Editoriali
Essere chiesa domestica
Il viaggio del Santo padre in terra santa non poteva lasciarci indifferenti e se certa stampa israeliana ha svolto la funzione di “guardiano di parte” e a volte fazioso, ritengo che i contenuti espressi dalla chiesa di Roma nelle terre martoriate dalla guerra, sono andati al di là di ogni mero giudizio e opinione. Mi ha colpito il discorso pronunciato da Benedetto Sedicesimo durante l’omelia della grande celebrazione di Nazareth. Papa Ratzinger ha voluto lodare l’attenzione che la Conferenza degli Ordinari Cattolici della Terra Santa ha dato al tema della famiglia pur in una situazione obiettivamente difficile. “Come nel patto coniugale – ha ricordato – l’amore dell’uomo e della donna viene innalzato dalla grazia fino a divenire condivisione ed espressione dell’amore di Cristo e della Chiesa, così anche la famiglia fondata sull’amore viene chiamata ad essere una “Chiesa domestica”, luogo di fede, di preghiera e di preoccupazione amorevole per il bene vero e durevole di ciascuno dei propri membri”. Ed ha voluto pronunciare in particolare “una parola di gratitudine e di lode per quanti si adoperano per portare l’amore di Dio ai bambini di questa città e per educare le generazioni future nelle vie della pace. Penso in modo speciale agli sforzi delle Chiese locali, particolarmente nelle loro scuole e nelle istituzioni caritative, per abbattere i muri e per essere fertile terreno d’incontro, di dialogo, di riconciliazione e di solidarieta’”. “Incoraggio – ha continuato – i sacerdoti, i religiosi, i catechisti e gli insegnanti che sono impegnati, insieme con i genitori e quanti si dedicano al bene dei nostri ragazzi, a perseverare nel dare testimonianza al Vangelo, ad aver fiducia nel trionfo del bene e della verità e a confidare che Dio farà crescere ogni iniziativa destinata a diffondere il suo Regno di santità, solidarietà, giustizia e pace”. Perché allora non importare questi incoraggiamenti anche nelle nostre diocesi, nelle nostre parrocchie e soprattutto nelle nostre scuole? Se nei territori occupati tutto questo diventa una esigenza da noi assume i toni della necessità. Purtroppo molti rimangono sordi ma credo molto alla funzione pedagogica del Vangelo per istruire le nuove generazioni al rispetto dei valori e soprattutto della famiglia.
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