Cinema
La ragazza del Mondo
“Da questo mondo bisogna stare alla larga”, potrebbe iniziare così l’incipit preso in prestito da una frase, che uno dei due protagonisti de: “La ragazza del Mondo”, Michele Riondino, dice a Giulia, la bravissima attrice Sara Serraiocco, reduce dal Festival internazionale del cinema di Bari, dove il direttore artistico, Felice Laudadio le ha consegnato il riconoscimento più importante: il premio “Mariangela Melato” come migliore attrice. La ragazza del mondo verrà proiettato a Palermo, giovedi 4 maggio alle 20.30 al cinema Rouge et Noir di Piazza Verdi. Non ci sarà, perché all’estero, Marco Danieli, “Miglior regista esordiente” agli ultimi David di Donatello. L’evento è stato fortemente voluto da Laura Inglese, palermitana, diplomata in scenografia al Centro Sperimentale di Cinematografia di Roma, da alcuni anni prima assistente di Marco Dentici. Al suo esordio come capo reparto, Laura, ha seguito tutte le fasi di produzioni di questo film, che continua a incamerare premi e successi di critica. Alla presentazione ci sarà anche Sino Caracappa, che, nella qualità di rappresentante nazionale degli esercenti cinematografici, ha premiato il regista a Venezia,
Una storia d’amore fra due ragazzi, Libero (Michele Riondino) e Giulia (Sara Serraiocco). Brava ragazza lei, figlia di una famiglia medio-borghese che appartiene alla comunità dei testimoni di geova. Gli anziani, il capo è uno strepitoso Pippo Del Bono, emettono la dura sentenza di disassociarla nel momento in cui si innamora di Libero, appena uscito dal carcere, decidendo di andare a vivere con lui. Un tema difficile quello dei testimoni di geova, affrontato dagli sceneggiatori, il regista Danieli e Antonio Manca con certosina ricerca. Nell’immaginario collettivo i testimoni sono quelli che ti fermano per strada o suonano i campanelli dei condomini alla ricerca di nuove adesioni. Comunità che hanno regole rigide. L’autore non manca mai di rispetto, infatti non può considerarsi un film su di essi, piuttosto c’è il tentativo di spiegare come questa comunità affronti delle situazioni come quelle che vivono i protagonisti del film. La Serraiocco ha dichiarato che non conosceva i testimoni di Geova, ha frequentato una ragazza che si era disassociata. In molte hanno tentato di rientrare in comunità ma senza riuscirvi. Pippo Del Bono, che nel film interpreta il capo degli anziani della comunità, ha parlato di verità di narrazione. Una storia scritta con un giusto equilibrio, dove non c’è un giudizio ideologico, e dove si ricerca una umanità; anche gli esseri umani più chiusi, dice Del Bono, hanno delle zone in cui trovare la luce. Il regista, ha un grande talento nel mettere in evidenza la rigidità delle regole e la pacatezza degli anziani nel pruriginoso interrogatorio intimo che porterà Giulia ad essere cacciata. Il film incolla lo spettatore a una serie di sequenze davvero notevoli come il bagno termale, con una scena dall’alto che ci ricorda Crialese. Il film è coprodotto dalla casa francese Barbary films e dalla CSC Production, che continua a valorizzare e sostenere i migliori allievi che escono da una scuola di cinema importante qual’ è il Centro Sperimentale di Cinematografia.