Editoriali

Occupiamoci di emergenza educativa

Published

on

Mi ha molto colpito l’intervista che ha rilasciato nei giorni scorsi a La Stampa, l’ex ministro Graziano Del Rio, oggi capogruppo dem alla Camera.

“La scuola è la più grande infrastruttura del Paese, ha detto. Se n’è parlato troppo poco, per colpa di tutti. La sensazione è che il governo si sia preoccupato molto dell’emergenza sanitaria, poi di quella economica, molto meno di quella educativa.

Il dibattito sulla scuola è partito tardi e tra le polemiche. Invece bisognava stringere un grande patto educativo tra studenti, famiglie, insegnanti. Ora non bisogna perdere tempo, dobbiamo concentrarci per aprire bene e in sicurezza dappertutto”. La lunga interista si conclude:Io penso che vinceremo la sfida grazie alla dedizione di insegnanti che sanno lavorare in condizioni non semplici, ma che sapranno trasmettere calore e umanità anche così”. Io sono spiega dalla parte degli insegnanti che ce la metteranno tutta e non scapperanno di fronte al loro lavoro”.

E se da una parte il pensiero dell’ex ministro va a tutti quegli inseganti che in questi giorni, pur di tornare a scuola dopo 6 mesi e rivedere i loro studenti in classe e non virtualmente a casa, si stanno sottoponendo a tamponi e test sierologici, c’è una buona parte di essi che si rifiuta di fare il test sierologico. Lo segnalano i medici di famiglia che hanno ricevuto i kit dalle Asp per effettuarli gratuitamente.

Per il virologo dell’Università degli Studi di Milano, Fabrizio Pregliasco, questo test può infatti servire  ai singoli per conoscere meglio la propria condizione clinica, e ai  ricercatori per capire l’andamento del virus in certi contasti e territori”. “I test sierologici forniscono una fotografia di quanto accaduto 14 giorni prima dell’esame. Una fotografia interessante e, anche se ci sta che il test sia facoltativo, un’adesione massiccia sarebbe utile”. Un giornalista gli ha chiesto cosa tiene lontani gli insegnanti dal test? La risposta dello specialista è stata: “Penso sia la paura di ritrovarsi a dover stare a casa se ci si scopre positivi da asintomatici.

Ma i presidi si trovano anche ad affrontare il problema dei lavoratori fragili, per i quali non solo nella scuola occorrono  indicazioni precise, in modo da evitare eccessi da un lato e  dall’altro”.  Mai come in questo momento va rinsaldato il patto fra scuola, famiglia e inseganti per affrontare la ripresa dell’attività scolastica in sicurezza sanitaria e “psicologica”.

 

Click to comment

In Tendenza

Exit mobile version