

Cultura
Catania Barocca, La Mareina
Presentato il volume dell’Ing. Salvatore Maria Calogero
“C’era una volta la marina a Catania”, sul filo di questo racconto l’Ing, Salvatore Maria Calogero, ha illustrato nel salone dell’Arcivescovado il suo ultimo prezioso lavoro di ricerca storica dal titolo “Catania Barocca- La Marina (oggi via Dusmet)” edizioni Agorà.
A pochi giorni dal 330° anniversario del terremoto dell’11 gennaio 1693 che distrusse l’intero Val di Noto e colpì gravemente la città Catania, si rilegge, quasi in una pagina di storia il faticoso e dinamico lavoro di ricostruzione della città che il Duca di Camastra ha ideato.
Costruire un fronte elegante per chi arriva del mare, simile alla “palazzata di Messina” è stato l’intento del principe Biscari e del Vescovo della città che esercitava allora anche potere giudiziario e amministrativo dei beni del Vicerè.
Nell’introdurre l’incontro, l’Arcivescovo, Mons. Luigi Renna ha evidenziato l’importanza di conoscere il passato per vivere il presente e progettare il futuro. La cultura della bellezza che i nostri Padri ci hanno lasciato costituisce oggi un prezioso patrimonio da custodire e proteggere,
La dirigente scolastica Daniela di Piazza, dell’Istituto alberghiero, “Karol Wojtyla” dove l’Ing, Calogero insegna ed il presidente della “Società di Storia Patria per la Sicilia Orientale”, Prof. Alfio Signorelli, nei saluti istituzionali, hanno plaudito il diligente lavoro di ricerca svolto tra i documenti storici negli Archivi di Stato e della Diocesi, attraverso i quali emergono dettagliati particolari che descrivono com’era l’impianto urbanistico della Città, modificato dopo il terremoto del 1693 e dopo l’eruzione lavica del 1669.
L’attuale struttura del Palazzo Arcivescovile, con la sopraelevazione di Porta Uzeda, del Palazzo Biscari e del fronte mare fino a San Giovanni Li Cuti e alla baia di Ognina è il segno delle trasformazioni urbanistiche del Settecento e dell’Ottocento ed i “dilettanti architetti” hanno adottato con creatività anche un misto di stili e di espressioni architettoniche.
Nell’inquadramento storico di fine Seicento che ha esposto Mons Adolfo Longhitano sono stati evidenziati gli aspetti burocratici e amministrativi che il Vescovi dell’epoca hanno compiuto per una positiva valorizzazione del territorio.
La costruzione del Seminario – Palazzo dei Chierici, sulle mura di Carlo V e tutto il fronte mare della città accanto alla Cattedrale, “ecclesia munita” ,come pure le trasformazioni edilizie apportate dal Principe Biscari hanno caratterizzato due secoli di splendore per la Città etnea. Oggi a 320 anni di distanza, il Palazzo Biscari, la cui costruzione è iniziata appunto nel 1703, costituisce il gioiello prezioso della città di Catania.
Nel tempo alcune chiese sono state abbattute per dare spazio allo sbocco delle strade sulle piazze ed altre sono state trasferite in siti diversi come avvenuto per la Chiesa del SS Sacramento ritrovato, a San Giovanni Li Cuti e ad Ognina.
Con la proiezione di immagini a confronto e dovizie di particolari che documentano il prima e il dopo degli edifici monumentali della Marina, l’Ing. Calogero ha esposto una bella lezione di storia e di arte ed anche l’Arcivescovo, seduto tra il pubblico, ha apprezzato molto il percorso storico della città e le sue trasformazioni.
Nelle conclusioni, il moderatore Elio Garozzo, ha ringraziato anche gli studenti dell’Istituto Alberghiero, i quali hanno vissuto una giornata scolastica speciale al palazzo arcivescovile.
Giuseppe Adernò
Cultura
In Campania il Secondo Raduno Nazionale

Caiazzo, una cittadina in provincia di Caserta ospiterà dal 5 al 7 marzo il Secondo Raduno Nazionale dei Consigli Comunali dei Ragazzi. 50 ragazzi sindaci, di cui 14 della Sicilia, con la fascia tricolore, il primo scambio di esperienze e di socializzazione dei progetti. Nell’occasione avverrà la consegna al Comune di Caiazzo del Trofeo del CCR, presentato dal comune di Morrovalle, in provincia di Macerata, dove ha avuto luogo lo scorso anno il primo raduno nazionale, ricordando i 35 anni dell’avvio in Italia del progetto didattico nel 1989. Il Progetto del Consiglio Comunale dei Ragazzi ha avuto origine in Francia a Schiltigheim in Alsazia, nel 1979.
