Editoriali

Evaporazione della famiglia? Il rapporto CISF

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Il titolo forte emerge dall’ultimo Rapporto Cisf 2020 dal titolo:  “La famiglia nella società post-familiare”. La Dichiarazione della FAFCE (Federazione delle associazioni familiari cattoliche in Europa, 5 giugno 2020) ha sottolineato che “Nell’emergenza Covid-19 la famiglia è stata la roccia su cui sono rimaste salde le vite delle persone”. La famiglia, anche se avversata, abbandonata, allontanata o lacerata, è e rimane punto di riferimento. Emerge però una contraddizione contenuta nel rapporto e che è stata analizzata dal sociologo Pierpaolo Donati il quale sostiene che: “…bisogna prendere atto che nel prossimo futuro la società sarà sempre meno “famigliare” nel senso in cui l’hanno conosciuta le generazioni precedenti. Stiamo entrando in una società postfamigliare. Una società in cui le famiglie si andranno frammentando, scomponendosi e ricomponendosi sulla base di giochi relazionali che abbandonano la struttura sociale della famiglia come intreccio fra la relazione sponsale e quella genitoriale. Si può essere coppia senza impegni matrimoniali, e anche senza convivere assieme; la coppia può essere ristretta ai due partner o includere relazioni più ampie; si può essere genitori senza aver generato i figli con rapporti naturali, ma mediante l’uso di varie tecnologie riproduttive, fino al ricorso alla maternità surrogata. Fare coppia ed essere genitori sono due possibilità che rispondono a progetti diversi di vita, vanno per conto loro. La famiglia classica composta di madre, padre e figli naturali o adottivi diventa solo una delle tante possibilità di chiamarsi famiglia”. Ma per capire davvero il senso di famiglia ritengo sia opportuno osservare di più i bambini, loro si hanno davvero compreso quasi inconsciamente il senso di famiglia e di casa che gli adulti ignorano o calpestano.  Per recuperare i principi educativi e di vita bisognerebbe tornare a osservare i bambini come hanno fatto i grandi della psicologia e della pedagogia, come Jean Piaget e Maria Montessori. E se davvero si intravede una luce nel tunnel rispetto ai ritmi che ha dovuto assumere la famiglia formata da genitori lavoratori e figli che  frequentavano regolarmente scuola, sport e attività varie, costretto a trascorrere tutta la giornata in casa , a condividere continuamente gli spazi domestici, spesso a dover conciliare il lavoro, in modalità smart working, occorre fare tesoro di tutto questo e magari mantenere quell’equilibrio, seppur precario anche per il futuro.

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