Cinema
Documentaria, il festival a Palermo
Sarà un’edizione ancor più ricca delle precedenti. L’appuntamento con la settima edizione di Documentaria, il Festival internazionale del Cinema Documentario, è in programma al cinema De Seta dei Cantieri Culturali alla Zisa, dal 3 al 10 dicembre. In cartellone tantissimi appuntamenti tra proiezioni, anteprime, incontri con i registi, focus, tributi e approfondimenti, masterclass, dibattiti e workshop, che faranno da cornice ai due consueti concorsi cinematografici: Visioni Doc Italia, dedicato ai migliori documentari nazionali con cinque film in concorso, e Visioni dal mondo, la competizione internazionale rivolta alla migliore e recente produzione estera, anch’esso con cinque film in concorso.
Tante le novità previste per questa edizione del Festival nato dalla collaborazione tra la società cooperativa Arte senza fine e l’associazione modicana Frame Off. Tra queste, DocumentariaLab, il nuovo contenitore del Festival all’interno del quale confluiranno tutte le attività didattiche e formative di Documentaria, e Altre Visioni, la nuova sezione del Festival dedicata ai documentari recentemente premiati in alcuni dei più importanti festival di cinema o realizzati dalle più prestigiose scuole di cinema.
Confermate, inoltre, le importanti novità della precedente edizione: Visioni Etnografiche, dedicata al cinema etnografico e il Premio Ambiente, il prestigioso riconoscimento, nato dalla collaborazione con A.R.P.A. Sicilia, attraverso il quale promuovere tematiche e istanze ecologiste.
A sostenere Documentaria quest’anno sono l’Assessorato Turismo e Spettacolo della Regione Siciliana, Sicilia Film Commission, Assessorato Beni Culturali e Identità Siciliana della Regione Siciliana, A.R.P.A. Sicilia, Città Metropolitana di Palermo, Assessorato alla Cultura del Comune di Palermo.
VISIONI DOC ITALIA
Il concorso principale del Festival che pone lo sguardo sul cinema italiano con una selezione della recente e migliore produzione documentaristica del Paese. Cinque opere concorreranno al titolo “Miglior documentario italiano” e verranno presentate in sala alla presenza dei registi, seguendo l’ormai consolidato format: proiezione e dibattito aperto al pubblico.
Sabato 3, alle ore 20.30
Lassù di Bartolomeo Pampaloni (2021, Italia, 80 min.). A seguire dibattito con il regista.
“Sulla cima della montagna che domina Palermo, in un vecchio osservatorio abbandonato e interamente ricoperto di mosaici, vive Nino detto Isravele, l’eremita di Capo Gallo”.
Domenica 4, alle ore 20.30
Shambala di Andrea De Fusco (2022, Italia, 45 min.). A seguire dibattito con il regista.
Attraverso le immagini realizzate da un amico scomparso durante una spedizione alla ricerca di Shambala – terra leggendaria del buddismo tantrico -, il regista vive il viaggio nell’Himalaya che non ha avuto il coraggio di intraprendere.
Mercoledì 7, alle ore 20.30
Power and glory di Angelo Roberto Maffioletti (2022, Italia, 64 min.). A seguire dibattito con il regista.
La curiosa e pionieristica avventura di Romano Rizzi, l’uomo che installò a proprie spese delle antenne nell’alta Valcamonica e diede vita a Tele-Pontedilegno, in diretta, ogni giorno, senza tagli e censure.
Giovedì 8, alle ore 20.30.
Sarura di Nicola Zambelli (2021, Palestina/Italia, 80 min.). A seguire dibattito con il regista.
Alle porte del deserto del Negev, un gruppo di giovani palestinesi lotta contro l’occupazione militare ristrutturando l’antico villaggio di grotte di Sarura.
Venerdì 9, alle ore 20.30
Los Zuluagas di Flavia Montini (2021, Colombia / Italia, 80 min.). A seguire dibattito con la regista.
Camilo, figlio di guerriglieri colombiani, torna nel suo paese d’origine dopo l’esilio in Italia portando con sè straordinari film amatoriali che rivelano le memorie dolorose del padre, comandante rivoluzionario che ha visto il proprio sogno di giustizia svanire sacrificando tutto in nome della lotta politica.
