Editoriali

Emergenza casa; in migliaia a rischio sfratto!

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A fine dicembre si sbloccheranno gli sfratti e 15mila famiglie rischiano di essere sbattute fuori di casa. Sono questi i dati preoccupanti pubblicati nei giorni scorsi da Repubblica. Nell’articolo si fa riferimento al Covid che ha fatto esplodere l’emergenza casa. “Negli ultimi 12 mesi il 24 per cento delle famiglie ha accumulato ritardi nel pagamento degli affitti”. Lo dice Giusi Milazzo, segretaria regionale del Sindacato unitario nazionale inquilini e assegnatari (Sunia).  “Ormai la questione della casa è un problema strutturale e non un’emergenza, alla Sicilia, fra il 2020 e il 2021, sono stati assegnati circa 30 milioni di euro per il contribuito all’affitto. “Ma la Regione deve ancora stabilire i criteri di ripartizione delle somme. Come Sunia abbiamo avanzato diverse proposte. E’ necessario riqualificare gli alloggi abbandonati, continuare a calmierare gli affitti. Serve anche una nuova edilizia sociale e popolare. Le graduatorie dell’emergenza casa, se non si cambia direzione, possono solo continuare a crescere”, dice Milazzo.  Da una stima si parla di circa 50mila famiglie in cerca di un alloggio stabile. Sono le stesse che da tanti anni vivono in alloggi di fortuna e sono inserite nelle graduatorie per ottenere un alloggio di edilizia residenziale pubblica. Oltre a queste sono anche inserite nelle liste di emergenza per puntare su un bene confiscato o sul contributo per le spese dell’affitto. A questi numeri si devono aggiungere i senza dimora che secondo l’Istat in Sicilia raggiungono quota 4mila. A Palermo, 10mila famiglie, a Messina 2500 vivono ancora nelle baracche e a Catania con 5200 domande per un alloggio si scommette sul quartiere Librino dove a gennaio sono stati consegnati soltanto 96 alloggi, insufficienti per la domanda. “Quasi il 90 per cento degli aiuti richiesti è per morosità incolpevole, si tratta di persone che da un giorno all’altro non sono state più in grado di sostenere le spese dell’affitto perché il loro reddito è diminuito” lo dichiara Francesca Pruiti, coordinatrice dell’Agenzia sociale per la casa per il terzo settore. Secondo l’indagine del quotidiano Repubblica sono circa 60mila le case di proprietà della Regione gestite dagli Istituti autonomi di case popolari e di proprietà comunale – e anche i beni confiscati raramente rispondono alle esigenze delle famiglie perché hanno bisogno di interventi di ristrutturazione. Nel 2020 a Palermo ne sono stati assegnati soltanto cinque, quest’anno un paio. Il Comune adesso punta sull’autorecupero: chi si candida per ottenere un bene confiscato si fa carico anche dei lavori che poi l’amministrazione decurterà dal canone di affitto. Un dato su tutti: negli ultimi due anni in tutta la Sicilia sono stati assegnati soltanto 156 alloggi di edilizia residenziale pubblica. Al diritto alla casa è legato il diritto alla residenza. Chi vive in un alloggio improprio e non ha, appunto, la residenza, non può accedere al medico di famiglia, al pediatra, al reddito di cittadinanza, né votare.

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