Editoriali
Una famiglia su tre taglia i consumi drasticamente
Arriva impietoso il primo Bollettino Economico del 2021 della Banca d’Italia che mostra un preoccupante peggioramento della situazione delle famiglie italiane. Quasi una famiglia italiana su tre è pronta a tagliare ulteriormente le sue spese per l’inizio del 2021. Per circa la metà di queste famiglie il taglio dei consumi sarebbe superiore al 20%. La flessione interesserebbe soprattutto i nuclei residenti nelle regioni più esposte all’emergenza sanitaria, scrive la Banca d’Italia; riguarderebbe anche poco più di un quarto di coloro che si aspettano un incremento di reddito nel 2021. Secondo quanto raccolto dalla Banca d’Italia tramite le sue interviste, più che le restrizioni in sé è la paura dei contagi a frenare la spesa sul fronte dei servizi. Il crollo del reddito disponibile delle famiglie ha ridotto in povertà il ceto medio, che ormai fatica ad arrivare alla fine del mese. La diretta conseguenza di questa riduzione sono i consumi finali in caduta libera, con pesanti ripercussioni sul Prodotto interno lordo. Adesso, con questa nuova stretta, il paese rischia di tornare indietro, di dieci anni. Già qualche mese fa la Coldiretti lo aveva denunciato forte. Secondo un’analisi dell’associazione degli agricoltori, si è verificato un taglio complessivo della spesa a tavola di ben 24 miliardi nel 2020 per effetto dell’emergenza coronavirus, con i consumi alimentari tornati indietro di dieci anni su valori del 2010″. A pesare è stata la chiusura durante il lockdown della ristorazione per la quale anche adesso rimane una situazione di sofferenza per le difficoltà economiche, lo smart working, la diffidenza dei consumatori e le difficoltà del turismo, soprattutto straniero, che rappresenta una fetta importante della clientela. Non inizia bene dunque quest’ anno, e nessuno vorrebbe mai la fotocopia del precedente. La speranza, rispetto a qualche mese fa, adesso è riposta nel vaccino. Non si possono ignorare le parole del santo padre dei giorni scorsi: “sarebbe scandaloso se tutta l’assistenza economica prevista, soprattutto con denaro pubblico, si concentrasse a riscattare industrie che non contribuiscono all’inclusione degli esclusi, alla promozione degli ultimi, al bene comune o alla cura del creato. Un virus che non fa eccezioni tra le persone, dice il papa; ha trovato, nel suo cammino devastante, grandi disuguaglianze e discriminazioni e le ha aumentate! La risposta alla pandemia dev’essere quindi duplice. Da un lato è indispensabile trovare la cura per un virus piccolo ma tremendo, che mette in ginocchio il mondo intero, dall’altro, dobbiamo curare un grande virus, quello dell’ingiustizia sociale, della disuguaglianza di opportunità, della emarginazione e della mancanza di protezione dei più deboli”