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Fase 2 non per la Gran Bretagna: decessi più alti d’Europa

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Il Paese che più tardivamente ha avviato la fase di lockdown è oggi il paese che per ultimo avvierà la fase 2

Il Regno Unito è ora il paese europeo con il maggior numero di decessi da Sars-CoV2. Il totale dei decessi, superiore a 32mila vittime, ha fatto sì che il primo ministro britannico, Boris Johnson, decidesse di rimandare la fase della riapertura.

Le misure di emergenza, infatti, resteranno in vigore sicuramente per altre tre settimane con il rischio che la fase 1 perduri ancora nei prossimi mesi. Il governo intende, dalla fine di maggio, incoraggiare la gente a tornare al lavoro e a riaprire i negozi: ma con mille cautele. Negli uffici saranno introdotti turni differenziati, per evitare di affollare i mezzi pubblici, sarà vietato scambiarsi materiali (tipo penne o fogli) e bisognerà osservare la distanza reciproca, magari installando schermi divisori.

Occorrerà seguire le misura anti-contagio in maniera importante: sensi unici pedonali per spostarsi sui luoghi di lavoro, così come nei negozi e alle stazioni di metro e autobus. Nessuna speranza per pub e ristoranti: non esiste al momento alcun calendario per la loro riapertura. Così come sarà difficile tornare al cinema o al teatro prima della fine dell’anno. In compenso, viene data priorità alle scuole: già dal primo giugno dovrebbero rientrare in classe i bambini delle elementari e i ragazzi degli anni pre-esami delle superiori.

La Gran Bretagna dunque, per la propria incoscienza mostrata inizialmente, oggi è prigioniera di sé stessa. A marzo Boris Johnson aveva permesso sino all’ultimo il normale svolgimento di eventi sportivi o concerti, aveva resistito fino all’ultimo a imporre le chiusure, cedendo alle pressioni solo di fronte agli scenari apocalittici illustrati dagli scienziati.

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