Cultura

Follia e arte al Bramante di Roma

Published

on

Esposizione artistica innovativa :follia e arte si fondono nell’antico chiostro del Bramante a Roma

In questo momento storico in cui non si  arresta il conflitto nel cuore dell’Europa tra Ucraina e Russia e molte crepe si avvertono in tutto il globo,  è il caso di ripensare     alla  nostra umanità, costituita  anche da arte e  persino  follia.

L’arte può raccontarci la follia e la follia diventa arte.

E ciò e’ quanto si avverte entrando nel Chiostro del Bramante a Roma seguendo e  ammirando  l’itinerario della mostra Crazy, La follia nell’arte contemporanea. 

 Opere concepite per essere attraversate, anzi ‘abitate’, come ha dichiarato il curatore Danilo Eccher, il quale ha spiegato che  il concetto di “pazzia”  nasce nel momento in cui ci si confronta con le follie degli altri e si esprimono anche le proprie follie. “La sfida è invitare il pubblico a diventare parte dell’opera e vivere la follia dell’artista”. Ora, con Crazy, la mostra ha davvero plasmato  i luoghi del Chiostro, divenendone parte integrante.

Il percorso espositivo parte dalle ricostruzioni di due opere di artisti visionari del Novecento: Ambiente Spaziale del 1968 di Lucio Fontana, e Topoestesia del 1965-1970 di Gianni Colombo.

Nel primo artista si coglie  l’idea di uno spazio minimale, segnato da un apparente vuoto sensoriale e percettivo; mentre nel secondo si manifesta uno spazio dinamico all’interno di un gioco ottico-percettivo.

Spiccano, nel labirinto sensoriale della mostra, diversi lavori quali l’installazione del duo Fallen Fruit, già presentata in Italia durante l’edizione del 2018 della biennale Manifesta, organizzata a Palermo,e la visione del crollo di un soffitto di Thomas Hirschhorn, le luminarie sul pavimento di Massimo Bartolini,  i giardini sospesi e gli spiragli cosmici di Petah Coyn.

Questo modo di raccontare la follia attraverso l’arte contemporanea ci consente di riflettere sulla mancanza di equilibrio, sulla confusione cosmica, in cui  i visitatori divengono protagonisti travolti da un’ordinaria  follia.    Il percorso esperienziale di Crazy sembra  ricordare l’’esistenza aleatoria, il crollo di ogni certezza e una sorta di disorientamento percettivo,come prodotto di vertigini. Infatti  sia l’arte sia la follia creano delle vertigini che ci inducono a  guardare all’ interno di  noi stessi per conoscerci meglio e conoscere gli altri.

Laura Bisso

Click to comment

In Tendenza

Exit mobile version