VISIONI DAL MONDO
Il concorso internazionale di Documentaria, dedicato alle migliori produzioni estere, attraverso il quale approfondire alcune importanti vicende del nostro tempo. Focus di quest’anno: “ Le radici della violenza”. Un modo per riflettere su argomenti di rilevante attualità, promuovere una cultura della pace e far luce sulle ragioni che trascinano i popoli e le nazioni verso l’abisso della guerra.
Sabato 3, alle ore 22.15
Downstream to Kinshasa di Dieudo Hamadi (2020, Congo, 90 min.). Nel 2000 la città di Kisangani (Repubblica Democratica del Congo), è stata teatro di pesanti scontri armati tra due gruppi ribelli: uno alleato con l’Uganda, l’altro con il Ruanda. I membri dell’Association des Victimes e la Guerra des Six Jours, stremati da anni di trattative, affrontano un lungo viaggio verso la capitale, attraversando il fiume Congo, per rivendicare i propri diritti
Domenica 4, alle ore 22.15
There will be no more night di Eleonore Weber (2020 Francia, 76 min.). Il nemico è un puntino luminoso, un bersaglio da colpire. Il dramma della guerra mostrato, in tutta la sua tragicità, attraverso le riprese militari effettuate dalle truppe francesi e statunitensi durante le operazioni in Afghanistan, Iraq e Syria.
Mercoledì 7, alle ore 22.15
Inter-Continental Bunker Mission di Julian Vogel (2021, USA/Giappone/Svezia, 80 min.).
Ispirati dal loro amore per la narrativa post-apocalittica e con un marcato senso dell’umorismo, Nils e Julian intraprendono un viaggio attraverso il mondo per scoprire come sopravvivere nel caso di un attacco nucleare.
Interverranno: il regista Julian Vogel, il protagonista Nils Brandsma e il produttore Jack Allen
Giovedì 8, alle ore 22.15
Mayor di David Osit (2020, Palestina, 88 min.). Musa Hadid, il sindaco cristiano di Ramallah, ha una missione: porre fine all’occupazione della Palestina. Ma come si gestisce la propria città quando non si dispone di un paese?
Venerdì 9, alle ore 22.15
Absconded. Young Russian on the run di Anna Winzer (2022, Germania/Russia, 53 min.). Nelle due settimane successive all’attacco russo all’Ucraina, Egor Lesnoy, attivista ambientale, blogger e influencer di Irkutsk in Siberia protesta, nonostante la minaccia dell’arresto, contro la guerra d’aggressione.
Interverranno: la regista Anna Winzer e l’aiuto regia Galina Müller
ALTRE VISIONI
Importante novità di questa settima edizione. Una vetrina dedicata alle opere vincitrici in alcuni dei più importanti festival nazionali o prodotte dalle più prestigiose scuole di cinema e presentate a Palermo in anteprima. Un modo per far conoscere al pubblico alcune delle opere più apprezzate dalla critica.
In collaborazione con: BERGAMO FILM MEETING, MAGMA – MOSTRA DEL CINEMA BREVE, BABEL FILM FESTIVAL E CENTRO SPERIMENTALE DI CINEMATOGRAFIA – SEDE SICILIA
Lunedì 5, ore 18.00 Premio Lorenzo Vecchi Magma – Mostra del Cinema Breve
Yo soy la otra di Silva, Enrique, Zajac, Truyol, Sampayo (2020, Spagna, 19 min.)
Happy Today di Giulio Tonincelli (2017, Italia-Francia, 17 min.)
Lunedì 5, ore 18.45 Premio Maestrale Miglior Documentario Babel Film Festival.
Talking dreams di Bruno Rocchi (2021, Italia, 37 min.)
Lunedì 5, ore 19.30 Produzione: Centro Sperimentale di Cinematografia – Sede Sicilia
Quello che conta di Agnese Giovanardi (2022, Italia, 45 min.)
Un’altra volta ancora di Giulia Di Maggio (2022, Italia, 18 min.)
Interverranno in sala le registe Agnese Giovanardi, Giulia Di Maggio e il compositore Luca Rizzo
Lunedì 5, h.21.30 Premio della Giuria Bergamo Film Meeting
Non è ancora finita di Louise Detlefsen (2021, Danimarca, 96 min.)
