InSalute (Dott.E.Alagna)

La Cina insegna al mondo come si gestisce un’epidemia

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I Cinesi hanno insegnato all’Italia e al resto del mondo come si gestisce un’epidemia: dal punto di vista sanitario ci hanno insegnato che quando vi è la volontà si possono fare cose inimmaginabili, come costruire un ospedale in poco meno di 20 giorni; ci hanno insegnato a gestirla e a contenerla, ci hanno insegnato come si mette in atto una quarantena valida ed efficiente. Abbiamo imparato noi? Se dovesse ripresentarsi in futuro un’altra epidemia di questa portata sapremo reagire?

Ci hanno anche insegnato come si è solidali e riconoscenti verso un paese, l’italia, che ha sempre accolto i cinesi, li ha perfettamente integrati e oggi fanno parte della nostra cultura. La Cina ha teso la mano molto più degli Stati Uniti d’America e di qualunque altro paese a noi vicino. La Cina ha perfino lanciato una raccolta fondi online per aiutare il nostro paese a combattere l’epidemia di coronavirus.

La campagna per l’Italia, come riporta l’agenzia Xinhua, è stata avviata nella città di Wenzhou, che ospita centinaia di migliaia di cinesi nati all’estero e da cui proviene la maggior parte della comunità di Prato. In questa località della Cina, gli imprenditori e i giovani si sono mobilitati per raccogliere fondi e aiutare l’Italia a fronteggiare l’emergenza attualmente in corso nel nostro Paese. Il primo marzo un carico di 2.600 paia di occhiali protettivi, per un valore di 200.000 yuan (circa 28.690 dollari), prodotti da aziende locali e donati dall’associazione degli ottici di Wenzhou, è stato caricato su un aereo per Torino.

Inoltre, la Fondazione Jack Ma e la Fondazione Alibaba hanno annunciato l’intenzione di donare 1 milione di mascherine protettive al Giappone. Sul proprio profilo Weibo, il fondatore del gruppo Alibaba, Jack Ma, ha spiegato che è tempo di ricambiare il favore agli amici giapponesi rimasti vicini alla Cina quando il Paese viveva una grande carenza di forniture. Una ventina di giorni fa, vari gruppi avevano raccolto in Giappone 125.000 tute protettive, donate poi a diverse città in tutta la Cina in emergenza per il virus Covid-19.

Il colosso cinese della tecnologia “Xiaomi” ha donato decine di migliaia di mascherine all’Italia

Xiaomi, uno dei brand più in crescita nel nostro Paese, si schiera al fianco della Protezione Civile

© Xiaomi – Una cassa con le mascherine donate da Xiaomi all’Italia

Xiaomi ha deciso di contribuire alla gestione dell’emergenza coronavirus in Italia, donando mascherine al Dipartimento della Protezione Civile.
Con questo atto simbolico, Xiaomi “desidera offrire il proprio sostegno al territorio italiano per fronteggiare la carenza di materiale sanitario, oltre che ad aiutare così il contenimento della propagazione del virus”.

L’azienda cinese ha donato un primo lotto di decine di migliaia mascherine di tipo FFP3, sigla che sta a indicare la più elevata classe protettiva.

Le mascherine sono in consegna verso il DPC, che sta gestendo in prima linea gli interventi necessari al contenimento del contagio, in modo che possa provvedere alla distribuzione in coordinamento con le autorità locali delle aree maggiormente interessate, nonché agli istituti sanitari che ne avessero necessità.

© Xiaomi – le casse con le mascherine donate da Xiaomi all’Italia

“La continua crescita e la rapida espansione di Xiaomi in Italia sono strettamente legate ai nostri utenti, ai fan e al pubblico in generale; questo gesto non rappresenta quindi solo un modo per ringraziare e per donare il nostro sostegno, ma è la dimostrazione tangibile che ci sentiamo parte integrante di questo Paese. Ed è proprio questo senso di appartenenza, unito alla profonda solidarietà, che ci impone nei confronti di tutti i cittadini un elevato senso di responsabilità come azienda globale” – ha affermato Chew Shou Zi, CFO and President of International Xiaomi Corporation.“Siamo stati accolti fin da subito con grande entusiasmo ed è motivo di grande orgoglio poter offrire oggi il nostro contributo a favore del Dipartimento della Protezione Civile che sta svolgendo, con impegno e determinazione, un eccellente lavoro a beneficio di tutta la comunità”.

Non ci resta che rivolgere a questa popolazione la nostra gratitudine.

(Fonte AGI)

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