello sciacallo per eccellenza, che si ergono a moralizzatori come se loro siano stati portatori di innovazione negli anni in cui hanno governato o amministrato la Sicilia e Palermo.

In questo orizzonte turpe e ripugnante vi è, per fortuna, un’immagine che merita attenzione, e racconta il prezioso contributo delle forze dell’ordine che ieri nuotavano nel fango in cerca di quelli rimasti intrappolati nelle loro auto.

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