Editoriali
Non uccidiamo i sogni!Sogniamo maggiori opportunità
“Sogniamo maggiori opportunità, di una società che sia coerente e si fidi di noi. Cerchiamo di essere ascoltati e non solamente di essere spettatori nella società, ma partecipanti attivi. Cerchiamo una Chiesa che ci aiuti a trovare la nostra vocazione, in tutti i suoi significati”. E’ uno stralcio del documento finale che 300 giovani, lo scorso mese di marzo, hanno elaborato e sottoposto ai vescovi per il sinodo di ottobre. Era il 19 marzo quando papa Francesco apriva la riunione dei giovani pronunciando questo versetto di Gioele: “Dopo questo, io effonderò il mio spirito sopra ogni uomo e diverranno profeti i vostri figli e le vostre figlie; i vostri anziani sogneranno, i vostri giovani avranno visioni.” In queste bibliche parole sembra ci sia una profezia per il mondo ecclesiastico nell’ascolto obbligato dei giovani che sentono forte di bisogno di ritornare a sognare. “A volte, finiamo per rinunciare ai nostri sogni. Abbiamo troppa paura, e alcuni di noi hanno smesso di sognare. Questo si nota nelle molte pressioni socio-economiche che possono gravemente drenare il senso di speranza tra i giovani. Succede anche che non abbiamo neanche più l’opportunità di continuare a sognare”. Leggendo nel profondo, è forte il disagio del “non ascolto” e colpisce questo senso di “malinconica speranza” che ci offre la società odierna in cui prevale la paura e il timore. E’ una società che non apre al coraggio. Al coraggio di costruire una vita più sana, più progredita economicamente e intellettualmente. Per il bene personale, per il bene di tutti. Da qui l’invito all’interattività, ossia considerare la tecnologia – in particolare internet – come un terreno fertile per la Nuova Evangelizzazione. Una tecnologia che non sia rinchiusa, limitata, alla sola “piattaforma” interna, della Chiesa con i fedeli, ma che sia un ponte anche con le altre fedi e tradizioni. Questa potrebbe davvero essere la rivoluzione con l’accesso a strumenti di formazione online che apriranno sempre più opportunità educative per i giovani che vivono distanti tra loro.