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I Traditori, spettacolo teatrale sulle stragi

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Ci sono molti simboli e messaggi nascosti dietro i reperti che, come in un gabinetto della scientifica, vengono proiettati sul grande schermo del Teatro Massimo.

Come la fotografia della lettera che avvertiva l’ex sindaco di Palermo Vito Ciancimino che il giudice Giovanni Falcone, aveva disposto degli accertamenti bancari su cinquanta imprenditori e costruttori in odore di mafia. I reperti sono elementi di una tradizionale spy story  che potrebbe ispirare il migliore dei registi americani, eppure è tutto vero; la mafia spiava e  svelava.

Straordinario successo de ” I traditori”, l’opera – inchiesta di Salvo Palazzolo e Gery Palazzotto in scena nell’anniversario del 23 maggio per la regia di Alberto Cavallotti, con le musiche di Marco Betta, Fabio Lannino e Diego Spitaleri.

L’interpretazione è stata affidata ad un straordinario, Gigi Borruso, voce narrante a metà fra il giornalista di inchiesta simile a  Carlo Lucarelli, in #Blunotte,  e l’attore shakesperiano. Un lavoro che mette a dura prova la sua memoria nel  ricordare tutti i passaggi di una sceneggiatura puntuale e dettagliata, scritta da due giornalisti di nera e giudiziaria del calibro di Palazzolo e Palazzotto.

Le musiche, un capolavoro; tutte originali creano atmosfere surreali e oniriche. Spiazza fra i reperti il “pizzino” con un numero di telefono che si rivelerà appartenente a un agente dei servizi segreti, relativo alla riparazione di un telefonino, ritrovato nel cratere in cui esplose la bomba di Capaci.  In sala la Palermo che conta, molti opinion leader e tanti magistrati. Soddisfatto il soprintendente Francesco Giambrone che ha prodotto la performance; gli applausi finali testimoniano il  grande apprezzamento per un opera che ha un’alta finalità pedagogica e che andrebbe assolutamente distribuita nelle scuole,  per mantenere viva  la memoria delle stragi del ‘92.

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