InSalute (Dott.E.Alagna)

Coronavirus: runner, occorre ordinanza che lo vieti

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Con il nuovo decreto del governo, DPCM 11 marzo 2020, che ha chiuso tutte le attività commerciali non essenziali, per limitare la diffusione del coronavirus, l’attività motoria all’aperto è ancora consentita.

L’indicazione è chiara, e il nuovo decreto dell’11 marzo, che ha chiuso le attività commerciali non essenziali non modifica quanto stabilito per l’attività fisica nel precedente Dpcm. È del resto lo stesso governo a specificarlo, ancora una volta nella sezione ‘domande frequenti’, aggiornata dopo le nuove disposizioni. Così recita il punto 9: “È consentito fare attività motoria? Sì, l’attività motoria all’aperto è consentita purché non in gruppo”. Questa risposta non lascerebbe spazio a interpretazioni.

Buone notizie per i runners e per coloro i quali si sono scoperti runners. Ma ne siamo davvero certi che l’attività all’aria aperta non influisca per nulla sul contagio da coronavirus?

Nonostante, in alcune città, i parchi siano stati chiusi e siano stati imposti dei divieti per limitare il contagio da Coronavirus ci sono ancora troppe persone che si riversano per le strade a correre e fare sport. Il sindaco di Milano, Giuseppe Sala, con una ordinanza ha infatti chiuso i parchi cintati della città ma gli altri spazi rimangono ovviamente fruibili.

Mi chiedo che problemi abbiano quelle persone che si ostinano a svolgere attività sportiva all’aperto, andare a correre in un momento di emergenza sanitaria e quarantena?

In molti denunciamo sui social, da Twitter a Facebook, il comportamento irresponsabile di chi ieri, complice la bella giornata, non ha rinunciato alla corsa all’aperto. Gli agenti hanno provveduto a far allontanare persone laddove costituivano gruppo e assembramento in parchi o aree verdi.

Chiediamo ai Sindaci e, ancor prima, al Presidente della Regione Sicilia, Nello Musumeci, di emettere un’ordinanza che vieti l’attività sportiva all’aperto. La nostra è una terra dove il buon senso viene, troppo spesso, largamente interpretato.

Occorrerebbe un provvedimento coercitivo: “DOVETE RESTARE A CASA”.

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