Editoriali

Il consumismo ha sequestrato il natale

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Il titolo è lo stesso apparso in moltissime testate giornalistiche e viene dall’angelus di papa Francesco di domenica scorsa; dirompente, un vero e proprio monito: “Invece di lamentarci delle restrizioni, aiutiamo gli altri. Perché Gesù nasca in noi, prepariamo il cuore, andiamo a pregare, non ci lasciamo portare avanti dal consumismo, da quella frenesia di fare cose, cose, cose. Il consumismo ci ha sequestrato il Natale”. Lo aveva annunciato già qualche giorno prima, il pontefice, invitando tutti a non lamentarsi per le restrizioni che ha imposto il governo per le giornate di natale e di capodanno, piuttosto facciamo opere buone per chi ha di meno; “non l’ennesimo regalo per noi e per i nostri amici, ma per un bisognoso a cui nessuno pensa”, ha detto papa Francesco. Le restrizioni per evitare la terza ondata epidemica non saranno inutili; su questo la maggior parte è d’accordo anche e soprattutto per non vanificare il più grande piano di vaccinazione di massa mai avvenuto nella storia dell’umanità. Non saranno certo le tradizionali tavolate di natale o il veglione di capodanno, i grandi vuoti esistenziali di qualcuno, ma forse ritrovarsi in famiglia da soli, genitori e figli, avrà certamente un sapore unico e diverso. Mi riferisco alle famiglie con bambini piccoli; è tempo di impastare, colorare, ritagliare, leggere. Papà e mamma liberi dagli impegni lavorativi hanno la possibilità di diventare i migliori compagni di giochi dei loro figli, non facendo mancare mai il dialogo. Spiegare con parole semplici ciò che sta accadendo; accogliere le loro preoccupazioni e sviluppare un senso di protezione evitando così di consegnarli per troppo tempo, agli schermi, che siano di telefonini, videogiochi o tv. Il rischio dell’overdose digitale è alto anche e soprattutto per gli adolescenti i quali vengono privati della libertà nelle relazioni sociali e dei gruppi di riferimento. In queste giornate forzate in case, i genitori potrebbero condividere una serie tv, o i film della Marvel o della Dc comics, che rimangono intramontabili. Gli esperti sostengono che siamo abituati a vivere gran parte della giornata fuori casa, ora ci ritroviamo a viverla completamente dentro casa. Rilanciamo così l’invito a considerare ogni casa, un insieme di “muri inclusivi”, che ci separano dagli altri intanto per proteggerci, dall’altro per unirci nello stare insieme e ritrovare il senso di essere famiglia, non dimenticando di fare un gesto di solidarietà, anche piccolo, verso chi versa in questo momento in condizioni critiche da un punto di vista economico a causa dell’emergenza sanitaria. Consideriamo dunque la nostra vita e il nostro benessere fisico come un dono;  meglio rimanere a casa al caldo e in salute che finire in un letto di terapia intensiva!

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