Editoriali
Maria “influencer” di Dio. I giovani e la rete
Al Campo San Juan Pablo II di Panama erano oltre 600 mila per vivere con Papa Francesco la veglia della Giornata Mondiale della Gioventù. Rivolgendosi agli adulti Francesco ha parlato dei “quattro senza”: senza lavoro, senza istruzione, senza comunità, senza famiglia. “La nostra vita resta senza radici si secca; questi “quattro senza” uccidono – ha detto il Papa. Com’è facile criticare i giovani e passare il tempo mormorando, se li priviamo di opportunità lavorative, educative e comunitarie a cui aggrapparsi e sognare il futuro! L’invito ai giovani a disconnettersi dai social per vivere la vita reale e per avere un incontro d’amore con Dio. Ma anche l’appello agli adulti perché la smettano di criticare le nuove generazioni continuando a privarli del futuro. Il santo padre ha anche ammesso di non avere neanche il telefonino, di non sapere inviare mail e di non frequentare i social, ma ha scelto di parlare ai giovani con il loro linguaggio, definendo Maria la “influencer” di Dio. Ha parlato ai ragazzi con immagini che possono capire, connessi perennemente come sono anche qui. Senza alcun dubbio la giovane di Nazaret non compariva nelle “reti sociali” dell’epoca, però senza volerlo né cercarlo è diventata la donna che ha avuto la maggiore influenza nella storia”. Per il Pontefice “essere un ‘influencer’ nel secolo XXI significa essere custodi delle radici, custodi di tutto ciò che impedisce alla nostra vita di diventare gassosa ed evaporare nel nulla. Siate custodi di tutto ciò che ci permette di sentirci parte gli uni degli altri, di appartenerci reciprocamente”. Molti giovani sull’esempio di Maria rischiano e scommettono, guidati da una promessa”, ha continuato dopo aver proposto come secondo modello da seguire Don Bosco che seppe accogliere “centinaia di bambini e giovani abbandonati senza scuola, senza lavoro e senza la mano amica di una comunità. Molta gente viveva in quella stessa città, e molti criticavano quei giovani, però non sapevano guardarli con gli occhi di Dio”. Rileggere le parole del santo padre pronunciate in un contesto così importante invitano a una riflessione più profonda su come leggere in chiave moderna le giovani generazioni, e la chiesa attraverso il suo pastore continua a dimostrare di mettersi al passo, di non chiudersi in se stessa, nella sua autoreferenzialità che passa attraverso sacerdoti che si rifiutano di aprire la loro mente e rimangono conservatori di un sapere che rischia sempre più di rimanere obsoleto e del tutto inadeguato ai tempi moderni!