Il viaggio coinvolgente all’interno di una controversa casa di cura danese che cura persone affette da demenza dando priorità alla gentilezza e all’assistenza olistica rispetto ai farmaci non necessari
Interverrà in sala: Alessandro Uccelli (senior programmer Milano Film Festival; Bergamo Film Meeting; Lovers Film Festival)
VISIONI SPECIALI
La sezione fuori concorso del Festival dedicata a importanti pellicole presentate per la prima volta in Sicilia alla presenza in sala dei registi. Quest’anno, in occasione del trentennale della sua scomparsa, Documentaria propone un approfondimento su uno dei fotografi più importanti del Novecento, il maestro Luigi Ghirri, in collaborazione con il Centro Internazionale di Fotografia.
Martedì 5, alle ore 21.30 proiezione di “Infinito – L’universo di Luigi Ghirri” di Matteo Parisini (2022, Italia, 73 min.).
Luigi Ghirri ha scritto con regolarità durante tutta la sua vita. La sua fotografia si riflette nella sua scrittura, che è insieme affermazione poetica, argomentazione esistenziale, diario che interroga il presente. Partendo dai suoi scritti, il documentario ripercorre le tappe cruciali della vita del fotografo; un viaggio nei luoghi della provincia, uno studio di terre, acqua, colline, orizzonti infiniti; una ricerca sul suo lavoro fotografico in compagnia degli artisti Franco Guerzoni e Davide Benati, dello storico dell’arte Arturo Carlo Quintavalle, dello stampatore Arrigo Ghi, del fotografo Gianni Leone, del musicista Massimo Zamboni e infine della famiglia, che rappresentava per Ghirri il sentimento di appartenenza a una comunità ordinaria ma unita. Stefano Accorsi darà voce ai testi di Ghirri.
Interverrà in sala il regista Matteo Parisini
In collaborazione con il Centro Internazionale di Fotografia
VISIONI ETNOGRAFICHE
La finestra di Documentaria dedicata al cinema etnografico e curata dall’APS Quintal – Laboratorio di Arte e Ricerca Partecipativa. Focus di quest’anno sarà il Brasile, con una selezione di opere, realizzate da registi di antropologia visuale, che ci permetterà di conoscere usi e costumi della cultura brasiliana.
Mercoledì 8, alle ore 18.30
The body won’t close di Mattijs van de Port (2020, Olanda, Brasile, 75 min.)
Possiamo pensare i nostri corpi come entità aperte, invischiate con il mondo, oppure chiuse. A Bahia gli uomini coltivano un corpo chiuso: una fortezza capace di respingere le onnipresenti forze del male.
Giovedì 8, alle ore 18.30
Afro-sampas di Satiko, Hikiji , Chalcraft (2020, Brasile, 43 min.)
La presenza africana nella musica brasiliana si è manifestata in diversi modi, da Baden Powell – che nel ‘66 “carioquizava” il candomblé con gli Afro-sambas – all’incontro contemporaneo tra i musicisti africani Yannick Delass, Edoh Fiho e Lenna Bahule e i brasiliani Ari Colares, Chico Saraiva e Meno del Picchia.
Venerdì 9, alle ore 18.30
Essa terra é nossa! di Romero, I. e S. Maxakali, Canguçu (2020, Brasile, 70 min.)
In passato cacciavamo con i nostri spiriti yãmĩyxop. Poi arrivarono i bianchi, che abbatterono gli alberi, prosciugarono i fiumi e spaventarono gli animali. Oggi gli alberi ad alto fusto sono solo un ricordo, i bianchi ci circondano e le nostre terre diventate minuscole. Ma i nostri yãmĩyxop sono ancora vivi e ci insegnano le storie dei nostri antenati.
Interverrà: Gianira Ferrara (Presidente ASP Quintal)
In collaborazione con Quintal – Laboratorio di Arte e Ricerca Partecipativa
NARRARE IL CINEMA
La nuova sezione di Documentaria dedicata alle recenti novità editoriali legate al mondo cinematografico.
Sabato 10, alle ore 18.00, presentazione in anteprima nazionale del libro “Propaganda Lampedusa: immaginario audiovisivo e narrazioni ideologiche” di Alessandro De Filippo (Euno edizioni, 2022). Sarà presente l’autore.
