Arianna
Dove osano le aquile, l’esordio di Pintus
“Dove Osano Le Cicogne” nasce da un incontro, quello tra me e Angelo Pintus, e dalla stima reciproca che ne è scaturita. Un incontro propiziato dal fiuto di Attilio De Razza che, da alcuni anni, cercava la giusta occasione per far trasmigrare Angelo dalla tv e dal palcoscenico al cinema.a che, da alcuni anni, cercava la giusta occasione per far trasmigrare Angelo dalla tv e dal palcoscenico al cinema.
Un incontro fortunato
Un incontro molto fortunato per quanto mi riguarda. Il regista di commedia è orfano infatti senza un attore che possa aiutarlo a mettere in scena le sue storie buffe.In questo caso Angelo però è stato di più di un attore, è stato un coautore a tutti gli effetti. Abbiamo scritto insieme il copione e mi ha indicato degli attori brillanti con i quali avrebbe amato lavorare, con l’infallibilità di un casting esperto. Si è creato così un gruppo che ha lavorato insieme ad un progetto, ma soprattutto a far nascere una atmosfera sul set che permettesse a tutti di lavorare divertendosi e quindi poter dare il meglio. L’atmosfera sul set è più importante del tono del film. Il tono a volte è artificioso, creato ad arte dalla sapienza del regista (o del montatore che spesso, come accade a me con la talentuosa Luciana Pandolfelli, è un vero partner creativo), ma l’atmosfera non si inventa: o c’è o non c’è. Nella pellicola (anzi nei pixel) resta sempre impresso il clima vissuto sul set, è la magia del cinema. Sul nostro c’era amicizia, divertimento, voglia di rischiare, di giocare intorno ad un tema (la maternità) che sapevamo forte e controverso.
Io, nel mio piccolo orticello cinematografico, ci provo ogni volta, caro Walt. Note di regia di Fausto Brizzi
Arianna Scinardo