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Keanu Reeves: lontanissimo dallo stereotipo del divo hollywoodiano

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Che fosse un uomo generoso, smodatamente sobrio, lontanissimo dallo stereotipo del divo hollywoodiano, si sapeva.

Ma quello che ha compiuto Keanu Reeves in questi giorni è un gesto clamoroso anche per lui. Cos’ha fatto? Ha deciso di rinunciare in anticipo a circa 40 milioni di dollari in diritti futuri sul suo ultimo film, Matrix 4, per donarli alla troupe, allo staff che si è occupato di costumi ed effetti speciali, in un momento difficilissimo anche per i lavoratori dello spettacolo.

“Pensa che siano loro ad aver realizzato davvero il film e, per questo, dovrebbero partecipare ai guadagni” ha spiegato un portavoce della produzione.

È solo l’ultimo di una serie infinita di atti di ordinaria generosità o straordinaria normalità. Come quando, nel 1997, lo sorpresero a passare un’intera mattina seduto su un marciapiede di Los Angeles accanto a un senzatetto a chiacchierare del più e del meno. O come quando, nel primo capitolo della saga, dopo l’enorme successo al botteghino, donò oltre 50 milioni di dollari sempre allo staff che curava costumi ed effetti speciali (“Sono loro i veri eroi della trilogia”, disse), oltre a regalare una Harley-Davidson a tutti gli stuntman coinvolti.

Passano gli anni, mutano le epoche. Ciò che resta è un uomo e un antidivo che non ha mai cercato di piacere, di essere alla moda, di assurgere a simbolo, ed è finito per diventare ognuna di queste cose insieme. Un attore dal talento smisurato offuscato dall’immensità dell’uomo. “Too good for this world”, come lo ha definito il “New Yorker”. E mai definizione forse è stata più appropriata.

< Da un post di Lorenzo Tosa >

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