Cultura
Ninnarò, meraviglia e incanto del Ditirammu
Nel 1234 papa Gregorio IX istituì la figura del sagrestano, un incarico onorevole previsto dal beneficio ecclesiastico che, come ricordano gli storici, è un istituto giuridico che risale al feudalesimo. Il “Caerimoniale Episcoporum” prescriveva che nelle cattedrali e nelle collegiate il sacrestano doveva prendersi cura dei paramenti sacri, tenere in ordine la sacrestia, le sacre reliquie, decorare la chiesa per le diverse ricorrenze e festività. Chi non ha conosciuto un sacrestano nella parrocchia di appartenenza? 23 anni fa il fondatore del teatro Ditirammu di Palermo, il compianto Vito Parrinello rimase sicuramente stregato dalla figura di Turidduzzu, Salvatore Sciurba, sacrestano di una non ben definita chiesa dell’entroterra siciliano. I suoi rituali e le movenze spinsero Parrinello a cucirgli addosso uno spettacolo in forma teatrale, che ogni anno fa registrare il tutto esaurito nei giorni del natale. Un attore magistrale come Gigi Borruso, una regista – cantante del calibro di Elisa Parrinello, che assume degnamente il ruolo della madre Rosa Mistretta, una piccola orchestra – banda e un coro mistico, e lo spettacolo diventa un grande successo. Borruso incarna Turidduzzu, sta in scena per l’intero racconto dei nove giorni che precedono la nascita del bambin Gesù, chiamati Novena; ogni giornata è scandita dall’accensione di una candela. Le scene di Fabrizio Lupo sono un capolavoro di arte e quando una delle tavole poste su un cavalletto al centro del palco scende giù, inizia lo spettacolo delle ombre, con il viaggio da Nazareth verso Betlemme, di Giuseppe e Maria e della nascita di Gesù, che si conclude con l’arrivo alla stalla dei Re Magi. La chiusura è un capolavoro di drammaturgia, con Elisa Parrinello che canta la ninna nanna al bambinello, la stessa che apre Martorio nella settimana santa, in una sorta di prosecuzione dei riti religiosi. Ogni candela posta ai piedi del palco viene presa da Borruso e consegnata a ognuno dei musicisti e dei componenti del coro; sull’ultima nota di chitarra del giovanissimo Giacomo Scinardo assieme all’altro figlio d’arte Giovani Parrinello, tutti spengono contemporaneamente la luce fioca delle candele per non disturbare il sonno del bambino appena nato, ed è magia!
Ninnarò, il presepe raccontato
Di Vito Parrinello, Rosa Mistretta, Gigi Borruso; con Gigi Borruso, Rosalia Raffa, Rosanna Vella, Noa Flandina, Yara Baruffato, Giuseppe Vella, Massimo Vella, Giacco Pojero, Daniele La Mantia, Giacomo Scinardo, Giovanni ed Elisa Parrinello; Ombristi: Francesca Picone, Aldo Vesco, Noa Blasini
Cultura
Compiti e funzioni del docente
queste parole Ministro dell’Istruzione e del Merito, Giuseppe Valditara, ha dato avvio all’anno scolastico 2024-2025, ponendo al centro dell’azione didattica l’Educazione Civica, unica disciplina che porta ancora la denominazione di “Educazione”, termine che negli anni passati connotava tutte le materie scolastiche, convergenti nell’azione educativa e formativa dello studente, che si prepara ad essere “cittadino” attivo e responsabile al termine del percorso.
Il seminario di studio sul tema: “Compiti e funzioni del docente Referente dell’Educazione Civica” , promosso, in collaborazione con l’Ufficio Scolastico Territoriale di Catania, dalle Associazioni “CCcR. Consigli Comunali dei Ragazzi; Ambasciatori dell’Educazione Civica e UCIIM” offre una positiva occasione di riflessione sul modo di valorizzare la trasversalità della disciplina al fine di promuovere apprendimenti efficaci, e modificare il modo di pensare, di sentire e ai agire degli studenti.
Le nuove “Linee guida per l’insegnamento dell’Educazione Civica” offrono molteplici spunti operativi e nel corso del seminario, moderato da Mariella Chiantello, intervengono, dopo i saluti istituzionali della dirigente del Convitto Nazionale, Anna Spampinato; del provveditore, Emilio Grasso e dell’Assessore Andrea Guzzardi; il preside Giuseppe Adernò, presidente del CCdR; il prof. Antonio Fundarò, dell’Istituto Tecnico di Partinico; il prof. Alessio Annino dell’Università di Catania.
