Editoriali
Confutate le voci che vi illudono!Il papa in Madagascar
Il titolo è forte ed è ripreso da uno dei tanti discorsi che il papa ha pronunciato durante il suo ultimo viaggio, concluso da poco. Francesco si è trovato a suo agio con le migliaia di ragazzi e ragazze che hanno pregato con lui nel campo diocesano di Soamandrakizay, ad Antananarivo in Madagascar. Li ha messi in guardia dicendo: “State attenti a coloro che promettono strade facili e poi vi lasciano a metà strada. Sappiamo tutti, anche per esperienza personale, che ci si può smarrire e correre dietro a illusioni che ci fanno promesse e ci incantano con una gioia appariscente, rapida, facile e immediata, ma che alla fine lasciano il cuore, lo sguardo e l’anima a metà strada. Quelle illusioni che, quando siamo giovani, ci seducono con promesse che ci anestetizzano, ci tolgono la vitalità, la gioia, ci rendono dipendenti e ci chiudono in un circolo apparentemente senza uscita e pieno di amarezza”. Il Papa ha ascoltato molto i giovani e li ha spronati a essere costruttori del futuro lasciando le amarezze del “non può cambiare niente” e le illusioni di chi promette strade facili. Camminando insieme e non come avventurieri solitari. “Tutti siamo importanti e necessari e nessuno può dire: “non ho bisogno di te”. Lo fa ripetere per tre volte, a tutti i giovani. E riprende: “Siamo una grande famiglia e possiamo scoprire, cari giovani, che abbiamo una Madre: la protettrice del Madagascar, la Vergine Maria. Lei ha detto “sì”, senza giri di parole. È il “sì” di coloro che vogliono impegnarsi e che sono disposti a rischiare, che vogliono scommettere tutto, senza altra sicurezza che la certezza di sapere che sono portatori di una promessa”. Parole intense che andrebbero certamente amplificate soprattutto quando il Papa chiede a tutti noi di non aver paura di “sporcarci le mani”. Provando a riflettere su questa frase il pensiero va alle tante persone che per ignavia non fanno nulla, si chiudono in se stessi e pensano che ogni azione o idea coraggiosa possa portare un danno. Coraggio e voglia di fare devono appartenere ai giovani per non perdere la speranza e soprattutto ritrovare quella felicità che è insita in loro, ma che il contesto sociale, molto spesso, fa in modo che questa condizione umana non accada, spingendo proprio i giovani all’odio e alla depressione. Il coraggio porta a fare cose nuove, a cambiare pelle, a esplorare sentieri che prima non hai mai percorso. Certo c’è l’incognita del risultato, ecco perché si ha sempre una paura iniziale, ma rispetto a chi fa sempre le stesse cose e non migliora, la persona coraggiosa è certo avrà un premio maggiore in termini di successo nella vita. Chi ha una forte spinta motivazionale e un obiettivo chiaro anche nei momenti di scoraggiamento, si sporca le mani, per riprendere la frase del papa, e va avanti. Facciamo dunque tesoro del messaggio di Francesco per renderlo sempre vivo, in famiglia come nella società