Cinema

Anche l’industria del cinema in profonda crisi

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Cinema in crisi, i set sono fermi e anche la distribuzione dei prodotti già pronti è sospesa a tempo indeterminato. A rischio, solo in Veneto ci sono più di 500 aziende.

Il periodo d’oro è stato quello del secondo dopoguerra, c’era si la crisi, quando ancora la televisione non era diffusa nelle case delle famiglie. Allora le persone che si recavano al cinema erano anche sette o otto volte quelle di oggi, ed esso rappresentava senza dubbio una delle principali fonti d’intrattenimento.

La crisi

Una crisi che equivale ad una vera e propria calamità per un intero settore, con fatturati che precipitano e prospettive di ripresa molto, molto lontane. Servono quindi interventi immediati a sostegno dell’intero settore culturale per contenere il pesantissimo impatto che l’emergenza sta avendo sulle imprese e sui lavoratori.

L’appello di Cipolletta

Lo chiede Innocenzo Cipolletta, presidente di Confindustria Cultura Italia (CCI), Federazione Italiana dell’Industria Culturale che riunisce le associazioni dell’editoria (AIE), della musica (AFI, FIMI, PMI), del cinema e audiovisivo (ANICA, APA, UNIVIDEO) e servizi per la valorizzazione del patrimonio culturale (AICC), in una lettera inviata al presidente del Consiglio, Giuseppe Conte, al ministro dell’Economia e delle Finanze, Roberto Gualtieri, al ministro per i Beni e le attività culturali e per il turismo, Dario Franceschini, e al ministro dello Sviluppo economico, Stefano Patuanelli

Il servizio della Tg R Veneto è di Rossana Caviglioli, montaggio Marco Pacifico. Intervista a Matteo Ribon, segretario Cna Veneto
 
 
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