CINEMA E AMBIENTE
Prosegue l’importante collaborazione avviata lo scorso anno tra Documentaria e l’Agenzia Regionale Protezione e Ambiente – Sicilia, nata con l’obiettivo di promuovere istanze ecologiste, creare occasioni d’incontro per una cultura a difesa del territorio e incentivare la produzione di opere audiovisive legate a temi ambientalisti attraverso l’istituzione del Premio Ambiente.
Sabato 10, alle ore 19.00 proiezione “L’antica nave del vino” di Riccardo Cingillo (2022, Italia, prod. Arpa Sicilia, 28 min.)
Dalla scoperta di un relitto romano del II secolo avanti Cristo, a una profondità di 92 metri nel golfo dell’Isola delle Femmine (PA), da parte dell’equipe dell’Area Mare dell’ARPA Sicilia, alla spedizione realizzata da un team internazionale di professionisti subacquei per effettuare una ricognizione in sito finalizzata a riportare alla luce il relitto. Le operazioni sono state monitorate dalla motonave oceanografica di Arpa Sicilia “Calypso South” e da un “rov”, robot sottomarino a comando remoto. ARPA Sicilia con la Soprintendenza del Mare della regione Siciliana hanno supervisionato le operazioni di recupero.
A seguire proiezione di “Corallo incontra la biodiversità” di Riccardo Cingillo (2022, Italia, 18 min.)
Docufilm prodotto da Arpa Sicilia nell’ambito del Progetto CORALLO – Programma INTERREG VA Italia-Malta 2014-2020. Il Progetto si prefigge l’obiettivo di aumentare il grado di consapevolezza dei fruitori del patrimonio naturale, in particolare dei Siti di interesse Comunitario della Rete Natura 2000 in Sicilia e Malta, facilitando l’accesso alle informazioni su habitat e specie, individuati ai sensi delle Direttive Habitat (92/43/CEE) e Uccelli (147/2009/UE). CORALLO, inoltre, intende promuovere la fruizione sostenibile dei Siti attraverso l’uso di nuove tecnologie e di strumenti innovativi, rispondendo all’esigenza di coniugare la conservazione e la valorizzazione di Rete Natura 2000 con nuovi modelli di fruizione specifici e strumenti di generazione di consapevolezza basati sulla digitalizzazione ed innovazione. Gli strumenti di sensibilizzazione e informazione utilizzati, la creazione di contenuti digitali, video a 360° in 8K e 3D e docufilm prodotti dal Progetto, saranno il veicolo di conoscenza e valorizzazione, di due siti siciliani delle Isole Eolie (Capo Graziano – Isola di Filicudi; Basiluzzo – Isola di Panarea).
Sabato 10, alle ore 21.30
Premio Ambiente – ARPA Sicilia
Proiezione di “Carbon: The Unauthorised Biography” di Daniella Ortega e Niobe Thompson (2022, Canada,Germany, Australia, 89 min)
La storia paradossale del carbone, elemento alla base della vita, capace, però, di porle fine. Come finirà la grande relazione dell’umanità con questo elemento: si tratterà di riconciliazione o rovina? Grazie alle testimonianze di celebri scienziati, saremo trasportati dalle origini della vita alle rivoluzioni dei combustibili fossili della civiltà moderna, fino ai terribili conflitti politici che tale rivoluzione sta causando. Intanto si fa strada una nuova generazione di ricercatori e di imprenditori delle energie rinnovabili, i quali stanno mettendo a punto strategie tecnologiche finalizzate alla cattura del carbonio, per evitarne la massiccia dispersione nell’atmosfera.
Interverranno: Vincenzo Infantino, direttore di ARPA Sicilia, e il regista Riccardo Cingillo
In collaborazione con Agenzia Regionale per la Protezione dell’Ambiente – ARPA Sicilia
DOCUMENTARIALAB:
Nasce DocumentariaLab, uno spazio d’incubazione e crescita professionale all’interno del quale, a partire da quest’anno, confluiranno tutte le attività formative e didattiche del Festival: masterclass, workshop, laboratori e seminari, tenuti da illustri esponenti del panorama cinematografico. Un luogo di formazione volto alla valorizzazione dei nuovi talenti e rivolto al pubblico di Documentaria, agli studenti e ai professionisti del settore.