La seconda giornata è dedicata allo studio delle tematiche proposte formando gruppi misti di ragazzi di diverse scuole e regioni, Nel pomeriggio è prevista la visita alla città di Caiazzo, con la collaborazione dei volontari della Pro Loco e così i ragazzi avranno l’opportunità di conoscere nuove realtà con tradizioni e culture diverse.
La cerimonia ufficiale del Raduno, che ha ricevuto il Patrocinio del Senato della Repubblica e della Camera dei Deputati, si svolgerà a Caserta presso il complesso monumentale di San Leucio e saranno i ragazzi stessi che presenteranno le loro idee e proposte di rinnovamento sociale e ambientale alle Autorità civili, scolastiche e religiose.
La presentazione del messaggio finale ed il rinnovo corale della formula di giuramento segnerà l’avvio verso un nuovo cammino, nella prospettiva del terzo Raduno che, dopo le Marche e la Campania, nel 2006 sarà celebrato in Lombardia.
La visita alle seterie del Belvedere di San Leucio farà percorrere ai ragazzi un interessante percorso di archeologia industriale: attraverso le sale con strumenti per la produzione e lavorazione della seta, e l’ampia sala con telai in legno perfettamente funzionanti e poi ancora gli appartamenti reali della Reggia di Caserta.
Positiva conclusione del Raduno nazionale, sarà una tappa a Roma per la celebrazione del Giubileo dei Ragazzi sindaci presso la Basilica Santa Maria Maggiore. Il viaggio in treno con la “Freccia rossa” sarà per tanti ragazzi un’originale esperienza, come pure il passaggio della Porta Santa di una delle quattro basiliche papali.
Nel viaggio di ritorno i 100 ragazzi siciliani visiteranno le Grotte di Pertosa e l’Abbazia di Padula.
Partecipano al Raduno i ragazzi delle scuole: Cavour e Brancati di Catania; Pitagora di Misterbianco; Motta S Anastasia. Madre Teresa di Calcutta di Belpasso, Giuffrida -La Mela di Adrano, Paolo Vasta di Acireale. Giuseppe Fava di Mascalucia, Ist. Mercede di Sant’Agata Li Battiati, Campus Don Bosco di Tremestieri, Macherione di Calatabiano, Verga di Scordia, e dell’Istituto scolastico di San Filippo del Mela in provincia di Messina.
Giuseppe Adernò
Cultura
A lezione di educazione civica

Le delegazioni di 10 Consigli Comunali dei Ragazzi, guidate dai Ragazzi Sindaci delle scuole: “Parini”, “De Roberto”, “San Giovanni Bosco” di Catania ; “Padre Pio” e “Leonardo Sciascia” di Misterbianco, “Giovanni Paolo II” di Paino Tavola, ; “Mamma Provvidenza” di Paternò, “De Amicis” di Tremestieri Etneo, ”Dusmet” di Nicolosi e “Macherione” di Calatabiano , hanno partecipato alla speciale lezione di Educazione Civica dettata dall’Arcivescovo Mons, Luigi Renna.
I cinquanta ragazzi, accolti nel Salone dei Vescovi, hanno presentato le attività e le iniziative promosse nelle singole realtà scolastiche e l’Arcivescovo ha dialogato con magistrale attenzione pedagogica trattando i temi della politica, come “ricerca del bene comune”; dell’ecologia, custodia del creato e della raccolta differenziata come segno di cooperazione alla “costruzione della Casa comune” .
Il progettare una scuola bella, pulita, ordinata e rispondere alle esigenze degli studenti è il compito del “Consiglio Comunale dei Ragazzi”, che non è un gioco, ma un apprendimento diretto e concreto di cittadinanza attiva e responsabile.
L’esperienza del voto, vissuta a scuola, per l’elezione del Sindaco dei Ragazzi e del Consiglio Comunale della scuola -piccola città, costituisce una palestra attiva di democrazia partecipativa, facendo acquisire il diritto e il dovere di votare, anche per evitare il diffondersi dell’astensionismo.
L’Arcivescovo, che ha offerto dei dolci ha ragazzi, e speciale Sant’Agata di Avvenire, ha accompagnato i ragazzi nel salone Sant’Agata, spiegando le scritte della Sacra Alleanza dei Popoli e facendo una lezione di storia sulla dimensione europea e sul senso civico.
