Cultura
E’ morto l’avvocato Azzia, instancabile presidente di Sicilia Mondo
Il 27 agosto del 2016 è venuto a mancare al profondo affetto dei suoi familiari e di tutti coloro che l’ hanno conosciuto, amato e stimato , l’ Avvocato Domenico Azzia , Socio Fondatore e Presidente dell’ Associazione Sicilia Mondo .
L’ avvocato Azzia , sempre sostenuto da una straordinaria passione e da un’ eccezionale visione etica , illuminata da un sincero spirito di servizio di ispirazione cristiana , ha scritto una pagina di storia sull’ emigrazione e nel corso del suo infaticabile impegno di servizio , durato circa un cinquantennio , si è occupato dei migranti , che sono nostri fratelli , portatori di doveri , ma anche di diritti.
L’ Associazione Sicilia Mondo con la lungimiranza del Suo Presidente ha potuto anche comprendere le nuove sfide che venivano dal fenomeno dell’ immigrazione e di esso ho subito colto l’ urgenza di rispondere alle nuove problematiche. E in quest’ ottica si è mosso nei confronti dei nuovi arrivati.
In questo ricordo dell’ avvocato Azzia tutti gli associati di Palermo Mondo non vogliono però offrire una sequenza cronologica degli importanti incarichi ricoperti dall’ Avvocato in ambito sociale e politico , nazionale e internazionale, ma vogliono soprattutto ricordare la Sua grande ricchezza umana e la lezione di vita lasciata a tutti noi in eredità. .
Ed infatti tutti noi abbiamo sempre davanti agli occhi il suo sorriso, il suo entusiasmo, le sue idee vulcaniche , il suo spronarci ad avere fiducia in noi stessi , a non avere paura di esprimere liberamente le idee, , a non arrenderci mai anche dinnanzi a chi critica il tuo pensiero , a creare empatia e feeling con chi ascolta , ad immedesimarci nelle situazioni anche quelle dolorose degli altri.
E nell’ ultimo periodo , quando però le forze venivano a mancargli , si preoccupava sempre degli altri e chiedeva “come stai , tu ?” , dava consigli e forniva proposte sulle attività da svolgere nei mesi successivi : avrebbe ancora una volta proposto e realizzato , come ha sempre fatto nella sua inesorabile e instancabile attività di Presidente di Sicilia Mondo. , iniziative volte a sostenere i siciliani all’ estero, considerati da Lui parte integrante e attiva della nostra terra.
Diceva sempre “qui in Sicilia siamo cinque milioni , ma molti di più sono presenti e sparsi nel mondo” .
E’ stato lui a volere fortemente l’ istituzione della FIAO A Brooklyn , a suggerire ai siciliani- americani di realizzare un centro di aggregazione sociale e culturale. Credeva fortemente nella cultura e ribadiva spesso che la cultura è l’ elemento aggregante non solo delle associazioni , ma dell’ umanità .
Nella sua lungimiranza , aveva già percepito che gli uomini hanno bisogno sempre di aggregarsi , di formare comunità, non certo dio stare soli, e soprattutto sosteneva l’idea che ogni individuo è unico e come tale va valorizzato, va fatto sentire importante perché l’ unicità è un valore .
Nel cogliere i pregi dell’ altro ed esaltarli , farne punto di forza , l’ avvocato Azzia riusciva a tirare fuori il meglio di noi. Non si stancava mai di sottolineare che ogni contributo unito a quello degli altri costituisce forza e contribuisce al progresso civile e umano.
A questo punto però voglio anche inserire il mio ricordo personale sull’ avvocato Azzia che con affetto paterno mi ha guidato e sorretto durante la mia ventennale esperienza di collaborazione con Sicilia mondo. Sono cresciuta e maturata con i suoi consigli e lui stesso mi diceva : “eri con i pantaloncini di scuola quando sei entrata a far parte della famiglia di Sicilia Mondo , e ora sei nel mondo del lavoro e dell’ associazionismo”.
A lui devo tanto , la sua capacità di trasmettere gioia , entusiasmo , brillanti idee, di ascoltare e di scrivere con il cuore, non solo con la mente e la possibilità di conoscere diversi individui con cui relazionarsi in modo costruttivo.
E questi sentimenti di profonda commozione e di grande riconoscenza presenti nel mio cuore sono stati avvertiti anche dalle numerose persone, giunte a Bronte , il 29 agosto , alle 1630, nella Chiesa del Sacro Cuore di Gesù , per dare l’ ultimo saluto al grande Mimmo Azzia
Grazie di cuore avvocato Azzia , ci mancherai tanto..
Laura Bisso
Presidente di Palermo Mondo
Cultura
Compiti e funzioni del docente
queste parole Ministro dell’Istruzione e del Merito, Giuseppe Valditara, ha dato avvio all’anno scolastico 2024-2025, ponendo al centro dell’azione didattica l’Educazione Civica, unica disciplina che porta ancora la denominazione di “Educazione”, termine che negli anni passati connotava tutte le materie scolastiche, convergenti nell’azione educativa e formativa dello studente, che si prepara ad essere “cittadino” attivo e responsabile al termine del percorso.
Il seminario di studio sul tema: “Compiti e funzioni del docente Referente dell’Educazione Civica” , promosso, in collaborazione con l’Ufficio Scolastico Territoriale di Catania, dalle Associazioni “CCcR. Consigli Comunali dei Ragazzi; Ambasciatori dell’Educazione Civica e UCIIM” offre una positiva occasione di riflessione sul modo di valorizzare la trasversalità della disciplina al fine di promuovere apprendimenti efficaci, e modificare il modo di pensare, di sentire e ai agire degli studenti.