Venerdì 9
Masterclass
Dall’idea di un documentario alla sua realizzazione
A cura di Daniele Maggioni, produttore, sceneggiatore, regista
Da giovedì 8 a Sabato 10
Workshop
Critica cinematografica
A cura di Alessandro De Filippo, professore di Tecnica della rappresentazione audiovisiva, Università degli Studi di Catania;
Storia del cinema e del video, Accademia di Belle Arti di Catania
Da lunedì 5 a mercoledì 7
Laboratorio
Cinema senza immagini
A cura di Alessandro Aiello, Canecapovolto – Scuola FuoriNorma
Domenica 4
Seminario
Documentario seriale
A cura di Corrado Iuvara e Simona Dolce, montatore, Corrado Iuvara Post Production; scrittrice
Sabato 10, alle ore 23.00
PARTY DI CHIUSURA ALLO SPAZIO FRANCO
Oἶδα Party. Dj-set a cura di Beercock.
Oἶδα è il party esclusivo legato all’omonimo spettacolo del Progetto Amunì, la compagnia multietnica che ha voluto ispirarsi alle Baccanti di Euripide come pretesto per un ragionamento sui riti contemporanei! Beercock: performer, compositore e dj, autore della drammaturgia teatrale di Oἶδα e delle musiche originali. Dj-set: IDM, Techno-funk, Psy-turk, Afrobeat, Afroclub.
Una collaborazione Spazio Franco, Festival delle Letterature Migranti, Documentaria.
Cinema
Le Giornate del cinema per la scuola
Al via le Giornate nazionali del cinema per la scuola: l’inaugurazione con il Sottosegretario Borgonzoni
La senatrice aprirà lunedì 4 novembre le Giornate nazionali del cinema per la scuola 2024, promosse dal Ministero dell’Istruzione e del Merito e dal Ministero della Cultura in collaborazione con Anec
Sarà la sottosegretaria alla Cultura, Lucia Borgonzoni, ad aprire lunedì 4 novembre le Giornate nazionali del cinema per la scuola 2024, promosse dal Ministero dell’Istruzione e del Merito e dal Ministero della Cultura in collaborazione con Anec (Associazione Nazionale Esercenti Cinematografici), nell’ambito del Piano nazionale cinema e immagini per la scuola. Per il secondo anno consecutivo, docenti e dirigenti scolastici di tutta Italia si riuniranno a Palermo, presso i Cantieri Culturali alla Zisa, trasformati fino al 6 novembre in una grande “Città del cinema per la scuola”. Il programma prenderà avvio alle 15:00 con la cerimonia inaugurale al Cinema De Seta, promossa dal Ministero dell’Istruzione e del Merito e dal Ministero della Cultura.
L’inaugurazione con il vice ministro
La cerimonia sarà aperta dai saluti del sottosegretario alla Cultura, Lucia Borgonzoni, e vedrà la partecipazione del direttore generale della Direzione Generale per la Comunicazione e le Relazioni Istituzionali del Mim, Giuseppe Pierro, e di Bruno Zambardino, referente per il Piano Nazionale Cinema per la Scuola presso la Direzione Generale Cinema e Audiovisivo del Mic, che illustreranno le novità del Piano Cips. Alle 16:30, avrà luogo la presentazione dei film in uscita destinati al pubblico scolastico, a cura di Circuito Cinema Scuola e delle case di produzione e distribuzione Universal Pictures e Warner Bros, che presenterà il suo ultimo film d’animazione: Buffalo Kids di Juan Jesús García Galocha e Pedro Solís García (Spagna 2024, 93′), uscito nelle sale il 31 ottobre.
Alle 20:30 si terrà l’evento di punta della prima giornata: la presentazione in anteprima nazionale del film Criature (Italia 2024) di Cécile Allegra, tratto dall’omonimo romanzo della stessa autrice e previsto nelle sale dal 5 dicembre. Al Cinema De Seta, lunedì sera, sarà presente la regista Cécile Allegra, accompagnata da un collegamento in diretta con l’attore protagonista Marco D’Amore, noto per il suo ruolo nella serie Gomorra.
