Editoriali
Lettera aperta di un giovane costretto a emigrare
Una lettera aperta pubblicata sul Gazzettino di Sicilia, ha fatto molto discutere in questi giorni. A scriverla uno dei tanti giovani siciliani costretti ad emigrare per studio o per lavoro. Il mittente si chiama Nicola Mazzara e il destinatario il presidente della regione. Il giovane scrive: “…ho cercato, prima di questa difficile e sofferta partenza, di dare fiducia alla terra mia natia, ma tra un barone ed un piano di studio vecchio di 10/15 anni (se va bene) a Palermo non c’era spazio per il mio/nostro futuro. Sono anni in cui ci vogliono abituare a tranciare le radici dei luoghi natii e delle tradizioni, e ci stanno riuscendo. Oggi essere legato a qualcosa e soprattutto alla propria terra d’origine, è cosa che si possono permettere molte poche persone…Oltre all’amore e l’affetto dei nostri cari ci stanno levando la bellezza del votare alle elezioni con costi esorbitanti di biglietti aerei, o per i più temerari l’affrontare i viaggi della speranza in traversate lunghe 12 o più ore di pullman. Oggi dobbiamo scegliere se festeggiare con i nostri cari le festività natalizie o pasquali a discapito di materiale didattico. Dobbiamo scegliere se “scendere” per assistere o peggio ancora seppellire un nostro caro malato (o morente) o concederci una cena con dei “nuovi” amici. Già sognare Presidente quello che ancora forse riusciamo a fare senza gravare sulle spalle delle nostre famiglie, che per come possono ci aiutano. Famiglie alla quale nascondiamo le nottate passate a fare i più disparati lavoretti, quelli che l’intellighenzia borghese chiamerebbe GIG Economy. E’ tempo di ricominciare Presidente! Io ho fiducia in Lei, ho fiducia nel suo operato spero che lei con il suo carisma riesca a migliorare una situazione drammatica vissuta da giovani e rispettive famiglie. Noi non siamo la generazione di fannulloni che vogliono far (e farci) credere, siamo una generazione che è stata maltrattata dalla precedente classe dirigente e che oggi ha voglia di riscatto”. La lettera si conclude con un accorato appello da parte del giovane a non abbandonare la propria generazione che proprio da questa terra potrebbe diventare sempre più una risorsa e non un peso. Quando le famiglie destinano parte del proprio bilancio economico agli studi universitari dei propri figli rimane l’incognita del lavoro e peggio molto spesso i neo laureati non fanno il mestiere per il quale si sono formati in anni di studio, specializzazioni e master. La tendenza è quella di stabilizzare vecchie figure che non si sono formate che appartengono alla fascia d’età che ha superato i 40/45 anni. Come potrebbe mai svecchiarsi la pubblica amministrazione se si prevedono soltanto stabilizzazioni e non concorsi riservati ai giovani? La lettera aperta di Nicola Mazzara è un invito a chi governa la cosa pubblica e non soltanto il presidente della regione, ma la deputazione regionale e nazionale eletta in Sicilia. Onorevoli che devono tenere in debita considerazione i desiderata dei giovani per fare diventare questa terra non “bellissima”, ma vivibile!