Editoriali

Il nichilismo dei giovani

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Sono rimasto molto colpito e per certi aspetti allarmato dopo avere letto l’ultimo libro del filosofo e saggista Umberto Galimberti, “L’ ospite inquietante. Il nichilismo e i giovani”. Seguo il professore Galimberti, dai tempi dell’università quando dovetti metabolizzare, con scarso successo, il volume “Psiche e Techne”. I suoi scritti mi hanno sempre affascinato; rimane straordinario l’articolo scritto sul Corriere della Sera all’indomani dell’ 11 settembre, sull’angoscia della paura. Adesso arriva in libreria con questo volume, scritto per i giovani. A mio giudizio dovrebbero essere più i genitori e quindi le famiglie i primi destinatari. La tesi di fondo che questo nuovo saggio di Galimberti è che il mondo di oggi, in particolare quello dei giovani, sia pervaso dal nichilismo e dall’assenza di valori e di senso. Il nichilismo, per lo scrittore è infatti quell’ospite inquietante, ben descritto da Nietzsche a fine Ottocento, che oggi torna ad aggirarsi nella vita dei ragazzi e delle ragazze italiane, cancellando prospettive e orizzonti, intristendone le passioni e fiaccandone l’anima. In un mondo che funziona esclusivamente secondo le leggi della tecnica e del mercato, scrive il filosofo, i giovani si sentono disincantati e sfiduciati, si scoprono disinteressati alla scuola, emotivamente analfabeti, inariditi dentro. La proposta di Galimberti è dunque quella di risvegliare e consentire ai giovani di dischiudere il loro segreto, spesso a loro stessi ignoto. Un volume che vi consiglio di leggere e che personalmente mi ha fatto molto riflettere sul concetto dell “arte del vivere”, tanto voluta e desiderata dagli antichi greci i quali riconducevano alla responsabilità dei padri il difficile mestiere dell’educazione dei figli. Ma la “paideia” dell’antica  Atene, consisteva soprattutto nel sapere cogliere quello spirito di cittadinanza e di appartenenza che, a mio giudizio, manca totalmente nei giovani di oggi. E allora chissà se c’è uno spiraglio di luce che si apra verso al salvezza, per allontanare l’ospite inquietante “il nichilismo”. Vorrei concludere con il termine “empowerment”, ossia quel processo che permette agli individui di acquisire maggior autonomia rispetto alle decisioni riguardanti la propria vita, fondamentale per migliorare il livello di autostima personale e di assertività.

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