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Eutanasia legale? Speriamo di no, il dibattito è aperto

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La prima domenica di febbraio è stata celebrata la “Giornata della vita” ,un valore che appartiene a tutti, invito a “non dimenticare che l’inviolabilità della vita, di tutta la vita, impone quello sguardo limpido e intenso che sa riconoscere nel figlio concepito, così come nell’adolescente, nel giovane, nell’uomo e nella donna, nell’anziano, solo e sempre “uno di noi”.

Ora si legge che il prossimo 15 febbraio la Corte Costituzionale, presieduta da Giuliano Amato prenderà in esame la richiesta di modifica e di depenalizzazione dell’art. 579 del Codice penale “omicidio del consenziente” che recita : “Chiunque cagiona la morte di un uomo, col consenso di lui, è punito con la reclusione da sei a quindici anni”.

Delle ottocentomila firme per legalizzare l’eutanasia presentate in Cassazione ne sono state registrate valide soltanto 543.213 e non un milione, come sbandierato nei social  da Cappato e Fedez.

Sul modulo da firmare   per richiedere “l’eutanasia legale” c’era scritto di voler depenalizzare l’articolo 579.

In una lettera indirizzata a Giuliano Amato, Mario Adinolfi, leader del “Popolo della Famiglia” racconta un fatto accaduto a Porto Empedocle, quando “un ragazzo di 26 anni si aggirava disperato sulla spiaggia. Era il 25 agosto sera e la disperazione di Mirko La Mendola era dovuta al fallimento in un concorso pubblico. L’idea era di farla finita. Non avendone il coraggio Mirko si fece raggiungere sulla spiaggia di Punta Grande, tra Porto Empedocle e Realmonte, da un giovane “amico”. Il quale prese una pistola e sparò alla tempia sinistra di Mirko, uccidendolo. Il 21 gennaio 2022 il Gup di Palermo, Maria Pino, ha rinviato a giudizio il ragazzo detenuto dal 13 dicembre con l’accusa di “omicidio di consenziente” articolo 579 del codice penale”.

Ora si chiede che tale tipologia di reato venga depenalizzato e il gesto di Porto Empedocle diventa “legale”.

 Sparare in testa a un ragazzo di 26 anni potrà essere prassi normale in un momento di sconforto.

Il vento mediatico e politico soffia tutto a favore di Cappato, solo la voce “clamanas in deserto” del “Popolo della Famiglia”, grida forte allo scandalo di tale operazione

L’Italia, che ha un ordinamento giuridico che complessivamente valuta la vita umana come un bene di cui non si può disporre, con questa modifica sarebbe come consegnala ad “un cortocircuito giuridico privo di senso e dalle conseguenze pesantissime”.

Che la Corte Costituzionale rigetti il quesito di Marco Cappato.

Il “via libera” richiesto aprirebbe le porte a un vero e proprio inferno, con persone che potrebbero essere uccise nelle modalità più violente e strampalate, senza alcun controllo, basta ottenerne uno straccio di “consenso”, e come scrive Adinolfi, “Mirko La Mendola, 26 anni, non merita un’ulteriore pistolettata alla tempia”.

Giuseppe Adernò

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