Editoriali

Fame di lavorare! Alla ricerca disperata di un lavoro

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Giorni fa leggevo un’intervista realizzata dall’agenzia di stampa Adn Kronos ad uno dei più importanti formatori aziendali, Gianluca Spadoni, Ideatore dell’Osservatorio Evolution forum business school sulle piccole e medie imprese. Spadoni, nel corso della sua carriera professionale, ha formato oltre 380.000 persone e il suo punto di osservazione, sul mondo del lavoro, è considerato fra i più autorevoli. Il mercato del lavoro si sa è cambiato, ma è cambiata anche la mentalità dei giovani, nel senso che possono permettersi anche di rifiutare un’offerta lavorativa, specie se di sabato o domenica. “Per poter lavorare, spiega Spadoni, capitava in passato, per motivi anche sociali, che non si riusciva a fare subito il lavoro che si desiderava e si era disposti a fare lavori più umili pur di perseguire i propri sogni e le proprie aspirazioni. Oggi invece, ed è un dato di fatto, i ragazzi si possono permettere di rifiutare un lavoro. Vero è che troppe volte sono sottopagati: i ventenni innanzitutto sanno di essere numericamente pochi e di essere perciò ricercati. Inoltre non hanno bisogno di lavorare per vivere, non hanno ‘fame vera’ perché in tanti sono mantenuti dalle famiglie, oppure dallo Stato”. Per superare questa problematica, secondo il professionista, è necessario che “i giovani di oggi vadano coinvolti, fornendo loro degli ideali. “Questi ultimi, spiega, un tempo erano forti e ci pensava lo Stato, la Nazione, la religione, la politica, l’associazionismo, il volontariato sociale. Oggi gli ideali vanno costruiti. Quindi se tu dai ai giovani un sogno, loro lavorano anche gratis. Ma prima devi costruire questa visione di lungo periodo, questa progettualità; è questo ciò che manca al giorno d’oggi. Ora le aziende che sono in grado di trasmettere questi ideali attraggono nuove persone qualificate. Invece restano al palo quelle aziende che offrono solo un lavoro ma non un sogno, non un progetto, non un ideale”. La lucida analisi del formatore aziendale andrebbe comunicata ai manager e ai titolari d’azienda che conducono le loro imprese in maniera tradizionale immaginando il lavoratore come mano d’opera e non come una risorsa a cominciare anche dalla sostituzione della scritta ufficio del personale con ufficio delle risorse umane! Secondo Alma Laboris business school le risorse umane rappresentano sempre più il vero e proprio fulcro tramite il quale un’azienda può costruire un business di successo. Avere all’interno della propria organizzazione un ufficio risorse umane può rappresentare un reale vantaggio competitivo per le imprese che vogliano primeggiare nel proprio settore. Il lavoratore non viene visto come un mero strumento da utilizzare per raggiungere gli obiettivi ma come una persona intesa soprattutto come essere umano che presta attività, tempo, conoscenze e competenze all’azienda.

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