Fonte: cinecittanews.it
Cinema
REAL al Festival dei Popoli
‘REAL’, al Festival dei Popoli l’anteprima del film di Adele Tulli
Una produzione Pepito Produzioni e FilmAffair con Rai Cinema e Luce Cinecittà in collaborazione con Les Films d’Ici. In sala dal 14 novembre con Luce Cinecittà
Arriva nei cinema dopo l’acclamata prima mondiale all’ultimo Festival di Locarno e il Premio della Giuria al Festival del Film di Villa Medici dedicato al rapporto tra cinema e arti contemporanee, REAL, il nuovo film di Adele Tulli. Real sarà presentato in anteprima al 65. Festival dei Popoli, il più antico appuntamento del cinema documentario d’Europa, domenica 3 novembre alle 19.30 al Cinema La Compagnia di Firenze, alla presenza della regista.
Dopo il successo della sua opera prima Normal (presentato alla Berlinale, vincitore della Menzione Opera Prima ai Nastri d’Argento e acclamato in numerosi festival internazionali), Real sbarca sugli schermi il 14 novembre, distribuito da Luce Cinecittà. Il film è prodotto da Pepito Produzioni e FilmAffair con Rai Cinema e Luce Cinecittà, in collaborazione con Les Films d’Ici. La distribuzione internazionale è affidata a Intramovies.
Adele Tulli scrive e dirige un nuovo viaggio visionario, poetico e inatteso dentro un mondo in cui siamo quotidianamente immersi, talmente abituale da non farci più rendere conto di quanto sia in realtà sconosciuto ed estraniante: il mondo digitale. Una realtà che ha rivoluzionato le vite di tutti e che il documentario esplora con lenti tecnologiche, creative e relazionali. Con uno sguardo inedito e curioso, Real ci porta in un territorio ineffabile, alieno e al contempo familiare.
Scritto e diretto da Adele Tulli, REAL vede la fotografia di Clarissa Cappellani e Francesca Zonars, il montaggio di Ilaria Fraioli e Adele Tulli, le musiche originali di Andrea Koch e la produzione creativa di Laura Romano. È prodotto da Agostino Saccà per Pepito Produzioni, Valeria Adilardi, Luca Ricciardi, Laura Romano e Mauro Vicentini per FilmAffair, in collaborazione con Charlotte Uzu di Les Films d’Ici.
La sinossi di Real
Reale [dal lat. mediev. realis, derivato di res “cosa”] – 1. Che è, che esiste veramente, effettivamente e concretamente. La nostra concezione comune di “realtà” era fatta di oggetti tangibili, di relazioni corporee, di esperienze ed eventi in spazi fisici. Tuttavia, un processo inarrestabile di accelerazione digitale ha trasformato radicalmente il nostro pianeta, le nostre società e noi stessi: i dispositivi digitali non sono più semplici strumenti, ma porte d’accesso a una nuova realtà. I nostri smartphone e computer ci conducono in un universo aumentato in crescita esponenziale, che esperiamo quasi sempre senza contatto fisico. Un mondo digitale dove trascorriamo la maggior parte del nostro tempo, cercandovi felicità, soddisfazione, rapporti, conoscenza e nuove esperienze. Ma allora, cosa è oggi ‘reale’?
R E A L è un viaggio filmico, visionario e coinvolgente nel mondo disincarnato della rete, un multiverso digitale parallelo in cui ogni cosa esistente è trasformata dalla fisica degli atomi alla logica dei bit. È un documentario creativo che esplora la trasformazione dell’esperienza umana nell’era digitale, facendo luce sui molti aspetti, a tratti perturbanti, della vita iperconnessa: i protagonisti – umani, robotici, virtuali – affrontano relazioni digitali, lavori virtuali, cybersessualità, abitazioni e città futuristiche, automatizzate e sorvegliate. Raccontano una cultura dell’autorappresentazione, di nuove dipendenze e patologie, di alienazione e isolamento, ma anche di identità libere dai confini fisici del corpo.
R E A L adotta uno sguardo sperimentale, utilizzando poeticamente le stesse tecnologie che definiscono il mondo digitale: visori, webcam, smartphone, videocamere di sorveglianza e sguardi meccanici che ci accompagnano in un nuovo modo di vivere la realtà. Senza risposte o giudizi, ma con la curiosità di uno sguardo che esplora un nuovo pianeta, Real ci conduce al di là e al di qua di un confine incerto.