Giuseppe Adernò
Cultura
Comunicare la disabilità, prima la persona

a, nel corso dell’incontro di formazione per giornalisti e docenti educatori sul tema “Comunicare la disabilità- Prima la Persona”.
Promosso dall’UCSI (Unione Cattolica Stampa Italiana) con il patrocinio dell’Ordine dei Giornalisti che ha concesso i crediti formativi per i giornalisti. l’incontro, coordinato da Salvo Di Salvo, segretario nazionale Ucsi e Tesoriere dell’Ordine dei Giornalisti, ha avuto una qualificata partecipazione ed il coinvolgimento degli studenti del Convitto Cutelli.
La centralità della Persona nella comunicazione e nelle relazioni è stato il filo conduttore degli interventi. Il dott. Antonino Prestipino, neuropsichiatra, volontario dell’ANFASS (Associazione Nazionale Famiglie di Persone con disabilità) ha percorso l’iter evolutivo del lessico che ha accompagnato e guidato la sensibilità sociale verso le persone con disabilità, da “portatore di handicap” ad “handicappato”, posi “disabile”, quindi “soggetto in situazione di handicap o con disabilità” e secondo le indicazioni della Convenzione ONU del 2009: “persona con disabilità”
La graduale trasformazione di terminologia, caratterizzata dalla procedura di certificazione, prima secondo le indicazioni del documento OMS ICDH-80 e nel 2021con la tabella ICF (classificazione internazionale del funzionamento) è stata illustrata dal dott. Giuseppe Maria Rapisarda , medico legale. giornalista pubblicista e collaboratore della rivista “Catania medica”, spiegando la definizione de concetto salute: “condizione di benessere fisico e psichico dovuta a uno stato di perfetta funzionalità dell’organismo” ed il passaggio dal modello medico a quello bio-psico-sociale.
Gli aspetti pedagogici dell’integrazione scolastica e dell’inclusione sociale sono stati illustrati dal prof. Corrado Muscarà, docente di didattica e pedagogia speciale dell’Università di Catania. La specializzazione dei docenti di sostegno attraverso il TFA (Tirocinio Formativo Attivo) ha apportato un radicale cambiamento nell’approccio pedagogico e didattico, nel processo di relazione e di attenzione alla persona.
Commentando alcune pagine del libro di Marco Pozza “Alla fine è sempre all’improvviso” il dott. Enzo Caruso, vice presidente della sezione UCSI e animatore dell’Associazione Talassemia dell’Ospedale Garibaldi, ha ricordato la preziosa opera di cultura sociale del Prof. Nino Leocata e nel dare centralità alla dignità persona ha analizzato l’espressione “Io non sono il mio errore… né la mia malattia”, mettendo in luce la dignità della persona che nella sua originalità e unicità non dovrà essere etichettata e di conseguenza discriminata come, purtroppo, avviene sulla scia della “cultura dello scarto”.
L’intervento conclusivo del preside Giuseppe Adernò, “Sempre al centro e prima la Persona” ha indirizzato l’attenzione su alcune prassi, atteggiamenti e stili comunicativi nei confronti delle persone con disabilità. Gentilezza, attenzione, rispetto, valorizzazione della persona sono le caratteristiche del “giornalista inclusivo” che nell’esercizio della professione tende a trasformare in “normale” ciò e è speciale e rendere “speciale” l’attenzione alla normalità ; infatti, “il diverso ci fa sentire diversi e, contrariamene a quanto si pensi, è questo che non si riesce ad accettare“
L’abolizione nel linguaggio comune dei termini “handicappato” “menomato”, “down”, autistico” “non vedente”, “non udente” l’uso della parola “disabile” come sostantivo, sono espressione del cambiamento di mentalità nella direzione di una specifica attenzione alla persona, alla sua dignità di creatura, uomo, donna che trasforma in capacità le personali potenzialità, rendendole prima abilità e poi competenze, mettendole a servizio della costruzione del bene comune.
Sono state preziose le testimonianze di Milena Nicotra, dell’Associazione Talassemia dell’Ospedale Garibaldi e di due giornalisti in carrozzina: Carmelo Barcella e Maurilio Vaccaro, i quali hanno trasmesso tanta vitalità ed energia nella gioia di vivere e di contribuire al benessere sociale. Le testimonianze personali dei due campioni nei giochi paraolimpici, il loro sorriso, espressione della gioia di vivere, hanno tracciato un solco nella sensibilità personale dell’attento pubblico e degli studenti.
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