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Covid19: il bollettino e le novità sui test sierologici in Sicilia

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Giovedì 16 Aprile, in Italia, si registrano 106.607 casi positivi da Coronavirus (+1189 rispetto a ieri), di cui 40.164 guariti (+2072 rispetto a ieri) e 22.170 decessi (+ 525 rispetto a ieri).

Il numero di tamponi effettuati finora è pari a 1.073.488 (sono 26.779 quelli nuovi rispetto a ieri). Secondo l’ultimo bilancio, dei contagiati, 76.778 si trovano in isolamento domiciliare senza sintomi o con sintomi lievi (72%), 26.893 (-750 rispetto a ieri) sono ricoverati (25%) e di questi 2.936 sono in terapia intensiva (-143 rispetto a ieri), il 3%. Dati, questi, ancora in diminuzione, confermando il trend negativo dei giorni scorsi.

La conferenza stampa è stata presieduta, come di consueto, dal capo della Protezione Civile, Angelo Borrelli, e da Silvio Brusaferro, Presidente dell’istituto Superiore di Sanità.

La regione più colpita dalla pandemia di coronavirus resta di gran lunga la Lombardia, seguita da Emilia Romagna e Piemonte.

1.178.403 i tamponi totali effettuati sino ad ora (sono 61.000 quelli nuovi rispetto a ieri).

In Italia i contagi complessivi da nuovo Coronavirus sono 168.941 (+ 3786 rispetto a ieri)

Coronavirus in Italia, la mappa dei casi totali regione per regione:

Lombardia: 63.094

Emilia Romagna: 21.486

Piemonte: 19.108

Veneto: 14.990

Toscana: 7.943

Liguria: 6.039

Marche: 5.582

Lazio: 5.380

Campania: 3.887

Puglia: 3.258

Trento: 3.294

Friuli VG: 2.616

Sicilia: 2.579

Abruzzo: 2.346

Bolzano: 2.267

Umbria: 1.329

Sardegna: 1.164

Calabria: 1.009

Valle D’Aosta: 971

Basilicata: 336

Molise: 263

 

La situazione in Sicilia

Questo il quadro riepilogativo della situazione nell’Isola, aggiornato alle ore 17 di oggi (giovedì 16 aprile), in merito all’emergenza Coronavirus, così come comunicato dalla Regione Siciliana all’Unità di crisi nazionale.

Dall’inizio dei controlli, i tamponi effettuati sono stati 42.405 (+2.538 rispetto a ieri).
Di questi sono risultati positivi 2.579 (+44), mentre, attualmente, sono ancora contagiate 2.108 persone (+27), 284 sono guarite (+11) e 187 decedute (+6).

Degli attuali 2.108 positivi, 573 pazienti (-17) sono ricoverati – di cui 48 in terapia intensiva (-1) – mentre 1.535 (+44) sono in isolamento domiciliare.

 

Ecco a chi è rivolto il test sierologico in Sicilia

Ci sono anche un target di cittadini dei quattro Comuni ‘zona rossa’ e un ampio settore di lavoratori fra le categorie per le quali la Regione Siciliana ha previsto i test sierologici, nell’ambito dello screening epidemiologico sul Coronavirus. L’iniziativa avviata dal governo Musumeci, dopo il parere del Comitato tecnico-scientifico per l’emergenza Covid-19 nell’Isola, è stata disposta per individuare quei soggetti che, potenzialmente, possono rappresentare una fonte di contagio, in previsione del graduale allentamento delle misure contenitive.

Come è noto, si tratta di due tipi di test sierologici (qualitativi e quantitativi), che serviranno alla rilevazione di anticorpi IgG e IgM anti-Sars-Cov2, e ovviamente saranno complementari al tampone rinofaringeo, che continuerà ad essere adoperato per i soggetti sintomatici, paucisintomatici, per coloro che sono entrati in contatti con persone positive al virus e per tutti i cittadini individuati dalle circolari del ministero della Salute e dalle ordinanze del presidente della Regione.

La somministrazione dei test sierologici, invece, si differenzia per categorie di popolazione, così come definito dal Comitato tecnico-scientifico regionale.
Nello specifico, il test quantitativo per la ricerca degli anticorpi verrà effettuato sul personale dei Covid Hospital, dei reparti dedicati alla cura del Covid e dell’emergenza sanitaria (compresi tutti gli operatori della Seus).

Ma anche sui dipendenti delle strutture di ricovero pubbliche e private non Covid, sul personale delle Usca (Unità sanitarie di continuità assistenziale) e delle Asp impegnato nell’esecuzione dei test, sui medici di Medicina generale e pediatri di libera scelta e sugli operatori dei Presidi di continuità assistenziale. Test quantitativi anche sui ricoverati e su personale delle Rsa, delle Cta, delle Case di riposo, così come sui medici in servizio nelle carceri, sugli agenti della polizia penitenziaria e sui detenuti.

I test rapidi qualitativi con card, invece, saranno estesi ad un’ampia parte della popolazione, seguendo un preciso ordine di priorità a partire dalle Forze dell’ordine (Polizia di Stato, Carabinieri, Guardia di finanza e Polizia locale), Vigili del fuoco, i militari delle Forze armate destinati a fronteggiare l’emergenza Covid e il personale che deve recarsi nelle isole minori per motivi di lavoro.

Il test verrà esteso anche ad un target di cittadini residenti o domiciliati all’interno delle “zone rosse” di Agira, Salemi, Troina e Villafrati, ma anche sui volontari impegnati nell’emergenza sanitaria e sul personale dell’amministrazione giudiziaria. In vista dall’allentamento delle misure restrittive, è stata prevista l’effettuazione del test qualitativo rapido anche sui dipendenti della Grande distribuzione organizzata, dei negozi alimentari e di altri esercizi commerciali autorizzati all’apertura nel periodo di lockdown.

Nella circolare diramata dall’assessorato della Salute – alle Aziende del SSR, alle strutture sanitarie private accreditate e agli Ordini provinciali dei medici e degli odontoiatri, ai nove prefetti all’Anci Sicilia e al provveditore regionale dell’amministrazione penitenziaria – viene inoltre chiarito che «le categorie di soggetti sopra indicate potranno essere ulteriormente integrate tenuto conto dell’andamento epidemiologico».

Inoltre tutte le Asp istituiranno un presidio in ogni distretto per l’esecuzione del test ai cittadini individuati nelle categorie, ovviamente tutte le strutture dotate di proprio personale medico potranno ritirare i kit presso l’Asp territorialmente competente, eseguire i test e inviare i dati al dipartimento di prevenzione di riferimento. Infine, anche i professionisti privati che operano nell’ambito sanitario potranno eseguire il test in autonomia a tutela dei propri pazienti.

 

(Fonte dati: Protezione Civile)

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