Cinema
Pupi Avati e il conformismo
Pupi Avati, o “l’anticonformismo del conformismo”
La presentazione del volume ‘Pupi Avati fuori dal cinema italiano’ al Museo Etrusco di Roma, alla presenza dei fratelli Avati. Steve Della Casa intervista il regista e l’autore del libro, Massimiliano Perrotta
“Il mio libro inizia con una cena a casa di Laura Betti, dove Pupi Avati era appena arrivato da Bologna con due film che erano andati male. E proprio lì, dove c’erano Bellocchio, Bertolucci, Moravia, Pasolini… gli scappò detto ‘io sono democristiano’: la cosa più conformista, che però in quel consesso coincideva col massimo dell’eresia. Su questo paradosso, su questa contraddizione, lui ha costruito la sua carriera e io ho costruito il mio libro”.
Così Massimiliano Perrotta presenta al pubblico il suo Pupi Avati fuori dal cinema italiano in una gremita Sala della Fortuna del Museo Etrusco di Villa Giulia a Roma. Una biografia decisamente sui generis, appena uscita con Edizioni Sabinae, che in otto capitoli raccoglie altrettanti articoli già pubblicati dall’autore catanese sull’’Huffington Post’. Accanto a lui il regista, fresco della Laurea ad Honorem in Italianistica appena conferitagli all’Università Roma Tre, mentre in prima fila siede l’inseparabile fratello, Antonio Avati.
A moderare l’incontro è Steve della Casa, critico cinematografico e direttore artistico, storico conduttore radiofonico di ‘Hollywood Party’ nonché regista, autore e Conservatore della Cineteca Nazionale.
“L’anticonformismo del conformismo è la chiave di lettura che il libro dà alla carriera di Pupi Avati”, rimarca Della Casa, dopo aver presentato il regista, accolto da un lungo applauso, come ‘il più grande affabulatore che ho conosciuto nella mia carriera’: “una carriera che ha parecchi punti che sorprendono, come dimostra il volume stesso. Ad esempio quando qualche anno fa ho scoperto che gran parte dell’ultimo film di Pasolini, Salò, è stato scritto da Pupi Avati, rispetto ai suoi lavori successivi mi sembrava una cosa eccentrica. Invece poi non lo è affatto. Questo libro è molto interessante e controcorrente, perché è una biografia non esaltatoria del soggetto e non ha un’esigenza di completezza: racconta un preciso punto, la posizione eccentrica di Pupi Avati all’interno della galassia del cinema italiano”.
“Il libro di Massimiliano (Perrotta, ndr) apre con la storia di quella cena, ma non è che io sono arrivato là e ho detto così, dal nulla, ‘sono democristiano’”, precisa ridendo Pupi Avati, che prende la parola confermandosi esattamente nel ruolo in cui è stato presentato e snocciolando anche in questa occasione decine di aneddoti più che divertenti sui suoi 85 anni di vita, di famiglia e di cinema, spesso mimando il racconto la voce con vere e proprie gag.
“Quello era il risultato di una serie di considerazioni di noi che arriviamo a Roma (io e mio fratello Antonio, ndr) con due ‘cadaveri’ di insuccessi, come allora si diceva”, continua il regista. “Anche dietro alla stessa scelta di questo piccolo nome, ‘Pupi’ Avati, c’era una cultura, un mondo, dei genitori, dei nonni, delle zie, la campagna vissuta nel primo dopoguerra… C’erano le favole contadine terrorizzanti che ci raccontavano prima di andare a letto nelle camere scricchiolantissime, come la favola del ‘prete donna’… E poi c’era la chiesa, l’educazione cattolica preconciliare, piena di inferno e di diavolo dappertutto. Ecco, avendo tenuto dentro di me con riconoscenza quell’immaginario che si è andato a formare laggiù, in quel tempo remoto, con una grande nostalgia… Perché allora non c’era niente, a parte i campi… E allora riempivi quel niente con l’immaginazione, col racconto orale, che era fondamentale. Magari alcuni dei miei parenti erano pressoché analfabeti, non avrebbero mai saputo scrivere… ma sapevano raccontare. E saper raccontare – come sapeva fare nostra madre, una narratrice fantastica, che da quando salivamo in macchina da via Saragozza a Bologna fino a Roma non si interrompeva un minuto – era una cosa preziosissima. Questa è l’Italia dalla quale vengo, che non aveva quasi nulla, ma aveva tantissimo, perché ti permetteva di immaginare, che oggi è una cosa quasi proibita”.