Le nuove “Linee guida per l’insegnamento dell’Educazione Civica” offrono molteplici spunti operativi e nel corso del seminario, moderato da Mariella Chiantello, intervengono, dopo i saluti istituzionali della dirigente del Convitto Nazionale, Anna Spampinato; del provveditore, Emilio Grasso e dell’Assessore Andrea Guzzardi; il preside Giuseppe Adernò, presidente del CCdR; il prof. Antonio Fundarò, dell’Istituto Tecnico di Partinico; il prof. Alessio Annino dell’Università di Catania.
Le riflessioni dei relatori saranno arricchite dalle testimonianze di Letizia Spampinato e Sandro Torrisi, dell’Associazione CCdR e dagli interventi dei docenti che operano sul campo, proponendo innovative strategie didattiche che producono efficaci apprendimenti
Cultura
Picasso, lo straniero, viaggio nelle memorie
“Straniero”, è la condizione di un grande artista, Picasso, che attraverso le sue opere ha saputo plasmare la propria identità. La mostra a Palazzo Reale ne magnifica il percorso umano e artistico che comincia con una luce soffusa e calda, suoni indistinti, ritratti di volti appesi al soffitto e l’immagine di un giovane spagnolo che appare spaesato al suo arrivo a Parigi a inizio secolo.
Annie Cohen-Solal, storica e saggista, curatrice della mostra, conduce il visitatore nelle memorie di un grande artista attraverso l’esposizione di novanta opere, concesse dal Musée national Picasso-Paris di cui Cécile Debray è presidente.
A 50 anni dalla morte
A cinquant’anni dalla scomparsa di Picasso, la curatrice ne racconta la vita da un punto di vista inedito, mettendo in evidenza censure e persecuzioni ma anche influenze e passioni. I molteplici elementi presenti nelle sale contribuiscono ad accrescere, nel visitatore, un senso di smarrimento, si ha la sensazione di diventare subito “stranieri”, ai margini di un’unità spazio-temporale sospesa.
Si respira un malinconico senso di distacco quando ci si immerge nelle lettere della mamma di Picasso, lette e diffuse in sala da altoparlanti, e ancora spiccano le fotografie dell’artista insieme ai suoi amici, i documenti personali di un “anarchico”, i video di una realtà storica che non appartiene alla contemporaneità.
Durante questo percorso che anche sensoriale, il visitatore avverte la sensazione di sentirsi estraneo nella contemplazione di quadri, sculture, disegni e ceramiche di “un uomo che vede la realtà diversamente da come tutti la guardano”, così scrisse di Picasso Gertrude Stein, sua amica personale.
La mostra
La mostra è di grande impatto visivo, i pannelli espositivi sono ben curati, il percorso è intuitivo e conduce il visitatore verso un graduale coinvolgimento conoscitivo ed emotivo.
Il progetto segue la traiettoria artistica e politica di Picasso che si dimostra essere in linea con la città di Milano che “cresce e si afferma come grande polo culturale grazie alla capacità di accogliere chi è straniero”, ha dichiarato a margine dell’inaugurazione il sindaco Giuseppe Sala. È questa infatti la visione di una città che vuole offrire occasioni di espressione e di dialogo tra diverse culture, garantendo una crescita progressiva per l’individuo e la società.
Arianna Scinardo
Cultura
Nuova terminologia per indicare le persone disabili
Nella nota inviata dalla Presidenza del Consiglio dei Ministri, ufficio di gabinetto del Ministero della disabilità sono indicate le nuove espressioni da utilizzare per indicare le persone disabili.
Al termine “handicappato” che metteva in evidenza il difetto e l’ostacolo, nel tempo è stato sostituito con “soggetto in situazione di handicaps” , poi ancora “soggetto diversamente abile, diversabile, disabile” , tentando di dare valenza e attenzione alla persona e alla diversità nelle manifestazioni di abilità.
Nell’art.4 del decreto legislativo 62/2024 sono indicate le diciture da usare :
“persona con disabilita” oppure in “condizione di disabilità” e poi ancora “persona con necessità di sostegno “ e, a seconda della gravità, si adoperano i termini: elevato- molto elevato – intensivo.
Viene ancora una volta messo in evidenza il concetto e l’espressione “persona” che, come recita, la Costituzione, è soggetto attivo della Comunità, portatore di dignità umana, di diritti e di doveri.
La centralità dello studente, valore guida della comunità scolastica, dovrà trovare adeguato spazio e rinforzo nella società e nella comunità cittadina.
A scuola il buon preside Capodanno, che ha dedicato tutta la sua vita professionale alla “scuola per tutti” e all’integrazione dei disabili ci ha consegnato un’espressione carica di umanità e di attenzione pedagogica. Gli alunni che allora venivano definiti “handicappati” li indicava, senza etichette, e con saggezza e amorevolezza educativa: “alunni bisognosi di particolari attenzione”.
La società di oggi è chiamata ad essere protagonista di un cambio di passo epocale, perché oltre ad una terminologia rispettosa dei diritti e della dignità delle persone con disabilità, occorre superare e contrastare le manifestazioni che oscillano tra pietismo ed eroismo, e guardare alle abilità delle persone, non a quella che, al massimo, possiamo considerare una loro caratteristica.
Giuseppe Adernò
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