Famiglia

Obbligo formativo per i genitori!

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Ho riflettuto molto in questi giorni, alla luce dei recenti fatti di cronaca, sulle innumerevoli interviste e servizi giornalistici che hanno riguardato i fatti di Niscemi. Il direttore del Settimanale diocesano ‘settegiorni’ Don Pino Rabbita, ha partecipato ad una trasmissione televisiva, si parlava proprio dell’uccisione dell’adolescente di Niscemi. Don Pino, riferendosi alla richiesta di partecipazione ai funerali dei genitori dei ragazzi”assassini”, ha giustamente messo in evidenza il problema, peraltro amplificato dal Santo Padre, dell’emergenza educativa e sul difficile ruolo dei genitori nell’educazione dei figli. I sondaggi hanno pure dato ragione alla tesi, evidenziata da Don Pino, che condivido totalmente, che più che occuparsi dei giovani, dei loro comportamenti più o meno giusti e leciti, i genitori probabilmente dovrebbero interrogarsi sul loro ruolo. La tendenza da parte loro, e questo lo dicono i sondaggi, è quella di coprire le lacune e le distanze dai propri figli, prendendosela quasi sempre con il mondo esterno. Se il ragazzo va male è colpa degli insegnanti, se fa uso di droghe è colpa delle cattive compagnie. Ma nessuno dei due genitori si chiede, quanta comprensione ha avuto nei confronti del figlio, e soprattutto se è stato abbastanza presente nel cogliere anche un minino segnale di disagio, che sicuramente andava interpretato come campanello d’allarme. Su questi temi mi sono interrogato molto; ne ho discusso con mia moglie e ho cercato di fare autocritica da genitore, ancora con figli molto piccoli, ma proiettandomi in un futuro prossimo che sicuramente non mi potrà esimere da certe responsabilità. Mia moglie, che di professione fa l’avvocato, ma che ha scelto anche la strada dell’insegnamento, mi ha posto una domanda, alla quale non ho saputo rispondere e che voglio girare a voi lettori: chi si occupa della formazione dei genitori? Perché non immaginare proprio nelle scuole, dove vanno i nostri figli, dei corsi di formazione sul ruolo genitoriale ? Avere una equipe a disposizione, composta da psicologi, esperti in materia familiare e ovviamente rappresentanti della chiesa, pronta a dare suggerimenti di vita vissuta e soprattutto capace di fare recuperare quei valori che ormai si sono perduti. Guide utili e sicure che possano suggerire a papà e mamma come comportarsi rispetto a certi temi come la sessualità o la socializzazion in gruppo. Trovare soluzioni vincenti da condividere, in una sola parola: non essere soli. Si perché l’isolamento, rispetto a certe scelte o decisioni,porta quasi sempre ad allontanarsi dal problema e rinviarlo. Ma ogni rinvio non è mai una soluzione. Chissà se la proposta dell’obbligo formativo dei genitori, possa trovare attuazione e germogliare in un terreno di indifferenza e lassismo?

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