Le riflessioni dei relatori saranno arricchite dalle testimonianze di Letizia Spampinato e Sandro Torrisi, dell’Associazione CCdR e dagli interventi dei docenti che operano sul campo, proponendo innovative strategie didattiche che producono efficaci apprendimenti
Cultura
Picasso, lo straniero, viaggio nelle memorie
“Straniero”, è la condizione di un grande artista, Picasso, che attraverso le sue opere ha saputo plasmare la propria identità. La mostra a Palazzo Reale ne magnifica il percorso umano e artistico che comincia con una luce soffusa e calda, suoni indistinti, ritratti di volti appesi al soffitto e l’immagine di un giovane spagnolo che appare spaesato al suo arrivo a Parigi a inizio secolo.
Annie Cohen-Solal, storica e saggista, curatrice della mostra, conduce il visitatore nelle memorie di un grande artista attraverso l’esposizione di novanta opere, concesse dal Musée national Picasso-Paris di cui Cécile Debray è presidente.
A 50 anni dalla morte
A cinquant’anni dalla scomparsa di Picasso, la curatrice ne racconta la vita da un punto di vista inedito, mettendo in evidenza censure e persecuzioni ma anche influenze e passioni. I molteplici elementi presenti nelle sale contribuiscono ad accrescere, nel visitatore, un senso di smarrimento, si ha la sensazione di diventare subito “stranieri”, ai margini di un’unità spazio-temporale sospesa.
Si respira un malinconico senso di distacco quando ci si immerge nelle lettere della mamma di Picasso, lette e diffuse in sala da altoparlanti, e ancora spiccano le fotografie dell’artista insieme ai suoi amici, i documenti personali di un “anarchico”, i video di una realtà storica che non appartiene alla contemporaneità.
Durante questo percorso che anche sensoriale, il visitatore avverte la sensazione di sentirsi estraneo nella contemplazione di quadri, sculture, disegni e ceramiche di “un uomo che vede la realtà diversamente da come tutti la guardano”, così scrisse di Picasso Gertrude Stein, sua amica personale.
La mostra
La mostra è di grande impatto visivo, i pannelli espositivi sono ben curati, il percorso è intuitivo e conduce il visitatore verso un graduale coinvolgimento conoscitivo ed emotivo.
Il progetto segue la traiettoria artistica e politica di Picasso che si dimostra essere in linea con la città di Milano che “cresce e si afferma come grande polo culturale grazie alla capacità di accogliere chi è straniero”, ha dichiarato a margine dell’inaugurazione il sindaco Giuseppe Sala. È questa infatti la visione di una città che vuole offrire occasioni di espressione e di dialogo tra diverse culture, garantendo una crescita progressiva per l’individuo e la società.
Arianna Scinardo
Cultura
Nuova terminologia per indicare le persone disabili
Nella nota inviata dalla Presidenza del Consiglio dei Ministri, ufficio di gabinetto del Ministero della disabilità sono indicate le nuove espressioni da utilizzare per indicare le persone disabili.
Al termine “handicappato” che metteva in evidenza il difetto e l’ostacolo, nel tempo è stato sostituito con “soggetto in situazione di handicaps” , poi ancora “soggetto diversamente abile, diversabile, disabile” , tentando di dare valenza e attenzione alla persona e alla diversità nelle manifestazioni di abilità.
Nell’art.4 del decreto legislativo 62/2024 sono indicate le diciture da usare :
“persona con disabilita” oppure in “condizione di disabilità” e poi ancora “persona con necessità di sostegno “ e, a seconda della gravità, si adoperano i termini: elevato- molto elevato – intensivo.
Viene ancora una volta messo in evidenza il concetto e l’espressione “persona” che, come recita, la Costituzione, è soggetto attivo della Comunità, portatore di dignità umana, di diritti e di doveri.
La centralità dello studente, valore guida della comunità scolastica, dovrà trovare adeguato spazio e rinforzo nella società e nella comunità cittadina.
A scuola il buon preside Capodanno, che ha dedicato tutta la sua vita professionale alla “scuola per tutti” e all’integrazione dei disabili ci ha consegnato un’espressione carica di umanità e di attenzione pedagogica. Gli alunni che allora venivano definiti “handicappati” li indicava, senza etichette, e con saggezza e amorevolezza educativa: “alunni bisognosi di particolari attenzione”.
La società di oggi è chiamata ad essere protagonista di un cambio di passo epocale, perché oltre ad una terminologia rispettosa dei diritti e della dignità delle persone con disabilità, occorre superare e contrastare le manifestazioni che oscillano tra pietismo ed eroismo, e guardare alle abilità delle persone, non a quella che, al massimo, possiamo considerare una loro caratteristica.
Giuseppe Adernò
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