Editoriali

“E!State Liberi 2013″

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L’iniziativa è di Libera, la rete che da anni si occupa della gestione dei beni confiscati alla mafia. Proprio in questi giorni si stanno definendo gli ultimi dettagli per fare partire oltre 45 campi sui beni confiscati ai mafiosi; i numeri sono importanti e sono coinvolte 16 regioni, dalla Sicilia alla Lombardia, dalla Campania all’Emilia Romagna e Piemonte, dalla Puglia alle Marche. Le proposte di Libera per un’estate all’insegna della corresponsabilità ed impegno contro le mafie. Tutto è pronto dunque per l’iniziativa denominata “E!State Liberi 2013″ da giugno a settembre singoli, gruppi ed under 18 possono farsi avanti per i campi di volontariato e formazione sui beni confiscati alle mafie promossi da Libera. Ragazzi, studenti, giovani e anziani da tutta Italia e dall’Europa potranno partecipare ad un’esperienza di impegno civile con i campi di volontariato sui terreni e beni che una volta appartenevano ai boss delle principali organizzazioni criminali. Dalla Piana di Gioia Tauro sulle proprietà confiscate ai Piromalli, alle terre un tempo appartenenti a Brusca e Riina nel corleonese, passando per la Puglia sulle tenute che erano della famiglia Screti, ai caseifici dei casalesi nel casertano. L’attività dei campi si svolge su vari momenti: il lavoro agricolo o attività di risistemazione del bene, lo studio e l’incontro con il territorio per uno scambio interculturale. Volontari incontreranno e si confronteranno con i familiari delle vittime di mafia, giornalisti, rappresentanti delle istituzioni e con gli operatori delle cooperative sociali. Solo nel 2012 sono state più di 200.000 le ore di lavoro prodotte dai volontari di ‘E!State Liberi’: un valore di capitale sociale importante, messo a disposizione delle realtà territoriali, che rappresenta un momento fondamentale per l’opera di riutilizzo sociale di questi beni a beneficio delle cooperative e delle associazioni territoriali. Immaginare dunque tanti giovani che decidono di trascorrere le loro vacanza all’insegna della solidarietà e soprattutto dell’aggregazione, sgnifica anche ripensare le politiche del welfare a partire dal contributo che i giovani stessi possono dare al sistema paese.

 

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