Editoriali
Litigate più che potete, ma poi fate pace
Ha colpito tutti questa frase pronunciata da Papa Bergoglio a Napoli, rivolgendosi alle giovani coppie. Ed è con questa frase che intendo iniziare questo articolo in un periodo dell’anno, come questo , in cui la passione e morte di Cristo diventa Pasqua di resurrezione. Si passa dal calvario alla resurrezione. Litigare per una coppia è come un calvario, soprattutto quando ci sono figli che assistono impotenti alla decadenza e alla distruzione di quel vincolo matrimoniale. Più volte ci siamo occupati delle implicazioni psicologiche di un divorzio o di una separazione e più volte ci siamo appellati a quanti nella separazione vedono l’unica soluzione a problemi che magari si sarebbero potuti risolvere in maniera preventiva. Non entro nel merito delle questioni ma il papa come sempre è profeta con le sue parole: “…la preparazione al matrimonio non è come un corso di lingue in otto lezioni. Bisogna cominciare, dalla famiglia, dal fidanzamento che ha perso il suo significato.
Litigate più che potete, ma non finite la giornata senza fare la pace. Non custodite il livore freddo. Basta una carezza, ma non rimandatela mai al giorno dopo. Ricordate gioia in due, tre volte gioia, pena e dolori in due diventano metà.” Quanta profondità in questo messaggio e soprattutto quanto incoraggiamento a chi magari tentato dalla quotidiana vanità affida le sue speranze di fare colpo odi esibirsi sui social network dimenticandosi magari di avere una moglie e dei figli. Vale ovviamente per entrambi i coniugi. Papa Francesco ha salutato Napoli chiedendo di pregare per lui e per i giovani: “Oggi è primavera. Giovani, non perdete la speranza di andare avanti sempre. Anziani, portate avanti la saggezza della vita, siete come il buon vino”. E aggiunge : “Un popolo che non cura i giovani, che sono la forza, e gli anziani che sono la memoria, non ha futuro”. Francesco per due volte, infine, chiede “lavoro per i giovani” e “rispetto per gli anziani”. Buona pasqua