Editoriali

Il patto educativo fra adulti e giovani va in frantumi!

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Continua a essere oggetto di discussione la notizia dell’aggressione da parte dei genitori di un alunno di una scuola media di Avola, in provincia di Siracusa, nei confronti di un docente, reo di aver rimproverato il loro figlio.

Il professore, ha comunicato a sua moglie che non vuole più tornare a insegnare aggiungendo che sia lui che il ragazzino, sono vittime di un sistema sociale che non va più bene.

L’affermazione dell’insegante è comunque il sintomo della profonda crisi dell’autorità del docente, il cui prestigio sociale è sceso progressivamente ai minimi termini. “Evidentemente, si chiedono gli esperti del portale “tuttoscuola”,  il Patto Educativo di Corresponsabilità, in vigore dal 2007, con la sua dettagliata regolamentazione dei diritti, doveri e comportamenti dei genitori (oltre che degli alunni e dei docenti), non si è rivelato uno strumento idoneo a ripristinare il rispetto nei confronti del ruolo e dell’autorità dei docenti.

Rispetto che trova il suo fondamento, più che in una minuta precettistica, in un codice di carattere etico-sociale condiviso, interiorizzato dalla comunità”.

Ora Valeria Fedeli, d’intesa con il suo predecessore Fioroni, si appresta ad aggiornare il Patto Educativo di Corresponsabilità a partire dalla sua denominazione, che diventa ‘Patto di Corresponsabilità Educativa’, proprio perché, ha detto la ministra, trova il proprio asse fondante nel principio di collaborazione e dialogo tra tutte le componenti della comunità scolastica, nell’ottica di una rinnovata alleanza fra scuola e famiglia, fra scuola e studenti, in una unione di intenti, in un clima di condivisione che metta al centro l’interesse dei ragazzi”.

Ma tutti sappiamo che questa alleanza è da tempo in crisi, e in certi casi del tutto rotta”, ha ricordato con crudo realismo Papa Francesco nell’incontro con i maestri cattolici dell’AIMC dello scorso 5 gennaio. Per rilanciarla serve l’apporto convinto di tutte le componenti della comunità scolastica, e anzi qualcosa di più, perché “Per educare un bambino ci vuole un intero villaggio”.

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