Tornando al libro, anche per chi non abbia letto in precedenza i suoi articoli online, lo stile del racconto di Perrotta appare esplicito fin dalle prime pagine e non lesina – ora qua ora là – personalissimi epiteti ai grandi maestri della settima arte, destinati a far discutere. Ma anche nei titoli scelti per dividere il volume: si va da Un democristiano nel salotto – dove si racconta la famosa cena di cui sopra – per poi passare a Il Truffaut dell’Italietta, La poesia democristiana, o Agli antipodi del fighettismo, all’interno del quale, ad esempio, l’autore scrive: “Glamour: ecco una parola che non si addice al cinema di Pupi Avati. Egli si colloca agli antipodi del fighettismo artistico e di quello sociale (…). Mentre il fighettismo idolatra i vincenti, Avati simpatizza per i candidi, per gli insicuri, per gli sfigati”.
“Pupi Avati è fuori dal cinema italiano per una ontologica estraneità agli schemi culturali che nell’ultimo mezzo secolo lo hanno dominato”, scrive ancora Perrotta nel primo capitolo: “non ha fede nella storia, non crede nel progresso, non lotta contro il potere, non gli interessano i temi sociali, non si batte per le nobili cause, non vuole denunciare nulla, non racconta la crisi dell’Occidente, non segue le mode, non ostenta citazioni, non è laico. Per la stessa ragione il cinema italiano ama poco Pupi Avati: lo tratta con condiscendenza, premia raramente i suoi film, fatica a riconoscergli lo status di autore con la a maiuscola. (…). Il cinema di Pupi Avati non va rivalutato o sdoganato: va letto con occhi vergini, con occhi postnovecenteschi, con gli occhi di domani”.
“Il cinema di Pupi è personalissimo, senza quella aggressività che altri autori cercano di imporre sulla materia narrata e sulla realtà con la loro cifra”, continua l’autore del libro in sala. “Anche nei riguardi del film horror, lui lo fa a tutti gli effetti, rispettandone i codici ma poi arricchendone il contesto con il suo sguardo. Anche in Salò, certo, c’è la sua firma, ma discreta: non c’è nulla che lui faccia, anche per la tv, che non rispetti quel che gli viene chiesto, e che però sia al tempo un film di Pupi Avati a tutti gli effetti, con tutte le sue cifre stilistiche, ma sempre con discrezione, con quel senso della misura che secondo me è quello che, se da un lato lo rende amabile, lo ha visto penalizzato da parte della critica. Ma il tempo secondo me dà ragione a lui”.
“L’argomento del film di genere, presente nel libro, è una preoccupazione che Pupi ha a livello di prospettiva”, precisa Steve Della Casa. “È molto attento anche a quello che avviene anche dal punto di vista commerciale nel cinema italiano, e alla sua capacità di trovare un pubblico. Praticare il cinema ‘di genere’ è stata una caratteristica del cinema italiano negli anni del suo massimo splendore. Diceva Giuliano Montaldo che se si potevano fare i film di Bertolucci e Pasolini era perché si facevano quelli di Franco Franchi e Ciccio Ingrassia, che incassavano, pensate, quasi il 10% del totale nel cinema italiano, consentendo agli altri di sperimentare. E poi c’era un’osmosi tra cinema d’autore e di genere, che si confrontavano continuamente. Nell’horror che fa Pupi Avati, ad esempio, gli effetti speciali hanno un ruolo piccolissimo, il suo è un horror di atmosfera: la paura ti arriva da altre cose”.
A chiudere la pubblicazione, un’interessante ‘raccolta nella raccolta’ tratta da libri, riviste e/o quotidiani, intitolata Fior da Fiore, che a partire dal 1970 fino al 2024 riporta i punti di vista delle più note firme del grande schermo nei confronti del cinema di Pupi Avati: Miccichè, Farassino, Bignardi, Bertetto, Caprara (Valerio), Anselmi, Fofi, Morandini, Ferzetti (Fausto), Rondolino, Tornabuoni, Crespi, Sarno, Kezich, Nepoti, Brunetta, Mereghetti, Rondi, Mancuso, Salvagnini, Giusti, Zappoli e Siniscalchi.
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