Editoriali

Economy of Francesco

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e con una economia amica della vita, in armonia con l’ambiente e la terra”. Il santo padre era molto atteso e questa attesa si è sciolta con un grido collettivo di gioia, quando, è entrato nel Lyric Theatre di Assisi. Dopo 3 anni di incontri on line si sono dati appuntamento lì, nella città di san Francesco. Il papa ha sollecitato i giovani ad “essere protagonisti attivi cercatori di senso prima che di bene a partire dal capitale spirituale e ad impegnarsi nel mettere al centro i poveri innescando cammini nuovi a partire dai paradossi evangelici di Francesco, riferendosi al santo di Assisi”. Al termine del suo discorso il pontefice ha consegnato ai giovani tre indicazioni per proseguire su questo cammino: guardare al mondo con gli occhi dei più poveri; non dimenticarsi del lavoro manuale e incarnare le idee che si vogliono realizzare, perché le idee sono necessarie ma possono diventare trappole se non diventano “carne”, cioè concretezza. Prima di congedarsi, il pontefice ha sottoscritto un patto con i giovani, frutto del lavoro elaborato nei tre giorni di incontri. Le nuove generazioni dovranno impegnarsi a realizzare una economia di pace che rispetti l’ambiente e che metta al centro la persona. Assisi grazie a queste giornate diventa sempre più un punto di riferimento mondiale di un cambiamento possibile; gli esperti sostengono che “Economy of Francesco” può essere il luogo dove si può raggiungere la massa critica affinché le istituzioni capiscano che tipo di bisogno c’è e che nuova progettazione serve per il futuro. Molti gli spunti di riflessione emersi, riprendendo una lettera del 2019 che il pontefice scrisse  ai giovani professionisti e imprenditori, leader e premi Nobel di tutto il mondo;  “studiare e praticare un’economia diversa, quella che fa vivere e non uccide, che include e non esclude, che umanizza e non disumanizza, che ha cura del creato e non lo depreda”. Così il papa  invitava a progettare insieme un’economia attenta alle persone e all’ambiente, uscendo dal binomio produrre/consumare  facendo perno sull’idea di un’economia più giusta e più fraterna. Il Prof. Stefano Zamagni la chiama il nuovo strumento di civiltà, progresso morale ed economico, un processo che armonizza la Laudato Sì, Evangelii Gaudium e Fratelli tutti, che si traduce nel coraggio di toccare, abbracciare la povertà, come fece San Francesco di Assisi, che, spoglio di tutti i suoi beni per essere interamente di Dio e dei poveri, come in un gesto di rifondazione dell’essere al mondo, sognava una città fraterna senza esclusi. Il messaggio forte è: “la Chiesa vuole guidare il grande cambiamento che l’umanità reclama e che, in larga misura, sta avvenendo, esortando i giovani a correggere quei modelli di crescita oramai incapaci di garantire l’accoglienza della vita, la cura della famiglia, l’equità sociale, la dignità dei lavoratori, i diritti delle generazioni future, il lavoro inteso come servizio alla vocazione e non come schiavitù”.

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