Editoriali

I giovani segneranno il destino delle prossime elezioni

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E’ proprio in questa fine d’estate, caratterizzata sempre più da notizie di guerra, rincari di bollette, crisi di governo ed emergenza climatica, che la politica si sveglia e prende consapevolezza che i giovani, soprattutto quelli che andranno a votare per la prima volta, potrebbero essere la variabile che manderebbe in tilt anche gli analisti più attenti. Si prova un senso di smarrimento nella lettura dei programmi elettorali molto spesso simili  da parte di correnti politiche opposte, ma che incredibilmente mettono al centro degli obiettivi i giovani e il loro futuro. Se facciamo un bilancio degli ultimi anni quante famiglie sul lastrico, quanta emigrazione proprio di neolaureati c’è stata per colpa di un paese che non ha saputo attivare politiche del lavoro e di welfare utili a fare rimanere i giovani nella loro terra? I politici si interrogano cosa fare per loro, quali prospettive offrire, che tipo di strumenti possono essere attivati per permettere alle giovani coppie di formare una famiglia e diventare indipendenti economicamente rispetto ai genitori. La constatazione amara è che gli adulti e in particolare chi corre per un seggio alla Camera, al Senato o alla Regione, si ricorda che i giovani sono importanti solo quando diventano funzionali agli interessi elettorali. Secondo il settimanale Italia Oggi  l’incertezza del voto riguarda innanzi tutto chi per la prima volta si reca alle urne, poi i giovani e quindi gli astenuti che decidono di rinsavirsi. Neppure il 5% di chi vota da qualche tempo cambia infatti lo schieramento. Sono i dati diffusi dall’Istituto Cattaneo i cui responsabili dichiarano: “…questo voto giovanile, non legato ad alcun retaggio comportamentale o ideologico, è assai arduo da prevedere. C’è anche da considerare che per la prima volta pure i diciottenni voteranno per il Senato.

I giovani sono una quota considerevole di quel 35% di indecisi che registrano i sondaggi e che potrebbero se non ribaltare l’esito, certamente modificare le percentuali e quindi i rapporti di forza tra i partiti”. Nei giorni scorsi c’è stato il Meeting di Rimini. Molti osservatori hanno notato una platea di giovani che ha dapprima accolto con entusiasmo Giorgia Meloni che è stata all’opposizione del governo Draghi, il giorno dopo la stessa platea ha interrotto con tifo da stadio il discorso di Draghi che ha tra l’altro insistito sulla necessità che l’Italia rimanga fortemente ancorata all’Europa, di fatto bocciando quel sovranismo tanto caro al segretario della Lega, principale alleato della leader di FdI. Contraddizioni che confermano la difficoltà di interpretare le intenzioni di voto dei giovani. Chiudo con un dato: gli elettori tra i 18 e 26 anni sono 9,9 milioni, 3,8 milioni per la prima volta voteranno al Senato (in totale gli aventi diritti al voto sono poco più di 51 milioni, in leggero calo rispetto al 2018, le donne sono 1,5 milioni più dei maschi).

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